Il cinema di Hong Sang-soo è uno spazio minimalista, leggero e sublime, aperto alle sovrapposizioni imperfette, alle variazioni dello sdoppiamento narrativo, al dialogo tra vita e arte laddove l’arte è una reinterpretazione della vita e la vita irrompe nell’arte in cerca di guarigione e conforto.
Il suo nuovo film, On the Beach at Night Alone (che alla Berlinale ha ricevuto il premio alla miglior interprete Kim Minhee) è la storia di un’attrice infelice al termine di una travagliata storia d’amore con un regista sposato (interpretato dallo stesso Hong Sang-soo). La prima parte del film è girata ad Amburgo, la seconda in Corea, dove Younghee fa ritorno e incontra vecchi amici con cui beve e si sfoga.
Il film è un meraviglioso cortocircuito tra esperienze e sentimenti personali – regista e attrice sono davvero coinvolti in una relazione che ha fatto scalpore per via del matrimonio di Hong Sang-soo – e rappresentazione, quindi distacco e oggettivizzazione degli stessi, tra aderenza alla realtà e derive surreali, tra psicologie speculari – maschili e femminili – che entrano in contatto spesso generando conflitti e contraddizioni. Il mare e la spiaggia, paesaggio amato da Hong-soo, è il punto d’arrivo dei due capitoli che ci mostrano una Younghee diversa, cambiata. E’ davvero la stessa persona? O si tratta di una ripetizione narrativa variata alla Right Now, Wrong Then?
Ad Amburgo Younghee passeggia con la sua amica, chiacchiera con lei nel parco, a casa. Racconta del suo amore malinconica, forse lui la raggiungerà, in fondo lei gli ha detto dove trovarla. L’amore di cui parla Younghee è pregno di nostalgia e il suo dolore palpabile. Nel secondo capitolo l’attrice fa ritorno in Corea, incontra un vecchio amico, poi va a cena con due coppie e trascorre alcuni giorni sul mare. Il mare è il luogo d’apertura degli orizzonti, uno sguardo verso l’infinito in cui desideri e accadimenti si confondono e i confini si disperdono, il mare rappresenta una fuga verso i propri sogni. L’onirico è un altro elemento basilare del cinema di Hong Sang-soo: lei si addormenta e sogna, sogna l’incontro con il suo amato a cena in cui riscatta il suo dolore. È davvero solo un sogno o forse un incontro avvenuto davvero in un altro quadro temporale, o in un altro piano della realtà?
I pettegolezzi che hanno obbligato regista e attrice a separarsi (nel film) hanno rovinato la carriera del regista, improduttivo da quando ha lasciato andare il suo amore, e indurito l’attrice, delusa dagli uomini e dall’amore. Con la complicità dell’alcol, si lascia andare in accuse rivolte ai suoi commensali, non “qualificati ad amare”, mentre si abbandona a un bacio lesbico. Rifiuto/punizione del genere maschile?
Se il ritratto di Younghee è delicato, sensibile, passionale e onesto, quello degli uomini che incontra – e che Hong ci presenta – è deludente. Nel cinema del regista sudcoreano gli uomini sono creature perdenti, incapaci, deboli o insensibili. Il suo amico le parla ammiccante fino a quando la moglie non lo riprende, rimettendolo al suo posto, il suo amore l’ha abbandonata e i tanti uomini incontrati si sono rivelati tutti uguali. La donna, invece, si ribella alle convenzioni e segue il suo cuore senza compromessi. In fondo, è immorale amare qualcuno?
Hong Sang-soo ha lo sguardo teso verso ogni minimo dettaglio che dia rotondità ai suoi personaggi (Younghee che accarezza pensosa una pianta). L’occhio zoomante della macchina da presa ci forza a concentrarci improvvisamente su questo o quel personaggio mentre le panoramiche ci concedono di seguirli su una distanza più lunga. Eppure c’è qualcosa che sfugge alla camera. Una presenza maschile appare in entrambi i capitoli, una figura irrisolta come irrisolto è il genere maschile nel film, una figura che il regista non mette intenzionalmente a fuoco per rimarcare l’esistenza di un elemento misterioso e incomprensibile – nel film come nella vita.
Al secondo risveglio, sulla spiaggia da sola c’è Younghee davanti al mare: la ripetizione con variazione ricomincia mentre lei si incammina verso nuove possibilità.
Francesca Vantaggiato