Welcome è un film del 2009 diretto da Philippe Lioret. Il film è ambientato a Calais e tratta il tema dell’immigrazione clandestina prendendo a pretesto la vicenda di un giovane curdo-iracheno intenzionato a raggiungere la sua fidanzata a Londra. Presentato nella sezione Panorama del Festival di Berlino 2009, vinse diversi premi, come il Premio LUX assegnato dal Parlamento europeo, e ottenne dieci candidature ai Premi César 2010, fra cui quelle per il miglior film e il miglior regista.
Welcome: La recensione
Sempre attento alle storie che si trovano al margine della metropoli, in quegli spazi che difficilmente ci attraggono e che al contrario ci fanno distogliere lo sguardo con facilità, Philippe Lioret racconta una storia d’amore particolare, quella di un giovane curdo, fuggito dal suo paese, per raggiungere la ragazza che ama, in Inghilterra.
Il soggetto ci rimanda immediatamente ad un degno precedente, quale L’ospite inatteso di Tom McCarthy, piccolo capolavoro di un nuovo sottogenere del drammatico a sfondo sociale che potremmo a ragione definire “film d’integrazione”. Anche in questo caso il punto di vista è quello di un uomo che si avvicina all’immigrato clandestino, mosso a compassione dalla voglia di vivere del ragazzo che si scontra con le leggi restrittive della Francia. A Calais, infatti, non solo l’immigrato è perseguito dalla legge, ma vengono incriminati anche coloro i quali tentano di aiutarli. Bilal (il giovane attore non professionista Firat Ayverdi) vuole attraversare la Manica nascondendosi in uno dei tanti tir che trasportano merci da una parte all’altra. Insieme ad un gruppo di disperati come lui, tenta la traversata, ma fallisce miseramente, in quanto l’espediente che i clandestini utilizzano per vanificare l’utilizzo delle sonde da parte dei poliziotti all’interno dei tir risveglia in lui un passato di violenze subite. Il ragazzo è determinato e decide di imparare a nuotare. Presto il suo insegnante di nuoto (Vincent Lindon), che sta vivendo il distacco dalla sua compagna di vita, scopre che Bilal non vuole tenersi in forma o semplicemente riuscire a farsi regolarmente una doccia: il ragazzo vuole imparare a nuotare con un obiettivo ben preciso.
Ottima sceneggiatura ed interpreti misurati fanno di questo film un piccolo gioiello di cinema a sfondo sociale. Il film è stato accolto al festival di Berlino con quindici minuti di applausi, il premio del pubblico, il Label Europa Cinemas e il premio della Giuria Ecumenica. In Francia ha incassato più di 10 milioni di euro.