Campania Felix. Storie di successo e talento il titolo della terza serata al Benevento Cinema e Televisione, la prima rassegna nazionale dedicata al piccolo e al grande schermo: a Piazza Roma, Alessio Viola, giornalista di Sky Tg24, accoglie tra gli applausi calorosi del pubblico Cristina Donadio, Salvatore Esposito e Fortunato Cerlino, rispettivamente Scianel, Genny e Don Pietro della serie tv Sky Gomorra. Nata dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano, che già aveva ispirato il film di Matteo Garrone, le puntate sono dirette da Stefano Sollima, Francesca Comencini, Claudio Cupellini e Claudio Giovannesi.
Alessio Viola introduce l’incontro col pubblico riferendosi al titolo della serata, Campania Felix, una sorta di celebrazione della bellezza e del talento di tre attori campani passati attraverso Gomorra ma che hanno fatto una lunga gavetta e stanno facendo tanto altro, grazie anche alla serie tv targata Sky, che ha concluso la sua seconda stagione.
Il personaggio di Scianel arriva alla seconda stagione. Cristina Donadio fece il provino interpretando la scena in cui parla alla nuova Marinella e le dice che le femmine non sono fatte per fare le mogli ma vi sono costrette e che se una donna vuole essere davvero libera non deve avere un marito. La difficoltà (e il successo) di quel provino fu data dal fatto che di fronte alla Donadio non c’era l’attrice che interpreta il ruolo di Marinella (Denise Capezza) ma a darle le battute c’era l’attore Antonio Folletto,’o Principe. “Una scena che andava recitata prima col cuore” sottolinea Cristina Donadio, spiegando che si tratta di un momento in cui una donna sempre tesa al potere guarda dentro sé stessa dentro la sua verità.
Cristina Donadio arriva al ruolo di Scianel dopo tanto teatro, passato anche per Benevento con la rassegna Benevento Città Spettacolo e dopo il cinema: il suo primo film è nel 1978, Il regno di Napoli diretto dal regista tedesco Werner Schroeter, appartenente al gruppo emergente di cineasti come Wenders e Fassbinder. Per girare Bim Bum Bam di Aurelio Chiesa rinuncia a La città delle donne di Federico Fellini, per il quale si stava preparando a girare. L’aneddoto più curioso riguarda la sua partecipazione in un film con Klaus Kinski, girato nelle Filippine (probabilmente Kommando Leopard di Antonio Margheriti, ndr), personaggio contradditorio quanto affascinante, che le baciò la mano dicendo che gli attori italiani erano i più bravi del mondo e le donne italiane le più belle del mondo. Di recente è apparsa sul grande schermo nella commedia pop La parrucchiera di Stefano Incerti, che per la prima volta si cimentava in una commedia.
E racconta di come è nata l’idea della scena in cui Scianel canta col vibratore d’oro (nona puntata della seconda serie): il suggerimento le è arrivato da Francesca Comencini, durante una serata in cui erano un po’ brille e avevano incontrato una loro amica che aveva raccontato la storia di una ragazza che gira con una valigetta rossa, contente gadget erotici per signore. La Comencini, autrice di lungo corso, prese questo spunto per inserire il vibratore in una scena in cui Scianel avrebbe cantato di fronte allo specchio del suo lussuoso bagno, restituendo allo spettatore la tristezza e la disperazione di una donna rinchiusa in un bunker e rinchiusa anche dentro sé stessa.
Salvatore Esposito e Fortunato Cerlino si sono incontrati a i provini. Cerlino, che aveva anche avuto un piccolo ruolo nel film di Matteo Garrone, fu molto colpito dal giovane Esposito sul volto del quale “si leggeva il suo sogno”. Cerlino si immerse completamente in quello che sarebbe stato il suo ruolo di Don Pietro, arrivando al regista Stefano Sollima, che ama vedere gli attori molto vicino al loro personaggio.
