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Florence Queer Festival

‘Le prime volte’ – Riappropriarsi del passato per immaginare il futuro

Giulia Cosentino e Perla Sardella scrivono una storia nuova con vecchi filmati

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Al Florence Queer Festival 2025, 'Le prime volte' di Cosentino e Sardella racconta una storia nuova con filmati d'archivio.

Al Florence Queer Festival Giulia Cosentino e Perla Sardella presentano un cortometraggio che racconta una storia queer con filmati d’archivio.

Le prime volte: l’altro futuro possibile

Nel cortometraggio Le prime volte, Giulia Cosentino e Perla Sardella rimaneggiano filmati d’archivio per raccontare una storia nuova. Il cortometraggio è costituito da ricordi privati, raccolti nel tempo come memorie familiari, che le sceneggiatrici hanno selezionato e montato in una forma insolita.

La storia che raccontano attraverso l’aggiunta di dialoghi fuoricampo e di testi scritti è quella di Emilia e Caterina, due ragazze che si incontrano e si amano in un collegio degli anni Cinquanta ma che poi seguono il percorso tradizionale previsto per loro dalla società: matrimonio, maternità. Nelle lettere che Caterina e Emilia, cresciute, scrivono l’una all’altra si trova il rimpianto per quello che sarebbe potuto essere, il dubbio che una vita diversa si sarebbe potuta inventare a patto di aver avuto più immaginazione e più coraggio.

Non è lasciato all’interpretazione dello spettatore immaginare l’alternativa, gli altri futuri possibili: il cortometraggio recupera immagini più recenti, filmati di marce transfemministe degli ultimi anni che tracimano di volti e di corpi che compongono un ritratto plurale di ciò che può essere una donna se lasciata libera di autodeterminarsi. Il contrasto tra bianco e nero e immagini a colori accentua lo scarto.

Riscrivere i ricordi

L’operazione che Cosentino e Sardella compiono non è di recupero del passato in senso filologico o archeologico; al contrario: è un lavoro di stravolgimento e di riscrittura. Lo sguardo è femminista e queer, la rivoluzione è insieme intima e politica.

I filmati d’archivio su cui lavorano sono il risultato di storie familiari raccolte catalogate e preservate per lo più da padri di famiglia. Gli uomini dietro la macchina da presa che hanno filmato donne che giocavano ridevano accavallavano le gambe diventavano madri non stavano solo preservando un frammento di storia quotidiana. La memoria è sempre anche un’interpretazione, quando non un tradimento. La selezione di cosa ricordare, di cosa diventa storia, è anche una costruzione di ciò che siamo stati e di ciò che siamo. Scegliere cosa filmare e come, cosa ricordare e come, significa anche scegliere che storia raccontare.

Nel cortometraggio di Cosentino e Sardella il materiale resta lo stesso, ma cambia il racconto. Sostituendosi allo sguardo maschile dietro la macchina da presa, le sceneggiatrici si appropriano, si riappropriano del passato; capovolgono il punto di vista e tra i fili dei ricordi tessono una trama segreta. È un gioco quasi malizioso quello che innescano con lo spettatore, che assiste al contrasto tra le immagini e la narrazione alternativa che ne danno le voci fuori campo e che diventa così partecipe di un segreto nascosto in piena vista.

Guardare Le prime volte di Giulia Cosentino e Perla Sardella è come aprire un cassetto di foto a casa della nonna e notare qualcosa che non quadra, trovare un elemento di ribellione inaspettata che la fa sentire più vicina.

  • Anno: 2025
  • Durata: 16'
  • Genere: Cortometraggio
  • Regia: Giulia Cosentino e Perla Sardella