Con Maledetti vi amerò, l’appena 28enne Marco Tullio Giordana esordiva alla regia guardando alla generazione del post ’68
Maledetti vi amerò è un film del 1980 diretto da Marco Tullio Giordana, vincitore del Pardo d’Oro al Festival di Locarno.
Presentato nella sezione Un Certain Regard del 33º Festival di Cannes.
Dopo cinque anni di assenza passati in Sudamerica, Svitol (Bucci) torna a Milano.
Nel frattempo sono stati uccisi Pasolini e Moro e molte cose sono cambiate.
“Era bello quando i nemici li potevi riconoscere”. Questa è la frase che condensa il senso di smarrimento del protagonista, la sua incapacità di conciliarsi con una sinistra che sta ripensando se stessa, proiettata com’è verso il riflusso.
Un immenso Flavio Bucci veste i panni di un comunista disorientato dal crollo ideologico con una recitazione straniata, a ciglio asciutto
Con Maledetti vi amerò, l’appena 28enne Marco Tullio Giordana – autore della sceneggiatura con Vincenzo Caretti – esordiva alla regia guardando alla generazione del post ’68 e anticipando il revisionismo dei decenni successivi.
Un immenso Flavio Bucci veste i panni di un comunista disorientato dal crollo ideologico con una recitazione straniata, a ciglio asciutto e “con lampi di sarcasmo”.
La droga, il femminismo, le lotte per gli omosessuali, la disoccupazione, il capitalismo, tutto sembra essere degenerato, ben oltre i limiti e gli orizzonti che qualche anno prima si erano immaginati (e si era cercato di impostare).
Maledetti vi amerò è l’illustrazione della morte di un sogno, dell’impossibilità di convivere con esso
Maledetti vi amerò è l’illustrazione della morte di un sogno, dell’impossibilità di convivere con esso. “Ne uccide più la depressione che la repressione”, citando lo stesso film. Compare anche un giovane David Riondino.
I temi del riflusso, del revisionismo, del terrorismo (uno dei cavalli di battaglia di tutto il cinema del regista milanese) e delle ideologie vengono compendiati in quel monologo da antologia nel quale Svitol si arrovella solipsisticamente sulla distinzione tra destra e sinistra.
Massimo alloro al festival di Locarno.