La carriera di Charlie Sheen (nato Carlos Estévez) è nota ad un pubblico multigenerazionale, dai film cult degli anni ’80 come Platoon e Wall Street ai ruoli comici degli anni ’90 e 2000, tra cui Hot Shots!, Scary Movie e le serie televisive Spin City(per cui si aggiudica il Golden Globe nel 2002) e Due uomini e mezzo. Disponibile dal 10 settembre su Netflix, aka Charlie Sheen vede l’attore raccontarsi in prima persona dopo sette anni di sobrietà, ripercorrendo scandali e successi e svelando alcuni dettagli inediti.
aka Charlie Sheen
Il documentario è strutturato in tre capitoli: Partying, Partying with Problems e Just Problems – con l’aggiunta di un epilogo, Better Problems.
I capitoli Partying e Partying with Problems vengono sviscerati nella prima parte del documentario. L’attore ricorda la sua infanzia già strettamente connessa con il mondo del cinema (Sheen è figlio d’arte di Martin Sheen e Janet Templeton e fratello minore di Emilio Estévez), l’ascesa a Hollywood, amicizie, relazioni e le prime lotte con la dipendenza da alcol e droghe.
Nella seconda parte, il capitolo Just Problems e l’epilogo Better Problems espongono i momenti più complessi della sua vita privata: divorzi, controversie legali, ricadute e sfruttamento da parte dell’industria dello spettacolo. È qui che emergono alcune delle riflessioni più attese, come quelle sulla sieropositività, i suoi rapporti con uomini e le accuse di stupro. Nella conclusione Charlie Sheen si dichiara intenzionato ad avere “problemi migliori”, ricostruendo i rapporti con le persone a lui care e mantenendosi sobrio.
Una varietà di testimonianze tra dramma e ironia
Alternando filmini di famiglia in Super 8, spezzoni di film, vecchie foto e inchieste giornalistiche, si accostano i ruoli più iconici di Charlie Sheen alle sue confessioni. Persona e personaggio si intersecano e rendono il documentario stesso parte della ricostruzione della sua figura divistica – a partire dal titolo (‘as known as’: Charlie Sheen come un’altra interpretazione di Carlos Estévez).
Attraverso il montaggio di materiali d’archivio e l’intervista diretta con il regista, il documentario guida lo spettatore tra la carriera e la vita privata dell’attore. Si intervallano momenti leggeri e drammatici ad aneddoti al limite dell’assurdo e del grottesco.
Il suo punto di vista si alterna alle testimonianze di colleghi, amici, familiari, ex partner e persino il suo vecchio spacciatore (tra i nomi più celebri Sean Penn, Denise Richards e Jon Cryer) che condividono più amarezza e preoccupazione, seppur con qualche accenno d’ironia.
Charlie Sheen in ‘aka Charlie Sheen’, fonte: Netflix
Il lato oscuro dell’industria dello spettacolo
Al di là delle confessioni inedite, interessanti sono le considerazioni che il pubblico può trarre rispetto a Hollywood e alla sua fabbrica di celebrità. aka Charlie Sheen, infatti, sembra un ulteriore ingranaggio nella costruzione del personaggio pubblico dell’attore, in un’industria in cui il guadagno e la credibilità d’immagine contano più di ogni altra cosa.
Illuminante su questo punto è proprio la rievocazione di Charlie Sheen delle vicende produttive di Due uomini e mezzo, quando stava affrontando una nuova ricaduta nelle dipendenze. Pur di continuare a girare, gli vennero proposte cifre di guadagno sempre più alte: si arrivò a un compenso di due milioni di dollari a puntata, all’epoca la cifra più alta per un attore nella storia della televisione.
L’attore, come lui stesso afferma, non era nelle condizioni di accettare grandi somme di denaro e di continuare a sostenere i ritmi della produzione. Eppure, la prospettiva di una grossa perdita economica era più allarmante della tutela fisica e mentale della star.
Limiti narrativi e il privilegio della redenzione
Heidi Fleiss, ex tenutaria di un noto giro di prostituzione negli anni ‘90 e una delle voci più taglienti del documentario aka Charlie Sheen, sostiene:
“He’s a rich kid from Malibu. They’re not going to do s**t to him. He’s Charlie Sheen.”
Un altro aspetto su cui vale la pena interrogarsi è proprio il culto della persona tanto amato da Hollywood e dall’America. Questa narrazione spesso procede di pari passo con storie di redenzione e rinascita, sia sullo schermo sia come spettacolarizzione delle vite private degli attori. Tuttavia, non è una possibilità riservata a chiunque.
Charlie Sheen è l’ennesimo figlio di una famiglia ricca e influente, che ha potuto continuare a ottenere ruoli nonostante gli scandali e le ricadute. Poteva comprare il silenzio di numerose persone: il padre organizzava conferenze stampa e il pubblico lo consacrava a fenomeno virale grazie all’ascesa dei social media.
È rilevante anche come le accuse di abusi e violenza domestica – persino una di stupro – non abbiano mai avuto un impatto significativo sulla sua carriera. A tal proposito, uno dei limiti del documentario si manifesta proprio nella vaghezza con cui vengono affrontate dal suo protagonista. È chiaro che l’obiettivo di Charlie Sheen non fosse cercare l’approvazione o il perdono dell’opinione pubblica. Nonostante ciò, uno sguardo esterno, più critico e riflessivo, avrebbe garantito un approccio differente rispetto alla delicatezza delle tematiche.
Un risultato controverso
aka Charlie Sheententa di mantenere viva la narrazione mescolando umorismo grottesco e irriverente, testimonianze di volti noti e materiale d’archivio. Le sequenze sono riconoscibili a un pubblico di diverse generazioni e utili per avvicinarsi a certe dinamiche radicate nell’industria dello spettacolo.
Tuttavia, manca una reale introspezione e messa in discussione del suo protagonista. L’attore offre alcune rivelazioni poco approfondite e non sembra prendere davvero coscienza del suo passato, soprattutto per quanto riguarda le accuse più gravi. Nonostante non sia accreditato come produttore, Charlie Sheen mantiene il controllo della narrazione e una certa distanza rispetto agli errori del passato.
Se questo tipo di approccio sia ancora necessario ed efficace rimane una questione irrisolta e probabilmente destinata al pubblico. Alla fine, il documentario risulta un prolungamento della figura divistica dell’attore e una storia già vista di autoriflessione e rinascita.
Ecco qui di seguito il trailer ufficiale di aka Charlie Sheen: