Un’edizione ricca di titoli interessanti e che ha mantenuto fino alla fine una certa incertezza su quale sarebbe stato il titolo vincitore.
Alla fine il Leone d’Oro per il miglior film è andato a “Father Mother Sister Brother” di Jim Jarmusch, un trittico che esplora le dinamiche familiari attraverso tre storie distinte. Il Leone d’Argento per la miglior regia è stato assegnato a Benny Safdie per “The Smashing Machine”, mentre il Gran Premio della Giuria è andato a “The Voice of Hind Rajab”, intenso dramma ambientato a Gaza.
Una giuria d’eccezione
A guidare la giuria del concorso principale è stato Alexander Payne, regista di “The Holdovers”, affiancato da un gruppo internazionale di artisti tra cui l’attrice brasiliana Fernanda Torres, il regista iraniano Mohammad Rasoulof, il vincitore della Palma d’Oro Cristian Mungiu, la regista francese Stéphane Brizé, l’italiana Maura Delpero e l’attrice Zhao Tao.
I premi della sezione Immersive
Durante la cerimonia, la conduttrice Emanuela Fanelli ha omaggiato i premi alla carriera a Werner Herzog, Gus Van Sant e Julian Schnabel, prima di annunciare i vincitori della sezione Immersive:
Miglior opera: “The Long Goodbye” di Kate Voet e Victor Maes, dedicata al tema della demenza.
Grand Prix Immersive: “The Clouds are 2,000m Up” di Singing Chen, che ha raccontato il progetto come una riflessione su lutto, memoria e cultura taiwanese.
Menzione speciale a “Less than 5gr of Saffron” di Négar Motevalymeidanshah, con un toccante appello contro l’esilio dei bambini in Iran e altrove.
I premi Orizzonti: spazio alle voci italiane
Nella sezione Orizzonti, la presidente di giuria Julia Ducournau ha premiato:
Miglior cortometraggio: “Without Kelly” di Lovisa Sirén.
Miglior attrice: Benedetta Porcaroli per “The Kidnapping of Arabella” di Carolina Cavalli.
Miglior attore: Giacomo Covi per “A Year of School” di Laura Samani.
Premio speciale della giuria: “Lost Lands” di Akio Fujimoto, sul dramma dei rifugiati Rohingya.
Miglior regia: Anuparna Roy per “Songs of Forgotten Trees”, che ha chiuso il suo discorso con un forte messaggio di solidarietà verso i bambini palestinesi.
Il premio principale Orizzonti è andato a “On the Road” di David Pablos.
Anche Ana Cristina Barragán, premiata per la sceneggiatura di “The Ivy”, ha chiuso il suo discorso con un “Palestina libre”, primo di molti riferimenti politici durante la serata.
Il Premio del pubblico Armani Beauty è stato assegnato a “Calle Malaga” di Maryam Touzani, che ha dedicato il riconoscimento a sua madre e alla popolazione di Gaza: “L’arte sarà sempre casa per giustizia, libertà e umanità”.
Il Premio Luigi De Laurentiis per l’opera prima è andato a “Short Summer” di Nastia Korkia, che ha ricordato i 1.291 giorni di guerra in Ucraina.
Gli ultimi premi: emozioni, politica e memoria
Il Premio Marcello Mastroianni per giovane interprete è stato assegnato a Luna Wedler per “Silent Friend” di Ildikó Enyedi.
Miglior attrice: Xin Zhilei per “The Sun Rises on Us All” di Cai Shangjun.
Miglior attore: Toni Servillo per “La Grazia” di Paolo Sorrentino, che ha parlato di dignità umana e citato la situazione in Palestina.
Miglior sceneggiatura: Valérie Donzelli per “At Work”, che ha definito il premio “una promessa per il futuro”.
I tre premi principali
Premio speciale della giuria (terzo posto): “Below the Clouds” di Gianfranco Rosi, sul Vesuvio.
Miglior regia: Benny Safdie per “The Smashing Machine”, definito un film sull’empatia radicale.
Gran Premio della giuria: “The Voice of Hind Rajab” di Kaouther Ben Hania, dedicato alla Mezzaluna Rossa palestinese e alla memoria della piccola Hind:
“Il cinema non può riportarla in vita, ma può preservare la sua voce.”
Il Leone d’Oro: Jim Jarmusch trionfa a Venezia
Con il suo stile inconfondibile, Jim Jarmusch ha ritirato il Leone d’Oro con un semplice “Oh shit” e un discorso sentito:
“L’arte non deve necessariamente parlare di politica per essere politica. Può generare empatia, e l’empatia è il primo passo per risolvere i problemi.”
Ha concluso citando Akira Kurosawa:
“Disse di non sapere ancora bene come si fa cinema. Anch’io mi sento ancora in fase di apprendimento.”