Tra il film ospitati da Giornate degli autori, rassegna autonoma all’interno della Mostra del Cinema di Venezia, c’è Life Beyond the Pine Curtain – L’America degli invisibili, diretto da Giovanni Troilo, scritto insieme a Joe R. Lansdale e Seba Pezzani. È una produzione di Sky Italia, Sky TG 24 e Chiarafama.
Attraverso la suggestiva voce narrante dello scrittore Joe R. Lansdale, il film documentario di Giovanni Troilo ci porta nel cuore della vera America, dove non ci sono grattacieli, ma sterminati spazi.
Life Beyond the Pine Curtain: un’immersione nella provincia americana
L’East Texas è una pianura attraversata dal fiume Sabine e ricoperta di fitte foreste di pini e vaste paludi. Qui tutto sembra nascondersi e scomparire. Life Beyond the Pine Curtain – L’America degli Invisibili tenta di oltrepassare quel confine invisibile e di insinuarsi nelle pieghe degli Stati Uniti dove, nascoste alla vista, germogliano comunità. Il film si rifugia nelle vite di quattro personaggi e, con le parole e la voce di Joe R. Lansdale, tenta di leggere le ragioni profonde di una realtà complessa e di restituire un ritratto inedito dell’America contemporanea [sinossi ufficiale].

I cliché a stelle e strisce
Quella catturata dalla cinepresa di Giovanni Troilo (Vesuvio, 2021) è un’America diversa da quella che siamo abituati a vedere. Non è New York o Chicago, tantomeno Hollywood, ma l’est Texas. Una terra, abitata dalla gente comune non abituata ai riflettori, lontana dal traffico e dalle luci abbaglianti dei grossi schermi pubblicitari.
“I cliché sono una fonte inesauribile per l’immaginario collettivo. Dietro a un’immagine rassicurante e ben definita per il grande pubblico, la realtà spesso cela sorprese straordinarie per chi ha la fortuna di immergersi davvero in un determinato contesto, soprattutto quando si tratta di luoghi lontani dai riflettori della rappresentazione.”
Sono le parole usate dal regista di Life Beyond the Pine Curtain che ben descrivono la sua opera, o meglio, il metodo usato per costruire un film documentario che ha l’ambizione di assomigliare a un mosaico cinematografico, mostrando gli estratti della quotidianità di quattro persone reali, vere, lontanissime da ogni costruzione fittizia.

La voce narrante di Joe R. Lansdale
Di questo mosaico Giovanni Troilo è bravissimo a costruire la cornice. Il film inizia con una serie di inquadrature che possono essere considerate a tutti gli effetti un’unica establishing. È così che, con estrema naturalezza, si forniscono allo spettatore le coordinate geografiche della vicenda. Il discorso, però, si estende immediatamente, e alle informazioni spaziali si aggiungono ragguagli storici, con l’intervento della voce narrante di Joe R. Lansdale.
Lo scrittore, autore di Cold in July, in questi luoghi ha avuto i suoi natali e aggiunge al testo filmico dati biografici che diventano specchio della, delle vicende mostrate in Life Beyond the Pine Curtain. Immagini e voce che ci accompagno nell’immersione totale in una terra ricca di petrolio. Oro nero che da secoli viene estratto da congegni meccanici diventati parte integrante, nel bene e nel male, del paesaggio. Sfruttamento della natura o sostentamento della comunità?
Crocifisso e armi
Dopo questa evocativa introduzione, ecco Tristan e la sua numerosa famiglia, i primi protagonisti del film di Giovanni Trolio. A seguire: Kond, Charlie e Lois. Estratti di vita vera, squarci di quotidianità vissuti da persone normali. Cliché che, come si accennava prima riportando le parole del regista, vanno a formare una serie di abbozzi dell’America degli invisibili. Singole storie che si intrecciano sullo sfondo di una terra anonima, ma straripante di misticismo ancestrale. Elemento ben esibito nei primi minuti del film e successivamente attualizzato attraverso uno dei più noti luoghi comuni sulla provincia americana: la comunità cristiana.
Sono molti i momenti di preghiera, di lettura della Bibbia e di riti cattolici. Un filo conduttore, in salsa statunitense, che attraversa in lungo e in largo l’intero lungometraggio. Un cattolicesimo, dunque, a stelle e strisce, dove il crocifisso, inevitabilmente, viene mostrato accanto alla bandiera degli Stati Uniti e le parole delle sacre scritture diventano un invito alla perenne difesa della fede, minacciata da un pericoloso potere diabolico.
I cliché non si esauriscono qui. Dopo le trivelle alla ricerca di petrolio, i cavalli meccanici mostrati “come alberi morti senza foglie”, i crocifissi e le bandiere a stelle e strisce, non possono mancare le armi. Fucili, pistole e archi usati in un contesto ludico, ma con irrimediabile espansione alla totalità della quotidianità. E infine, per confezionare alla perfezione questo mosaico dell’America degli invisibili, ecco la componente spettacolare, presente anche qui in un angolo remoto del Texas, lontano dalla ribalta, quando si festeggia il 4 luglio.
Da fare da sottofondo sonoro a questa cronaca di vita reale della provincia di oltreoceano la scalata alla presidenza di Donald Trump. Dalla campagna elettorale alla sua elezione. Un resoconto che si sviluppa parallelamente alle quattro storie narrate. Inserti messi volutamente in disparte, per poi diventare centrali in un finale, dove sta ai bambini, travestiti da adulti, dare la notizia dell’elezione del 47esimo Presidente degli Stati Uniti d’America.
