Le colline blu (Ride in the Whirlwind) è un film western statunitense del 1965 diretto da Monte Hellman, con Jack Nicholson, Harry Dean Stanton, Cameron Mitchell e Millie Perkins. Jack Nicholson ha anche scritto e prodotto il film.
Wes, Werner e Otis sono tre cow-boys che si stanno trasferendo per investire in una nuova e propria fattoria il frutto di tanti anni di duro lavoro al servizio di altri. Dovendo pernottare, si accampano vicino a un tugurio occupato da banditi che hanno assalito una diligenza. Un gruppo di “vigilantes”, raccolto e guidato dallo sceriffo della zona, avendo stretto d’assedio la baracca ove sono asseragliati i banditi, scambia i tre mandriani per appartenenti alla banda e spara su di loro. Ucciso Otis, Wes e Werner riescono a fuggire a piedi e a raggiungere la piccola fattoria dove il signor Evan s vive con la moglie e la figlia Abigaile. Scambiati ancora per banditi, costretti a rubare i cavalli, Werner viene ferito gravemente da Evans che lui uccide. Braccati ulteriormente dai vigilantes, Werner muore sparando a vuoto ma a sufficienza per permettere a Wes, il piu’ giovane dei Tre, di raggiungere le Colline Blu e il confine.
Western scarno e dall’apparenza molto convenzionale, tutto giocato sull’ostentata banalità dei luoghi comuni, quasi rallentato per consentire all’attenzione di soffermarsi su certi dettagli (es. la scena dell’impiccagione). È anche un western senza veri cattivi: i tre cowboys sono accusati ingiustamente, l’agricoltore vorrebbe solo lavorare in pace, i tutori della legge svolgono il loro compito con scrupolo, anche i banditi si mostrano affabili verso gli imprevisti ospiti; eppure tutti, prima o poi, procurano del male a qualcun altro. Le colline del titolo non si vedono mai, rappresentano la salvezza lontana (perché fuori della giurisdizione dello sceriffo) verso cui alla fine vediamo dirigersi Nicholson. Forse non è opportuno l’aggettivo “metafisico”, ma certo si ha l’impressione di una voluta scarnificazione degli elementi tipici del genere.