BROTHERS & SISTERS: la serie sulla famiglia (ancora) umana americana
In California, William Walker, patriarca di una numerosa famiglia, muore inaspettatamente al compleanno di sua figlia Kitty. Ora i suoi cinque figli devono riunirsi per far fronte a numerosi problemi.
Brothers & Sisters è la serie americana creata da Jon Robin Baitz, andata in onda sul canale ABC e in Italia su FoxLife dal 2005 al 2011.
Kitty Walker torna a casa dopo tre anni nel giorno del suo compleanno. Per l’occasione il padre, William, convince sua moglie Nora a dare una delle grandi cene in cui raduna tutta la famiglia.
Kevin, Sarah, Tommy e Justin accolgono la sorella con caloroso affetto. Nora invece sembra non averle perdonato ancora le idee politiche della figlia, rea di aver indotto Justin ad andare in Guerra.
Mentre la famiglia festeggia Kitty, William è in piscina con sua nipote Page quando, improvvisamente, si sente male e cade in piscina.
La matriarca Nora -interpretata dalla sempre bravissima Sally Field– rimasta vedova comincia a scoprire che l’uomo con cui ha condiviso più di venti anni di vita e con cui ha avuto cinque figli, altro non era che uno sciupafemmine. E non solo… nel corso delle cinque stagioni infatti Jon Robin Baitz fa scoprire al pubblico il vero lato di quest’uomo, William Walker, che, pur essendo deceduto, continua a creare problemi alla sua famiglia. Figli illegittimi, amanti, frodi e quant’altro, William non era un uomo dalla condotta propriamente “eccellente”. I suoi figli però sembrano non capire quanto sia stato fondamentale per loro aver avuto una madre come Nora.
La Famiglia Walker
Nora Walker, che per tutta la sua vita da moglie, credeva di essere rimasta nell’ombra di un uomo abile e perfetto, è stata l’ancora di salvezza per i cinque figli che, pur nel ricordo del padre, proseguono con gli alti e bassi delle loro vite, confrontandosi sempre con la madre.
Casa Walker è un nido, un rifugio in cui Sarah e i suoi fratelli non possono non tornare. Nel momento del bisogno, come in quelli più spensierati, la casa è il rifugio per tutti gli Walker e per la stessa Nora.
I fratelli Walker, tanto diversi tra loro, sono cinque tasselli di un unico puzzle, la cui cornice è rappresentata da Nora. Gli Walker hanno un profondo rapporto, come tutti i fratelli si amano e si odiano, hanno un bisogno l’uno dell’altro e sono punto di riferimento per la madre.
InBROTHERS & SISTERS, nel corso delle cinque stagioni, ogni Walker affronta diversi problemi. Come è la vita normale insomma! E così la serietv ci racconta delle vite, delle storie, non mostrando l’americano medio. La bellezza di questa storia forse è proprio questa: non siamo davanti all’americano medio -come in Parenthood o This Is Us- ma davanti a dei cittadini del mondo. Lo spettatore può riflettersi quindi nelle disavventure amorose di Sarah, nell’ambizione di Kitty, nell’ironia di Kevin o nell’insicurezza di Tommy. Si piange, ci si commuove e, soprattutto, si ride.
Uno dei punti di forza di questa serie inoltre è rappresentato dalla bravura del cast. Sally Field (Dispatches From Elsewhere), che per questo ruolo ha vinto un Emmy Awards, fa da collante ad attori di alto livello, tra cui Rachel Griffiths, Calista Flockahrt e Mathew Rhys. Il numeroso cast ha un’invidiabile chimica che rende anche le sequenze più semplici credibili e interessanti. Nota di merito alle meravigliose scene delle cene a casa Walker. Momenti di giubilo per chi ama il legame degli Walker e questi attori.
BROTHERS & SISTERS è stata una serie tv che avrebbe meritato molto più spazio e molte più stagioni. E’ stata infatti bruscamente interrotta alla quinta stagione, con un finale “aperto” che ha lasciato tutti i fan con l’amaro in bocca.
Il motivo è semplice: la brillantezza della sceneggiatura, e l’elasticità dei temi trattati, avrebbero permesso di portare avanti la serie per almeno altri due anni. Temi come l’omosessualità, il divorzio, le famiglie allargate, l’adozione, la truffa e lo stesso sistema politico americano sono stati trattati nella loro interezza e non relegati a un tempo di racconto scaglionato in una sola stagione.
Tra questi, grande, e giusto, spazio è stato dato al tema del disturbo post traumatico di cui soffre Justin.
Rientrato dalla guerra per ben due volte, Justin arriva a dipendere dagli antidolorifici pur di dimenticare e non pensare a quanto visto e vissuto in Iraq. Distribuendo questo trauma nell’arco di almeno tre stagioni, la sceneggiatura non solo ha permesso di raccontare allo spettatore il risvolto della guerra a 360° ma si è mantenuta vicino alla realtà. Non relegare il percorso verso la guarigione psicologica di Justin ad una sola stagione è conforme all’effettivo lavoro interiore che la maggior parte dei militari compie dopo il trauma.