Chi era Francesco Mastrogiovanni? Il suo nome è echeggiato diffusamente nelle cronache italiane quando L’Espresso denunciò, su segnalazione dell’associazione A buon diritto di Luca Manconi, il caso di gravissima mala sanità subito dal maestro elementare di 58 anni, che nell’Agosto del 2009 a seguito di un trattamento sanitario obbligatorio presso il reparto di salute mentale dell’ospedale San Luca a Vallo della Lucania morì in sole 87 ore. Legato mani e piedi ad un letto di contenzione, benché non ce ne fossero i presupposti, visto il comportamento quieto del paziente, Mastrogiovanni è rimasto per più di tre giorni prigioniero dell’incriminata struttura ospedaliera, patendo, tra l’altro, una grave disidratazione dovuta alla negligenza del personale, e infine, vittima di un edema polmonare, si è spento nell’indifferenza di coloro che avrebbero dovuto averne cura. Nel primo grado del processo, che ha cercato di individuare le responsabilità di questo gravissimo accaduto, sono stati considerati colpevoli i medici che si sono alternati durante il ricovero di Mastrogiovanni, e scagionati gli infermieri, in quanto si è ritenuto che eseguissero delle direttive, e, pertanto, non avessero un rapporto diretto con il funesto epilogo della vicenda. Nel secondo grado, ancora in corso, il personale ospedaliero è stato ritenuto coinvolto nella configurazione del reato contestato, in quanto avrebbe dovuto, in considerazione dell’evidente stato di maltrattamento del paziente, segnalare ai responsabili la necessità di interrompere la contenzione, finanche denunciando alle autorità i fatti.
Questa è la storia che coraggiosamente Costanza Quatriglio ha reputato doveroso raccontare, non solo, evidentemente, in riferimento a un caso che ha destato l’indignazione di tutti coloro che ne sono venuti a conoscenza, ma anche perché particolarmente difficile era la sfida da raccogliere, dato che il materiale usato dalla regista per restituire quanto accaduto è stato quello fornito dalle videocamere di sorveglianza dell’ospedale, e, quindi, riuscire a dare una forma diegetica appropriata ad immagini così fredde, distaccate, con un punto di vista posto continuamente dall’alto, e in più di scarsa qualità (il movimento non è fluido ma a scatti), non era davvero un’impresa facile.
Eppure la regista, attraverso un faticosissimo (immaginiamo) lavoro di montaggio, e quindi di riduzione dell’enorme materiale (le famose 87 ore), e una contestualizzazione della narrazione – un incipit che introduce la triste storia, la voce della nipote della vittima che riferisce la sua esperienza diretta rispetto a quanto accaduto, intervallando le immagini, e, infine, una poetica quanto malinconica chiusura (la risacca di un mare che pare aver ingoiato Francesco Mastrogiovanni) – riesce a vincere la sua difficilissima battaglia, costruendo un documento che testimonia in maniera esemplare un fatto drammatico, un’ingiustizia intollerabile, un sopruso che, probabilmente, non troverà mai, nonostante gli sforzi di tutti coloro che vi si sono adoperati, un adeguato risarcimento. Quatriglio realizza in pieno quello che dovrebbe essere il compito di un documentario, ovvero riferire con la massima lucidità, lasciando parlare la realtà, una vicenda che necessitava di trovare una forma per non svanire nel melanconico dimenticatoio della cronaca mondana. Dunque, l’aver soffermato l’occhio su un caso così penoso rivela tutta l’utilità di un cinema che fa dell’impegno civile la sua cifra stilistica, inchiodando alle proprie responsabilità coloro che hanno perpetrato un crimine così insopportabile, e invitando lo spettatore a prendere coscienza di una realtà che dev’essere criticata fino in fondo, richiamando a un impegno attivo attraverso cui scampare il rischio di un’indifferenza che ci renderebbe complici.
Un cinema necessario, più che mai oggi, in cui la proliferazione delle immagini ha prodotto una neutralizzazione della portata drammatica dei fatti rappresentati: un momento di riflessione, dunque, un invito a soffermarsi e a non cedere al continuo movimento di decentramento di un’epoca, la nostra, dove pare non esserci più tempo per niente e nessuno.
Insignito del Premio Speciale ai Nastri d’Argento del 2016, 87 ore – Gli ultimi giorni di Francesco Mastrogiovanni è disponibile in dvd, pubblicato da Mustang e distribuito da CG Entertainment. Il film è in formato 1,85:1 con audio Italiano DD 5.1 e sottotitoli in italiano per non udenti e in inglese. Nei contenuti speciali il Videoclip dei 99 Posse, i disegni di Simone Massi e le interviste a Luca Manconi e Costanza Quatriglio.
Luca Biscontini