Difficilmente, guardando un film in stop motion, ci si sofferma a pensare al tempo che scorre dietro ogni immagine. La tecnica a passo uno richiede lunghi intervalli tra un fotogramma e l’altro, ma la diegesi non mostra mai questo aspetto. Gli spettatori percepiscono un tempo narrativo coerente e continuo.
Con On Weary Wings Go By, invece, accade l’opposto: il cortometraggio sceglie di mettere in scena proprio il trascorrere del tempo.
Presentato in concorso al Sentiero Film Factory, il film d’animazione in stop motion del 2024 porta la firma della regista, animatrice e scultrice estone Anu-Laura Tuttelberg ed è distribuito internazionalmente da Lights On.
On Weary Wings Go By, una poesia
Una ragazza attraversa una foresta d’autunno fino a raggiungere un lago. Lo specchio d’acqua appare placido, abitato da numerosi animali, acquatici e terrestri. Ma con il passare delle stagioni l’autunno lascia spazio all’inverno e alla neve, minacciando la quiete del lago e l’equilibrio della sua fauna.
Materia viva
Il film è girato interamente in pellicola da 16 millimetri, che conferisce alle immagini una grana particolare e il formato in quattro terzi, generando un effetto insieme nostalgico e riflessivo. A rafforzare questa atmosfera contribuiscono l’uso di lenti fish-eye e di mascherini concentrici, che richiamano i film muti dei primi del ’900. Il tutto si innesta su riprese dal tono onirico, debitrici a un certo surrealismo cinematografico storico.
Questo corto è parte di un più grande progetto di Tuttelberg che si compone di tre cortometraggi in stop motion, caratterizzati da un elemento insolito: le figure animate non sono modellate in cera, argilla o materiali malleabili, come spesso accade nella tecnica, bensì in porcellana. Lo spettatore percepisce subito la natura del materiale, ma l’animazione lo rende sorprendentemente plastico, mobile, quasi soffice, in particolare nei capelli della ragazza.
Le figure sono realizzate dalla stessa regista, che prima ancora di essere cineasta è scultrice. Sono figure di animali, ma quasi aliene, dotate di arti umani. La loro apparente serenità, osservata con maggiore attenzione, si incrina fino a evocare le inquietanti mutazioni de La Cosa di John Carpenter, aggiungendosi così al carattere perturbante delle riprese.
Spazio e tempo
Ambiente e tempo rappresentano gli elementi fondamentali del cortometraggio. L’intero film è ambientato in scenari naturali, non in set ricostruiti. Scelta inusuale per lo stop motion, ma estremamente mirata. Di norma i registi realizzano animazioni di questo tipo in spazi ridotti e controllati. In questo caso, invece, la figura animata a passo uno viene accostata a un lago reale, alle nuvole e alle fronde degli alberi in continuo movimento. Questa scelta restituisce una percezione più autentica dello scorrere del tempo di ripresa. Si tratta di una decisione stilistica che, pur sacrificando in parte l’immersione, genera un’atmosfera inquieta. Sul piano narrativo, inoltre, consente una transizione naturale dall’autunno all’inverno. Il film mostra infatti l’intera nevicata che lo divide in due.
Inesorabile
Le bambole di ceramica evocano un’aura di gioco infantile. Gru, scoiattoli, rospi: tutte figure che a prima vista appaiono innocue, ma che custodiscono un latente senso di perturbante. Anche questa scelta si lega al tema centrale del corto: una visione onirica e soggettiva del tempo che scorre, filtrata dalla potenza della natura e dai suoi equilibri, indifferenti alle vite di chi li abita. On Weary Wings Go By si rivela così uno sguardo lucido e poetico sull’inesorabile passare del tempo e sulle trasformazioni che impone a ciascuno di noi.