Era il 2014 quando al cinema usciva Scusate se esisto!, un film diretto da Riccardo Milani che coniuga con efficacia leggerezza e impegno sociale. La protagonista è una straordinaria Paola Cortellesi, attrice all’epoca già ampiamente consolidata nel panorama cinematografico italiano che interpreta Serena Bruno, un personaggio che mette in risalto la sua capacità di coniugare satira e riflessione sociale con naturalezza e precisione.
Il film affronta con lucidità e sensibilità una questione ancora oggi cruciale: la difficile affermazione del talento femminile in contesti professionali ancora segnati da stereotipi di genere. Una sfida che molte donne conoscono fin troppo bene.
Scusate se esisto! è scritto da Giulia Calenda, Furio Andreotti, Riccardo Milani e dalla stessa Cortellesi. Distribuito da 01 Distribution. Nel cast oltre a Cortellesi, sono presenti Raoul Bova, Marco Bocci, Corrado Fortuna, Lunetta Savino, Cesare Bocci e Ennio Fantastichini. Il film è stato prodotto da Fulvio e Federica Lucisano per Italian International Film, in collaborazione con Rai Cinema.
Roma fa da sfondo alla lotta contro i pregiudizi di genere
Serena è un’architetta brillante, creativa e appassionata. Dopo anni di successo professionale a Londra decide di tornare in Italia, spinta dalla nostalgia e dal desiderio di mettere le sue competenze al servizio del suo Paese. Tuttavia, una volta rientrata, si scontra con una realtà profondamente diversa: il mondo del lavoro italiano è pieno di ostacoli, pregiudizi e, soprattutto, fortemente discriminatorio nei confronti delle donne. Nonostante l’esperienza e il talento, Serena si ritrova a dover accettare lavori sottopagati e ruoli marginali. Quando finalmente si presenta l’opportunità di lavorare a un grande progetto di riqualificazione urbanistica del complesso romano del Corviale, capisce che per farsi ascoltare dovrà nascondere la propria identità. Così si inventa un alter ego maschile e si presenta come la semplice “assistente” dell’architetto fittizio Bruno Serena. Un paradosso tragicomico che riflette con ironia e amarezza la difficoltà di emergere per merito quando si è donna.
Nel frattempo Serena conosce Francesco, affascinante proprietario di un ristorante, con cui instaura un’amicizia profonda e sincera. Francesco è gay, ma vive la propria sessualità con discrezione e delicatezza, anche a causa del rapporto complicato con il figlio.
Divisa tra la necessità di nascondersi e la voglia di affermarsi per quello che è, Serena dovrà trovare il coraggio di smascherare l’ipocrisia del sistema e dimostrare che il talento non ha genere. Il tutto sullo sfondo di una Roma bellissima e difficile, dove i sogni possono ancora trovare spazio, se accompagnati da determinazione e autenticità.

Una critica sociale che non rinuncia al sorriso
Il film adotta consapevolmente il registro della commedia per portare alla luce realtà spesso trascurate o banalizzate, offrendo uno sguardo lucido su un sistema che premia l’apparenza, svaluta il talento femminile e ignora le periferie, come nel caso emblematico del Corviale. Dietro le gag e le situazioni paradossali si cela una satira affilata, che fa emergere con chiarezza le contraddizioni di una società ancorata a rigide strutture culturali.
Cortellesi e Bova danno vita a due personaggi che, in modi diversi, sfidano le convenzioni sociali con intelligenza e sensibilità. Serena è costretta a nascondere il proprio talento per essere presa sul serio; Francesco vive con serenità la propria identità, ma si confronta ogni giorno con i limiti imposti da un contesto ancora poco inclusivo.
Le origini del film
Sebbene sia una commedia, Scusate se esisto! si ispira a una vicenda reale. Il personaggio di Serena Bruno prende spunto dall’esperienza di Guendalina Salimei, l’architetta romana dietro il progetto di riqualificazione del Corviale, punto centrale della trama.
Salimei rappresenta un’importante eccellenza italiana e il film riflette le difficoltà e i pregiudizi che una donna competente può incontrare in un ambiente professionale tradizionalmente dominato dagli uomini.
In conclusione
Scusate se esisto! dimostra come il cinema possa trattare tematiche sociali complesse con leggerezza, riuscendo al contempo nell’impresa, tutt’altro che scontata, di stimolare una riflessione nello spettatore. Il film sfida le consuetudini narrando una storia di identità e coraggio e attraverso questo equilibrio tra ironia e consapevolezza, si conferma come un contributo significativo al dialogo culturale sulle disuguaglianze di genere, offrendo uno sguardo reale e necessario sulle sfide ancora aperte nella società contemporanea.