Difficile raccontare una storia legata alle terribili esperienze dei rifugiati politici senza scadere nella spettacolarizzazione del diverso o nello sfruttamento sempre più cinico del registro patetico. Nel suo Liberi Nantes Football Club, progetto nato come serie tv (visibile ancora su RedTv) e poi diventato anche un documentario per il grande schermo, Francesco Castellani sembra aver raggiunto l’equilibrio giusto
Difficile raccontare una storia legata alle terribili esperienze dei rifugiati politici senza scadere nella spettacolarizzazione del diverso o nello sfruttamento sempre più cinico del registro patetico. Nel suo Liberi Nantes Football Club, progetto nato come serie tv (visibile ancora su RedTv) e poi diventato anche un documentario per il grande schermo, Francesco Castellani sembra aver raggiunto l’equilibrio giusto, seguendo per l’intero arco d’un campionato di terza categoria le entusiasmanti e precarie vicende di una squadra formata da migranti forzati provenienti da diverse nazioni africane e mediorientali. Tra interesse a ripercorrere percorsi umani che partono a migliaia di chilometri da noi e dalle nostre comodità, e scelte stilistiche mirate a usare i codici televisivi in chiave grottesca e irriverente il film si allontana dalla più convenzionale retorica dell’eroe sportivo per diventare un tentativo di ridiscutere il problema dell’integrazione da un’ottica che fa della prossimità con l’altro il suo punto di partenza.
Salvatore Insana
Scrivere in una rivista di cinema. Il tuo momento é adesso!
Candidati per provare a entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi drivers