Scorre lentamente e senza particolari guizzi, questo Professore per amore, penalizzato da una sceneggiatura debole e da dialoghi eccessivamente verbosi, alla continua e disperata ricerca dell’ironia e della battuta intellettuale, sognando Woody Allen
Arriva in sala Professore per amore, nuovo film di Marc Lawrence con Hugh Grant e Marisa Tomei
Sinossi: Keith Michaels è stato uno sceneggiatore di successo, tanto da essere riuscito a portarsi a casa nel 1998 il prestigioso Oscar per quel suo Paradiso sbagliato, che ancora oggi tutti ricordano. Peccato che adesso le sue idee e i suoi script vengano rifiutati e, costretto a trovarsi un lavoro, accetta, controvoglia, l’offerta della sua agente di tenere un corso di sceneggiatura all’università di Binghamton, piovosa cittadina di provincia. Svogliato e totalmente disinteressato ai suoi studenti, Keith piano piano si scoprirà invece un insegnante capace e attento, grazie soprattutto ad una delle sue studentesse.
Recensione: quarto film insieme per la coppia Marc Lawrence e Hugh Grant,che dopo Che fine ha fatto Morgan?, Scrivimi una canzone e Two Weeks Notice –Due settimane per innamorarsi, scelgono di nuovo la commedia sentimentale per portare avanti una collaborazione ormai decennale. La storia stavolta è incentrata su Keith uno sceneggiatore in crisi, costretto a fare l’insegnante per ripiego, che finisce nel giro di un semestre ad appassionarsi al mestiere, merito anche della studentessa Holly, una bella e sorridente Marisa Tomei.
Scorre lentamente e senza particolari guizzi, questo Professore per amore, penalizzato da una sceneggiatura debole e da dialoghi eccessivamente verbosi, alla continua e disperata ricerca dell’ironia e della battuta intellettuale (sognando Woody Allen), ma che invece finiscono sempre con l’appesantire una narrazione già di per sé poco fluida. Anche alcune idee interessanti, come la riflessione sull’insegnamento o il rapporto tra cinema e scrittura, vengono di fatto brutalmente banalizzate, viste solo superficialmente come spunti di un approfondimento che però mai arriva.
L’unica davvero degna di nota è Marisa Tomei che risolleva le sorti di un cast fiacco e sminuito da una caratterizzazione sbiadita, di cui è vittima in primis il grande J.K. Simmons, qui ridotto ad un dirigente scolastico con la lacrima facile, e che regala al pubblico una buonissima interpretazione, con leggerezza e convinzione, nell’affiancare il personaggio principale di Hugh Grant.