In programma al Cactus International Children’s and Youth Film Festival , il cortometraggio olandese Pocket change racconta gli effetti sui bambini dei problemi economici dei genitori. La regia di Daniël Bakker e la sceneggiatura di Demian van der Wekken mostrano una bambina alla prese con piccoli desideri innocenti che non riesce ad appagare e che la fanno sentire esclusa dalla vita dei suoi coetanei.

Indy e il prezzo dei dolcetti
Indy ha quasi dieci anni e subisce il peso dei problemi finanziari di suo padre. Non ha le scarpe per fare palestra a scuola, ma dice alla maestra che se le procurerà. Se i suoi compagni di classe la invitano a uscire, lei rifiuta senza spiegare che non ha i soldi per unirsi a loro. Si vergogna, mente: si isola ancora di più.
Per il suo compleanno, vorrebbe comprare dei dolcetti da distribuire in classe, come da tradizione. Ma anche questa piccola spesa risulta proibitiva. Suo padre non se la può permettere.
Indy prova a farcela da sola: cerca in tutti i modi di raccogliere la piccola somma. Mette insieme i suoi risparmi e raccoglie bottiglie di plastica vuote per racimolare le monete del vuoto a rendere, ma non riesce a raggiungere il prezzo dei dolcetti.
Avendo esaurito tutte le possibilità a sua disposizione, si troverà di fronte a una scelta difficile, soprattutto a dieci anni: accettare di mostrarsi diversa dai compagni di classe o commettere un piccolo furto? La decisione le farà toccare il fondo, ma forse sarà anche la sua occasione per essere vista, per chiedere aiuto.

Pocket change: bambini in primo piano
Pocket change mostra le ricadute psicologiche che le difficoltà economiche dei genitori possono avere sui bambini. La fatica di integrarsi, le continue piccole rinunce e frustrazioni che si sommano e si ingigantiscono.
Il cortometraggio non ha una trama particolarmente originale, Indy è una piccola Amy March dei nostri giorni che cerca di portare a scuola una sua versione dei pickled limes, per sentirsi accettata dai compagni di classe. La presenza superficiale, anche se affettuosa, degli adulti, che non si accorgono delle angosce di Indy, è il tratto più duro della storia.
La forza espressiva di Pocket change risiede però nelle riprese ad “altezza bambino”, nella dolcezza della colonna sonora, nell’intensità dei primi piani. La riuscita interpretazione della giovane attrice protagonista, Rosa van Leeuwen, che interpreta Indy, intenerisce con la sua autenticità.
I movimenti di camera si adattano agli stati emotivi della bambina. Allontanandosi o concentrandosi su di lei, guadagnando lucidità o sfocandosi, restituiscono la percezione del mondo dei dieci anni, quando le emozioni sembrano estendersi fuori di te e contaminare l’esterno, quando una nuova idea può illuminare le cose e l’umiliazione può far sparire tutto ciò che c’è intorno. Pocket change racconta la solitudine bruciante che può segnare un’infanzia di povertà, se non ci sono adulti in ascolto e se manca una rete di solidarietà.