Sinossi: Antonio Albanese è Yuri Pelegatti, un attore di teatro che, traumatizzato dalla separazione, non riesce più a ricordare le battute in scena e dunque perde lavoro e stima da parte dei colleghi. Finito in bolletta decide di affidarsi ad Arturo Merlino (Carlo Verdone), investigatore squattrinato che vive a casa della zia vecchia vedova con piccoli problemi di memoria. Yuri vorrebbe provare l’infedeltà della sua ex moglie così da potersi evitare l’assegno mensile e assume Arturo Merlino che invece di aiutarlo né combina un’altra delle sue. Si ritroveranno in un giro più grande di loro, tutto questo per un piccolo banale scambio di persone.
Recensione: Carlo Verdone rappresenta per l’Italia la commedia. Uno dei pochi registi ad essere dotati di ironia e fantasia, e ad essere nello stesso tempo colto e intelligente. Non ha mai rappresentato la mediocrità, non essendolo lui un mediocre, e nei suoi film, dove la risata è sempre presente e dove i personaggi inventati da Verdone sono diventati personaggi che ci accompagnano da una vita ormai, la sua vena malinconica, bella e sincera non lo ha mai abbandonato. Successi su successi. Ed è straordinariamente bello che a 64 anni Carlo Verdone si sia reso conto, o forse lo ha sempre saputo da tempo, di non essere solo in grado di “scrivere” personaggi. L’Abbiamo fatta grossa è il salto in più e anche in là a livello di sceneggiatura. Scritto benissimo, è ovviamente una storia che fa subito pensare ai polizieschi rocamboleschi alla Woody Allen ma Carlo Verdone, per ritornare in Italia, non ha da invidiare molto al regista americano. Tempo fa in una mia conversazione/intervista con Mollica parlando di cinema e ovviamente chiedendogli e raccontandogli un po’ i miei sogni venne fuori Carlo Verdone, e Mollica mi disse che nel tempo si capirà quanto sarà stato non solo un grandissimo nella commedia italiana ma quanto forse noi giornalisti e pubblico lo abbiamo “intrappolato” in un genere. Tra l’altro c’è una differenza fra Woody Allen e Carlo Verdone, il regista americano ha un cinismo estremo che usa in maniera sfrontata e che va in alcuni casi a deridere il senso della vita stessa, mentre Carlo Verdone nei suoi film riesce a comunicare umanità anche con i peggiori soggetti, a rendere simpatico anche uno insostenibile come Furio (nel dramma la risata). Woody Allen esprime la sua intelligenza cinematografica attraverso il cinismo mentre Carlo Verdone è umano, passa dal dramma alla risata. Non deridere, ma cercare di far sorridere, ancora una speranza nel cinema di Carlo Verdone, mentre è chiaro ed evidente che nel cinema di Woody Allen non c’è questa prospettiva.
Ecco se proprio devo dare un giudizio cinematografico a Carlo Verdone la prima cosa che mi viene in mente è la sua intelligenza. Perché grazie alla sua intelligenza artistica è riuscito a fare del suo talento quello che ha voluto senza mai scadere nel banale. Sì, sono convintissima (dopo aver visto L’Abbiamo fatta grossa) che a Carlo Verdone manchi al momento, anche perché (come Woody Allen tipo Match Point) è in grado di farlo, forse più di tanti registi che si definiscono intellettuali e colti da soli, un film drammatico. Perché L’Abbiamo fatta grossa sembra quasi essere un ponte verso un altro genere. Quindi prima di ritornare a parlarvi del film L’Abbiamo fatta grossa una richiesta a Carlo Verdone bisogna farla: un film drammatico, tutto suo, perché per quanto mi riguarda ne ha più di tanti altri le potenzialità per farlo. So che magari in Italia non è facile fare quello che ha fatto Woody Allen, so che il pubblico di Carlo Verdone da lui si aspetta sempre la risata, ma è anche vero che secondo me a livello artistico per essere il numero uno, perché Carlo Verdone merita di essere il numero uno, deve osare.
Tornando al film L’Abbiamo fatta grossa…… Intanto l’accoppiata con Antonio Albanese è perfetta. Antonio Albanese è un altro di quegli attori che ha una potenzialità enorme ed è perfetto ad accompagnare Carlo nel film. Battute e tempi sincronizzati e una mimica facciale straordinaria. A Carlo Verdone..…ditemi voi che cosa gli si può dire a livello di recitazione!? Ottimi anche gli altri personaggi presenti nel film da Anna Kasyan a Massimo Popolizio, Virginia Da Brescia (che interpreta la zia di Carlo Verdone in maniera strepitosa) fino Clotilde Sabatino.
Parlavamo della sceneggiatura, che ho trovato molto ben strutturata, senza sbavature, che è riuscita a comprendere diverse sfaccettature della commedia e del poliziesco/noir. Molto azzeccata anche la scelta di girare il film in alcune zone di Roma cinematograficamente poco conosciute ai più, tipo Monteverde Vecchio o la zona castrense, Nomentano, anzi Verdone è riuscito a ridare luce anche dove oggi hanno staccato la “bolletta”. Una sola cosa non mi è piaciuta e non l’ho trovata da “Carlo Verdone” ovvero le scelte musicali…strano che per lui in questo film la musica sia quasi inesistente.
In ogni caso andate dunque al cinema a godervi un altro Carlo Verdone, un film intelligente che vi farà ridere e sorridere. Non ha un messaggio da darvi, è un film scritto benissimo, inventato, e fidatevi che da quando vado a vedere film di invenzioni a livello di sceneggiatura ne ho viste davvero poche.
Graziella Balestrieri