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Mercoledì 2, l’infausto ritorno di un’icona pop
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2 mesi agoon
Tre anni fa, la prima stagione di Mercoledì firmata dall’estro di Tim Burton ha dato inizio a un vero e proprio fenomeno mediatico (Mercoledì l’avrebbe chiamata “isteria di massa”).
Tra balletti dark diventati virali e un’estetica che potremmo definire “lugubremente glamour”, la serie targata Netflix si è rivelata un richiamo irresistibile per i fan di lunga data, dai nostalgici dei film di Barry Sonnenfeld agli amanti della serie del 1964 e delle vignette di Charles Addams.
Allo stesso tempo, ha conquistato una nuova generazione, che ha potuto avere la sua personale versione della piccola di casa Addams, interpretata dalla talentuosa Jenna Ortega.
Tuttavia, nonostante Mercoledì fosse diventata un autentico fenomeno pop, la prima stagione ha usato e abusato dei più classici cliché da teen drama: la nuova scuola, l’obbligatoria migliore amica, il triangolo amoroso di rito e tutto il repertorio legato al trope della “ragazza nuova, popolare e inarrestabile”.
Complice anche forse lo zampino della stessa Jenna Ortega, ci era stata però promessa una seconda stagione decisamente più dark.
Ora, con i primi quattro episodi finalmente disponibili su Netflix, e in attesa dei restanti, in arrivo il 3 settembre, è tempo di tirare le somme: Tim Burton sarà stato di parola?
Il trailer
Bentornati a Nevermore
Dopo un’estate all’insegna dello svago e di un po’ di meritato relax, che per Mercoledì significa dare la caccia al serial killer di turno, la giovane Addams è pronta a tornare a Nevermore, la scuola per reietti teatro degli eventi della prima stagione.
Questa volta, al suo fianco non c’è solo il fratello Pugsley (Isaac Ordonez), già sopraffatto dal peso della fama della sorella, ma anche i genitori Gomez (Luis Guzmán) e l’apprensiva Morticia (Catherine Zeta-Jones), convocati dal nuovo preside (Steve Buscemi), nella speranza di ottenere fondi per la scuola.
Tuttavia, Mercoledì non fa nemmeno in tempo a schivare gli abbracci della sua amica e coinquilina Enid (Emma Myers), che l’anno si presenta già ricco di macabri misteri: stormi di corvi assassini, un ospedale psichiatrico fin troppo vivace e, soprattutto, tensioni madre-figlia. La protagonista viene così chiamata a risolvere l’ennesimo enigma. Ma questa volta, in palio c’è la vita di Enid.
Nel cast ritornano anche Fred Armisen, Hunter Doohan, Joy Sunday, Moosa Mostafa, Georgie Farmer e Christina Ricci. Tra le nuove aggiunte spiccano Billie Piper, Thandiwe Newton, Evie Templeton e un cameo di eccezione che… dovrete scoprire da soli!
Una Mercoledì decisamente più dark
Avendo già introdotto la Nevermore Academy e i personaggi comprimari nella prima stagione, Mercoledì 2 catapulta immediatamente lo spettatore nel cuore di un nuovo mistero. Il mondo è ormai familiare, le dinamiche principali sono già state delineate, e questo consente alla narrazione di accelerare fin da subito, evitando lungaggini introduttive.
Se la prima stagione alternava azione a momenti di vita scolastica, quasi una versione di Harry Potter con le trecce, ora l’atmosfera si fa più cupa, meno teen e più thriller.
I drammi teen sono relegati sullo sfondo, concentrati principalmente attorno alla storyline di Enid, mentre il fulcro emotivo della stagione è nelle indagini di Mercoledì e nel suo tormentato legame con la madre.
In generale, se la seconda stagione di Mercoledì ha forse perso qualche scena abbastanza memorabile da diventare un trend social (vedasi balletto della prima stagione), ha però guadagnato in coerenza e attenzione all’atmosfera, con un ritorno a qualche chicca estetica più “burtoniana”, come la sequenza in stop-motion.
Interessante anche l’introduzione dell’ospedale psichiatrico, che permette finalmente di esplorare il mondo dei reietti (gli outcasts nella versione originale) al di fuori dei confini patinati di Nevermore.
Qui incontriamo personaggi davvero marginali, meno levigati e più disturbanti, ma proprio per questo più fedeli all’essenza stessa del termine: il reietto come figura ai margini, potenzialmente pericolosa, temuta, disprezzata, ma anche, e soprattutto, invidiata per ciò che è.
Foto di HELEN SLOAN/NETFLIX – © 2025 Netflix, Inc.
Netflix e gli “spiegoni”
È ormai chiaro quanto potere abbiano i colossi dello streaming, come Netflix, sui propri prodotti. Spesso questo controllo finisce per soffocare la libertà creativa degli autori. Solo pochi riescono ancora a difendere la propria visione, e Tim Burton, purtroppo, negli ultimi anni sembra averla un po’ smarrita.
Tuttavia, uno dei problemi principali resta però la sudditanza nei confronti del pubblico, che va costantemente accontentato. Se un tempo il principio guida della scrittura era “show, don’t tell”, oggi il famigerato “spiegone” sembra essere diventato socialmente accettabile.
È accaduto anche con serie di successo come Squid Game, e Mercoledì non fa eccezione.
Via libera, quindi, a personaggi che si spiegano a vicenda cose che dovrebbero già sapere, solo per aiutare lo spettatore a non perdersi. O ancora: ripetizioni, riassunti inter-episodio… tutto pur di evitare che il pubblico debba sforzarsi troppo.
Sappiamo bene che queste scelte non dipendono da esigenze narrative o artistiche. Tuttavia, restano un punto critico che è giusto evidenziare, perché l’eccesso di compiacenza verso lo spettatore finisce per snaturare le opere proprio del loro elemento più affascinante: la costruzione di una storia, che proprio come il castello di Nevermore, è fatta di fondamenta solide e una buona dose di passaggi segreti.
Cosa ci aspettiamo?
In generale, questa seconda stagione potrebbe riuscire a mettere d’accordo sia gli amanti della prima stagione che gli spettatori più perplessi. Dopotutto, chi sceglie di entrare nel mondo degli Addams sa bene cosa cerca: humour nero, satira pungente e un’estetica elegantemente macabra.
Mercoledì, pur con le difficoltà inevitabili di trasporre un personaggio così affilato e con ben poche sfumature in un’eroina seriale, che per forza di cosa va emotivamente approfondita, si sforza di seguire la ricetta meglio che può.
Il risultato è una serie che intrattiene, diverte, e che si fa guardare piacevolmente da un bacino numeroso di pubblico.
Quindi si, Tim Burton (o meglio, il grande boss Netflix) ha mantenuto la parola.
Ora non resta che aspettare gli episodi finali, in arrivo a settembre.
Sempre se ci arriveremo, a settembre. 🪦