Una sconosciuta a Tunisi è il secondo lungometraggio di Mehdi Barsaoui, presentato alla 81ª Mostra del Cinema di Venezia. Distribuito da I Wonder Pictures, il film, in sala a partire dal 24 luglio, è la storia di Aya, una donna in fuga dal suo passato che, cercando la libertà, viene coinvolta in un caso di abuso di potere da parte della polizia. Mehdi Barsaoui intreccia il dramma personale con una denuncia potente, riflettendo sul prezzo della libertà.
Aya è una giovane donna sulla soglia dei trent’anni che vive a Tozeur, una cittadina nel Sud tunisino. Sfruttata dal manager dell’albergo in cui lavora e dalla famiglia che fa pesare su di lei l’affitto e le spese, Aya sogna di scappare lontano dalla sua vita. L’occasione arriva in modo inaspettato: un grave incidente stradale, di cui lei è l’unica sopravvissuta, le permette di scomparire e ricominciare da zero, sotto una nuova identità nella frenetica Tunisi. Senza immaginarlo, però, entra in un giro di prostituzione e di affari illeciti che la fanno diventare testimone principale di un caso di omicidio in cui è coinvolta la polizia. L’accaduto minaccia di far emergere la sua vera identità, mettendola di fronte a una scelta che le sconvolgerà la vita un’altra volta.
La denuncia
Il vero cuore di questo film non è la rinascita di Aya, né le sue difficoltà, ma una denuncia potente contro l’abuso di potere da parte della polizia. Mehdi Bersaoui ci arriva lentamente, costruendo una cornice e un racconto ricco di eventi e di sfumature, che culmina in una verità amara. Nella capitale, Aya inizia finalmente ad assaporare la libertà e grazie alla sua nuova coinquilina scopre il mondo dei locali e del divertimento. Ma, dietro all’ allettante proposta di affitto, si cela un traffico di donne in cui la sua coinquilina è coinvolta. Senza saperlo, Aya è diventata proprietà di Rafik. E quando lei conosce un nuovo ragazzo in discoteca, gli scagnozzi di Rafik lo uccidono brutalmente, protetti dall’omertà di due poliziotti che lavorano nel locale illegalmente.
Entriamo così nel cuore del problema: la polizia complice di un omicidio sceglie di proteggere sé stessa, sacrificando la verità. In un sistema dove la reputazione conta più della giustizia e la fragilità umana è un’arma di controllo, sorge la domanda centrale. Vale la pena distruggere il proprio futuro per salvare l’immagine di un morto?

Una sconosciuta a Tunisi diretto da Mehdi Bersaoui.
Il prezzo da pagare
La storia di Aya è la rappresentazione di un sogno proibito, una rinascita priva di conseguenze, ma come guidata da un destino crudele. La sfortuna la perseguita trascinandola in un giro di prostituzione, illegalità e abusi – il prezzo da pagare per la nuova identità. Mehdi Bersaoui ci racconta una storia ai limiti del tragicomico con uno sfondo culturale denso e significativo. La condizione di Aya diventa il simbolo di una libertà negata da cui solo una “morte” simbolica e burocratica può offrire una via di fuga.
La rinascita
Una fotografia spettacolare cattura la vastità del paesaggio tunisino arido e sabbioso che accompagna il viaggio di Aya verso la “fine” della sua esistenza e la sua conseguente rinascita. Questo scenario mozzafiato diventa il confine simbolico tra la vita frenetica e opprimente di Tozeur a quella libera della capitale. Una ripresa quasi documentaristica che ci fa seguire la storia di Aya, tra il cambio d’identità e momenti di riflessione. A Tunisi, la vita della giovane spazia dal caos dei locali, le stazioni della polizia e la natura che amplifica il suo dilemma morale: sacrificarsi per redimersi oppure fare della menzogna la sua nuova realtà?

Una sconosciuta a Tunisi diretto da Mehdi Bersaoui.
Una sconosciuta a Tunisi di Mehdi Bersaoui è un’opera da non perdere. Una narrazione emozionante e intensa, una denuncia essenziale di un fatto sempre più frequente al giorno d’oggi e spesso taciuto nel passato – quello dell’abuso di potere.
L’interpretazione di Fatma Sfarr rende la storia estremamente delicata e potente, e insegna che a volte bisogna perdersi per ritrovarsi.