Cento anni fa, il 19 gennaio 1917 nasceva Steno, nome d’arte di Stefano Vanzina, influente e prolifico regista e sceneggiatore del cinema italiano, ricordato soprattutto per la sua professionalità e per la poliedrica carriera cinematografica. Steno è tra i padri della cosiddetta commedia all’italiana, nettamente diversa “dalla commedia in rosa” tanto in voga negli anni ’50, perché basata su una scrittura schiettamente legata alla realtà.
Sarà dedicata a lui, in occasione del centenario dalla nascita (19 gennaio 2017), la mostra “Steno, l’arte di far ridere. C’era una volta l’Italia di Steno. E c’è ancora” che è stata presentata o il 18 gennaio alle ore 12, presso la Casa del Cinema, alla presenza dei figli Enrico e Carlo Vanzina. Prodotta da Show Eventi, in collaborazione con City Fest – il programma di eventi annuali della Fondazione Cinema per Roma presieduta da Piera Detassis che ha partecipato all’incontro stampa – e con il sostegno della SIAE. Si tratta della sua prima mostra monografica a cura di Marco Dionisi e Nevio De Pascalis, la quale sarà inaugurata il 12 aprile alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea dove resterà fino al 5 giugno.
Steno ha diretto un gran numero di film che hanno ottenuto strepitosi successi. Autore di grande ironia e umorismo, i titoli dei film da lui girati hanno segnato un’epoca. Come non ricordare il lungo sodalizio artistico con Totò (Toto e le donne, Totò a colori, Totò Diabolicus e tanti altri), Aldo Fabrizi e quello con Mario Monicelli? Fu proprio con quest’ultimo che scrisse la sceneggiatura di Aquila nera nel 1946. Il film ebbe molto successo, e la coppia Monicelli – Steno fu chiamata per scrivere alcune gag e battute per Come persi la guerra di Carlo Borghesio; da quel momento Monicelli e Steno formarono una fortunata coppia di sceneggiatori.
Attraverso materiale inedito di famiglia, grazie ai figli Enrico e Carlo Vanzina, con la collaborazione degli archivi Studio EL Cinecittà, Latitudine, la mostra ricostruirà la storia professionale e privata di uno dei più grandi registi italiani: dall’infanzia fino al sua ultima opera cinematografica.
“Ricordare Steno significa ricordare un certo cinema italiano. Quelli della generazione di mio padre erano persone intelligentissime, ma erano anche persone rimaste semplici. Oggi il cinema è diviso in clan, in gente che si detesta, in cui ognuno è contro l’altro” ha dichiarato Enrico Vanzina.
Un bellissimo percorso fatto di fotografie, cimeli, carteggi e testimonianze dei tanti attori con i quali ha lavorato: da Totò ad Aldo Fabrizi, da Alberto Sordi a Vittorio De Sica, dalla coppia Tognazzi – Vianello a quella Franchi – Ingrassia, da Renato Pozzetto a Diego Abatantuono, da Monica Vitti a Mariangela Melato, da Enrico Montesano a Gigi Proietti, protagonisti indimenticali del celebre film cult Febbre da cavallo.
La parte multimediale della mostra sarà curata da Farm Studio Factory, che produrrà il documentario Steno per la regia di Alberto Fabi, coautore insieme a Marco Dionisi.
La mostra sarà impostata sulla base del Diario Futile, una vera e propria opera pop in cui Steno incollava ritagli di giornale, vignette, appunti e foto dei collaboratori, e tratterà la filmografia del regista contestualizzandone il periodo storico, sociale e culturale. Durante tutta la mostra sono previsti incontri ludici e didattici aperti al pubblico, destinati a scuole e accademie dei settori cinematografici. Sarà realizzato, inoltre, un volume monografico che seguirà il percorso della mostra con fotografie di famiglia, testi autoprodotti dai curatori e sarà distribuito in diverse librerie.
Giovanna Savino