Il personaggio di Jenny, interpretato da Salvatore Esposito, nasce e si sviluppa in modo più articolato, vista l’evoluzione che il giovano rampollo della malavita subisce tra la prima e la seconda serie. Esposito aveva partecipato ad una scena di Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, una scena violenta insieme allo zingaro Luca Marinelli, che lo stesso regista gli aveva chiesto personalmente di girare. E a proposito di camei, Salvatore Esposito ne farà uno nel primo film di The Jackal (la web series che aveva portato su youtube anche l’episodio Gli effetti di Gomorra sulla gente). Da protagonista, il giovane Esposito ha girato il cortometraggio Thebookmakers diretto da Alessandro Tonda, assistente regia della prima serie di Gomorra, la storia di un ragazzo che fa combattimenti clandestini e che cerca di tirarsene fuori.
I tre artisti sono felici di rappresentare la loro terra, felici di partecipare ad un festival a Benevento, che dia la possibilità di far conoscere gli artisti che stanno portando un progetto campano nel mondo, e soprattutto felici di lavorare a un prodotto valido, con un cast tecnico e artistico di grande professionalità e umanità. Ed è proprio quando, agli occhi dello spettatore, il personaggio coincide così fortemente con l’attore, che il lavoro corale ha raggiunto il suo scopo. Anche se la forte identificazione col personaggio porta molto spesso il pubblico a non scindere il ruolo dall’attore: Cristina Donadio è stata fermata su Via Posillipo da due fan della serie, che le hanno chiesto, seriamente, che cosa ci facesse lì, visto che Scianel abita a Secondigliano.
Fortunato Cerlino, che oltre al mestiere di attore si occupa della formazione dei giovani attori, e che vanta nel suo bagaglio di esperienze anche l’intrattenitore da Harrods a Londra (cantava O’ Sole mio nella pizzeria adiacente al grande magazzino) ci parla anche della riscoperta della lingua, il napoletano, avvenuta con questa serie: una vera e propria lingua, non un dialetto, con un suono irripetibile che affascina anche gli spettatori al di fuori della Campania e dell’Italia e che ha contribuito al successo che la serie riscuote, e che non ci si aspettava. Tra le sue prove d’attore, oltre a Falchi di Toni D’Angelo in cui recita accanto a Michele Riondino il ruolo di un poliziotto in un film inusuale per il mercato italiano, c’è anche un ruolo nella serie Hannibal in cui ha recitato in inglese, a testimonianza del fatto che un attore non può e non deve mai smettere di studiare e allargare i propri confini.
A un ragazzo del Sud che voglia intraprendere il mestiere di attore, Donadio Esposito e Cerlino ribadiscono che è importante avere una motivazione forte, talmente forte da superare gli ostacoli che sicuramente si incontreranno.
Cristina Donadio sente la responsabilità della sua risposta a chi le pone questa domanda; istintivamente le verrebbe da dire di lasciar stare, ma invita sempre a capire bene le motivazioni. Recitare è un’esigenza, che porta con sé una ricerca continua, uno scavarsi dentro sé stessi tirando fuori i propri demoni e facendosi anche male.
Fortunato Cerlino fa una premessa molto interessante, specialmente per i giovani presenti tra il pubblico: viviamo tempi in cui, “complice una cattiva narrazione televisiva”, si tende a pensare che si faccia questo lavoro per il successo. Se l’attore ha l’ingombro di sé stesso e del suo ego non potrà mai aprirsi alle storie che vuole narrare. “Bisogna avere la generosità di farsi attraversare dalle storie” per poterle raccontare. Quella dell’attore è una missione, e dietro tre persone che ce l’hanno fatta ce ne sono trecentomila che fanno la fame; “ci sono persone che sono tornate a casa, che non ce l’hanno fatta, e magari erano più in gamba di noi; l’unica cosa che ti manda avanti è la motivazione.”
Dietro il lavoro della narrazione e della rappresentazione delle storie c’è un’industria, a dimostrazione del fatto che con la cultura si può mangiare, ci sono posti di lavoro e famiglie, e chi narra ha una forte responsabilità, non solo nei confronti dei lavoratori ma anche del pubblico.