“Quando all’inizio mi è stato chiesto di lavorare a questo progetto ero restio, ma come dice la moglie Federica, quando Brunello vuole qualcosa non molla finché non la conquista”.
È con queste parole che il premio Oscar Giuseppe Tornatore ha aperto la presentazione alla stampa nazionale e internazionale del suo nuovo docufilm Brunello – Il visionario garbato, tenutasi il 5 dicembre al Teatro dell’Opera di Roma.
L’opera, dedicata alla figura di Brunello Cucinelli, arriverà nelle sale il 9 dicembre distribuito da Rai Cinema e 01 distribution con le musiche originali di Nicola Piovani e interpretato da Saul Nanni nel ruolo del giovane stilista. Il film ripercorre il percorso umano e imprenditoriale di Cucinelli.

Un racconto che va oltre il biopic
Tornatore, forte della sua esperienza e dei suoi riconoscimenti internazionali, sceglie di non seguire le convenzioni del biopic classico: costruisce invece una narrazione che mescola linguaggi e registri, intrecciando la realtà documentaria con sequenze cinematografiche e momenti di ricostruzione poetica.
Un approccio che risulta particolarmente adatto alla figura di Cucinelli, il quale ha trasformato Solomeo in un simbolo di visione culturale e impresa etica, rendendo il borgo il cuore di un modello umanistico che unisce lavoro, bellezza e responsabilità sociale.
Cucinelli, imprenditore e stilista, è conosciuto non solo per il successo del suo marchio ma anche per l’ampiezza dei suoi interessi, per l’impegno filantropico e per una visione del lavoro inteso come strumento capace di restituire valore e dignità alla persona. Il docufilm ne ripercorre il cammino partendo dalle origini, dall’infanzia in campagna e dal legame con il borgo di Solomeo, fino a trasformare il suo progetto imprenditoriale in un’eccellenza italiana apprezzata in tutto il mondo.
Tornatore: “Un racconto per parlare ai giovani”
Il regista spiega così da dove nasce l’idea del film:
“È stato curioso che da alcuni racconti suoi venivano fuori degli elementi della storia e l’elemento scatenante è stato questo rapporto con il gioco delle carte, quindi mi è venuta questa idea di raccontare il tutto come se fosse una partita a carte. Questa è stata la scintilla che mi ha portato poi a dire di sì”.
Tornatore sottolinea come il percorso di Cucinelli possa parlare soprattutto ai più giovani:
“La tematica dei ragazzi che non sanno cosa fare in quel momento in cui si smarriscono e i genitori si arrabbiano pensando che non troveranno mai una via… ho capito che avrebbe potuto colpire gli spettatori giovani. Anche lui da ragazzo non sapeva cosa fare e faceva arrabbiare i genitori. Ieri alcuni ragazzi mi hanno detto che si rivedono nella sua storia: se lui ce l’ha fatta, forse può succedere anche a loro”.
Il regista aggiunge un aspetto che lo ha particolarmente colpito:
“La sua storia è piena di incontri fortunati: tutti si offrivano per la sua empatia, una maniera tutta sua che lo contraddistingue ancora adesso”.

Nanni: “Ho passato qualche mese a Solomeo per conoscere la terra di Brunello”
L’attore Saul Nanni ha raccontato come è nata la sua collaborazione per il ruolo del protagonista:
“È nato tutto con molta serenità: da un giorno all’altro mi è arrivata una telefonata nella quale mi venne detto che Tornatore voleva incontrarmi. L’ho incontrato e la prima cosa che mi ha detto è stata: ‘La cosa più importante è che tu sappia giocare a carte’. Io sapevo giocare a carte, ma non con la gestualità di Brunello. Ho passato due, tre mesi a Solomeo per respirare l’aria umbra, per conoscere la terra di Brunello, tutti mi volevano raccontare qualcosa di lui”.

Cucinelli: “Sono esperto dell’animo umano, non della tecnologia”
Lo stilista ha ricordato le proprie origini e il rapporto con il tempo e con la semplicità:
“Fino a 15 anni la televisione non l’avevo mai vista. Ho visto il mare e la prima donna in costume a 14 anni. Poi dai 15 ai 25 ero sempre al bar, non ho mai guardato la televisione. Non sono cresciuto con l’informazione quotidiana perché ho paura che mi rubi il tempo per discutere con le stelle. La sera mia moglie guarda la televisione e io guardo il fuoco”. E aggiunge: “Io ho studiato un po’ più l’essere umano, non sono esperto di tecnologia, ma sono esperto dell’animo umano”.
In chiusura, Cucinelli ha lasciato un messaggio che riflette la sua visione del mondo:
“Abbiamo bisogno di umanità. La nostra anima ha bisogno di gentilezza, educazione, di garbo”.