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Film da Vedere

Terra madre di Ermanno Olmi, un documentario politico e preveggente

I 20 minuti finali lasciano senza parole: straordinaria elegia della vita contadina, che ritrae la simbiosi fra Uomo e Natura con un pathos sommesso degno di Flaherty e Dovzenko, ma anche dello stesso Olmi (L'Albero Degli Zoccoli), come oggi pochi altri sanno fare

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Terra madre, un film del 2009 diretto da Ermanno Olmi. Documentario ambientalista e di denuncia che prende spunto dal Forum Mondiale Terra Madre, tenutosi a Torino nel 2006, per poi seguire nei luoghi d’origine alcuni dei protagonisti del Forum: dalle isole Svalbard (Nord della Novergia) per filmare l’inaugurazione della Banca Mondiale dei Semi, a Dehradun (regione Uttaranchal, Nord dell’India) per riprendere la raccolta del riso, nei pressi della Navdanya Farm, la fattoria di Vandana Shiva, dove sono custoditi i semi del riso tramandati di generazione in generazione sino a Quarto d’Altino, Comune di Roncade nel Veneto, dove racconta la storia di un contadino.

Il documentario è «politico e preveggente», proprio come lo voleva il suo committente Petrini, e a volte dagli scranni un tantino declamatorio. Ogni tanto, in disparte, un volto noto, come tal Coppola, Francis Ford, che ascolta assorto e anonimo, pensando alle sue vigne in California e Basilicata. Co-produce la Cineteca di Bologna; collaborano un altro maestro di silenzi e gocce, Franco Piavoli, e Maurizio Zaccaro, che segue la filosofa dell’agricoltura della sussistenza e delle biodiversità Vandana Shiva tra le sue colture. Adriano Celentano, cresciuto con Olmi in una Milano che non esiste più, canta Un albero di trenta piani, ma sono le musiche di Bach a rendere ancora più straniante e assurda l’agonia della Terra.

Gli si possono perdonare certi didascalismi, certa monotonia e certa (nobile) retorica nella prima parte. Difetti, questi, pienamente riscattati da due e tre pagine di altissimo cinema olmiano. La conserva dei semi fra i ghiacci della Norvegia, accarezzata da una tenera filastrocca infantile; il racconto della vita di un’eremita friulano (gli interni della sua capanna, testimoni di una vita umile e onesta, fanno venire il groppo in gola e riportano con decisione a diversi intensi momenti nella carriera del regista lombardo); ma soprattutto i 20 minuti finali, senza parole: straordinaria elegia della vita contadina, che ritrae la simbiosi fra Uomo e Natura con un pathos sommesso degno di Flaherty e Dovzenko, ma anche dello stesso Olmi (L’Albero Degli Zoccoli), come oggi pochi altri sanno fare con tanto ispirata vena poetica, forse solo Malick, non certo il pletorico Penn di Into The Wild, talmente incentrato sull’ostinato individualismo del suo protagonista da togliere respiro alle immagini di Madre Natura. Olmi si conferma il massimo regista italiano vivente.

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  • Anno: 2009
  • Durata: 78'
  • Distribuzione: Bim Distribuzione
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Ermanno Olmi
  • Data di uscita: 08-May-2009