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Cult Movie

‘Rambo – First Blood’: l’eroe di una guerra sbagliata

Il primo capitolo della saga, tratto dal romanzo “First Blood - Primo Sangue” di David Morrell del 1972 e diretto da Ted Kotcheff.

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La fine della Guerra in Vietnam. L’America cerca di trovare una spiegazione alla carneficina e all’orrore iniziati nel 1965 e terminati dieci anni dopo. Tutto il mondo è incredulo di fronte alla violenza scatenata in quel territorio che fino a quel momento era sconosciuto a tanti. 

La Guerra del Vietnam ha provocato una reazione in ogni parte del mondo e il cinema ha cercato di dare una sua interpretazione a questo enorme disastro, realizzando film tratti da storie vere, da romanzi o creando vere e proprie pellicole d’autore. 

Uscito nel 1982, Rambo – First Blood ripercorre la storia di John Rambo, reduce del Vietnam, un uomo profondamente deluso dal suo paese, l’America, e molto scosso per quello che ha vissuto. 

Sylvester Stallone ci regala una pellicola d’azione, di fisicità e ricca di effetti speciali, ma a tratti drammatica e malinconica, permettendoci di riflettere sul tema della guerra e sulle conseguenze che essa provoca.

John Rambo torna a casa per davvero? 

Dopo aver ricevuto la medaglia d’onore, Rambo torna negli Stati Uniti per recarsi nello stato di Washington dove ricerca un compagno di battaglione, Delmar. Purtroppo, l’uomo è morto qualche mese prima a causa di problemi di salute legati al suo reclutamento in Vietnam. John decide di rimanere in città e cerca un posto caldo dove mangiare qualcosa per poi ripartire. Ciò non accadrà. Lo sceriffo Teasle nota Rambo mentre gironzola per la cittadina e osserva attentamente il suo aspetto trascurato e la giacca militare. Per lo sceriffo, l’uomo forestiero deve uscire dalla sua città e farà di tutto per allontanarlo, scatenando in Rambo una nuova guerra. 

Eroe di una guerra sbagliata

Nonostante i riconoscimenti ottenuti, John non riesce a riprendere in mano la sua vita e tutto gira intorno a quello che ha vissuto nell’inferno vietnamita. Nessuno riesce a vedere in lui un uomo onesto che ha combattuto per il proprio paese e diviene così l’eroe di una guerra sbagliata: una guerra che nessun cittadino americano ha mai voluto, ma che per il governo statunitense era sinonimo di potenza e controllo sul mondo intero.

Perché il berretto verde John Rambo è un eroe? Perché si è salvato e ha cercato di riportare a casa i suoi compagni. È un eroe diverso, più malinconico e senza superpoteri. Un semplice ragazzo costretto a combattere una delle più feroci e sanguinose guerre della storia contemporanea.

Il bosco, la pioggia, l’oscurità 

La maggior parte della pellicola si concentra sulla “guerra” che Rambo scatena contro lo sceriffo Teasle. Il bosco diventa lo scenario d’azione e di fisicità e, allo stesso tempo, è la metafora della solitudine del reduce. Con l’intensificarsi dell’azione, aumenta l’oscurità e la pioggia, creando un presagio di suspense e malinconia.

John riesce a esprimere la sua personalità e fisicità nel bosco, un luogo in cui si deve sopravvivere, arrivando a toccare e superare certi limiti della natura umana. Grazie alle carrellate dall’alto e ai campi lunghi, noi spettatori siamo in grado di addentrarci nel mondo di Rambo. L’alternanza di queste sequenze ai primi piani e piani americani sul personaggio, possiamo provare a comprendere i pensieri di John. 

L’azione è poi arricchita dalla colonna sonora di Jerry Goldsmith, in cui ogni traccia è una mescolanza tra melodie ritmiche che scandiscono l’azione e melodie più lente che vanno ad accentuare quella vena drammatica e malinconica del film. 

Rambo nel bosco.

Il finale che convince

Sylvester Stallone, ideatore e interprete del personaggio, ha scritto di proprio pugno il famosissimo monologo che Rambo tiene di fronte al colonnello Trautman in un momento di grande dolore interiore. Attraverso le sue parole, John riesce a liberarsi dei suoi demoni, rendendoci partecipi del suo stato d’animo. Ed è l’unico momento del film in cui il protagonista è trasparente e parla al suo pubblico. 

La vera conseguenza della guerra non è solo la morte, ma il trauma che essa stessa ha causato. Non si riesce a vivere ignorando quello che è successo, quello che si è visto e vissuto sulla propria pelle. Ogni guerra è sbagliata e non c’è mai nessun eroe: si è, alla fine, tutti perdenti. 

Rambo nella scena finale.

La saga 

Il grande successo di Rambo – First Blood ha portato Stallone ha realizzare un’intera saga cinematografica, divenuta celebre in tutto il mondo. 

  • Rambo II – La vendetta esce nel 1985. Il film si incentra sul ritorno di Rambo nel Vietnam per salvare gli ultimi superstiti del suo battaglione.
  • Rambo III arriva nel 1988, toccando un altro tema delicato e attuale per quegli anni: la guerra in Afganistan contro l’Unione Sovietica.
  • John Rambo esce vent’anni dopo, nel 2008. Il film avrebbe dovuto chiudere la saga. Rambo si è ritirato a vita privata, non vuole più combattere guerre. L’arrivo di un gruppo di volontari, cambierà le carte in tavola.
  • Rambo – Last Blood, 2019, chiude definitivamente la saga cult. Ancora una volta, Stallone ci racconta una storia delicata ovvero la prostituzione minorile in Messico.

Ecco il grande potere del cinema: trattare temi d’attualità e, spesso, delicati, adattandoli ai più svariati generi cinematografici, realizzando così delle opere d’arte immortali. 

Rambo - First Blood

  • Anno: 1982
  • Durata: 93'
  • Distribuzione: Medusa Distribuzione
  • Genere: azione, avventura, drammatico
  • Nazionalita: Stati Uniti
  • Regia: Ted Kotcheff
  • Data di uscita: 18-December-1982