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Film da Vedere

Storia di Piera, lo straordinario film di Marco Ferreri, tratto dall’omonimo romanzo di Dacia Maraini, in dvd

Ferreri mette in scena il tempo emotivo di un rapporto intensissimo, donando, attraverso il suo sguardo, un incalcolabile valore aggiunto al celebre romanzo di Dacia Maraini sulla vita di Piera Degli Esposti

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Metti insieme Dacia Mariani, Piera Degli Esposti e Marco Ferreri, oltre a un cast di attori straordinari (Hanna Schygulla, Isabelle Huppert e Marcello Mastroianni), e si ottiene un film di una bellezza commovente, in cui i paesaggi cittadini e marini diventano il magnifico spazio metafisico in cui si muovono i corpi delle protagoniste, in un misto di sensualità, tenerezza e affettività che raramente si era visto al cinema. Se, senza dubbio, la materia di partenza era efficacissima – il romanzo di Maraini sull’incredibile vita della grande interprete Piera Degli Esposti -, a donare un incalcolabile valore aggiunto al film è l’eccezionale sguardo di Marco Ferreri, che seppe far interagire meravigliosamente due donne (madre e figlia) tra loro, inserendole in un contesto anti naturalistico, non storicistico, in barba a qualsiasi logica di una rappresentazione convenzionale. È un tempo emotivo che Ferrei mette in scena, una durata, che non ammette eccessi di verbosità o le consuete narrazioni, piuttosto richiede lo sprofondamento in una provvidenziale afasia, attraverso cui veicolare la potenza emotiva di un rapporto straordinario, pulsante, non catalogabile.

Le espressioni dei volti di Schygulla e Huppert valgono più di molte inutili parole, che non avrebbero fatto altro che congelare l’intensità di una relazione filiale incontenibile. Il padre-marito, un professore-sindacalista, interpretato dall’ottimo, come sempre, Mastroianni, è una figuretta maschile inconsistente, che nel suo incarnare l’ordine simbolico, la ragionevolezza, evapora quasi di fronte all’eccedenza di un rapporto (femminile) che smarca qualsiasi limite, deterritorializzandosi senza sosta. In tal senso, si potrebbe affermare che la malattia mentale di Eugenia (la madre) e il divenir-attrice della figlia (Huppert) costituiscono l’esito del movimento delle linee di fuga delle due donne: la prima si scontra contro il muro semiotico del capitale, rimanendo fedele a se stesso fino in fondo; l’altra, grazie alla mediazione della passione per la recitazione, riesce a non farsi risucchiare nell’abisso della follia, trovando nell’arte, nei classici e nel mito una fonte cui attingere per mantenere una quota minima di senso cui aggrapparsi tenacemente.

Due sequenze in particolare rimangono indelebilmente impresse nella memoria: una è quella in cui Eugenia viene sottoposta, quasi con la forza, a una seduta di elettro shock; la piccola Piera (interpretata dalla bravissima Bettina Grühn), assistendo alla violenta operazione, non può fare a meno di emettere un grido, mentre il suo volto guarda in camera in un primissimo piano sconvolgente. L’altra è nel finale, dove i corpi nudi di madre e figlia si incontrano, in un momento di poeticissima riconciliazione, sebbene il legame, nonostante gli anni passati a distanza, non si sia mai davvero deteriorato. È un rapporto di odio e amore intensissimo il loro, che non teme lo scorrere del tempo o la dislocazione nello spazio. La bellezza di Piera, la sua ostinata compostezza, a fronte di situazioni spesso estreme (come quando ruba l’amante alla madre per vendicare l’onore ferito del padre), è magnificamente restituita da Marco Ferreri.

In tutto il suo cinema, il regista ha sempre proposto una dialettica in cui i termini non erano più proletariato e borghesia, ma maschio e femmina: sempre di rapporti di potere si trattava, ma sul piano iconografico, questo mutamento dei fattori ha comportato la possibilità di sviluppare un immaginario ricco, pregnante, significante. Una metaforizzazione che ha prodotto un surplus di senso sempre circolante all’interno dei suoi film: un fuori campo assoluto che riverberava su storie surreali, talora criptiche (per qualcuno), ma dotate di una potenza simbolica capace di penetrate lo spettatore da parte a parte. Con Storia di Piera, in tal senso, si può considerare definitivamente superata la contesa: il futuro, per dirla con lo stesso Ferreri, è donna, senza dubbio.

Pubblicato da Mustang e distribuito da CG Entertainment, Storia di Piera è disponibile in dvd, in formato 1.66:1, con audio Dolby Digitale 2.0 e sottotitoli per non udenti opzionabili. Nei contenuti speciali: intervista a Piera Degli Esposti; intervista al critico cinematografico Viero Razzini; filmografia di Marco Ferreri.

Trova Storia di Piera su CG Entertainment

  • Anno: 1983
  • Durata: 107'
  • Distribuzione: CG Entertainment
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia, Germania Ovest, Francia
  • Regia: Marco Ferreri