Bird Drone di Radheya Jegatheva è uno dei titoli presenti al SiciliAmbiente Film Festival, in programma dal 14 al 19 luglio. In circa nove minuti, questo cortometraggio centra pienamente tematiche, location e situazioni di un evento, ormai, considerato luogo d’incontro tra registi, attivisti, cittadini e spettatori che condividono la voglia di raccontare presente, e possibile futuro, della sostenibilità e dei diritti umani.
La trama di Bird Drone
Un gabbiano ferito, con l’occhio malconcio e il becco segnato, si muove in un paesaggio fatto di rifiuti. Gli altri volatili lo evitano, condannandolo a non trovare il suo posto, né tra i suoi simili, né nell’ambiente che lo circonda. Poi, qualcosa di inaspettato: un drone bianco e arancio. Il gabbiano lo scambia per una creatura viva, forse simile a lui, e decide di seguirlo.
Bird Drone e l’empatia tra i rifiuti
Radheya Jegatheva presenta una natura deformata, resa estranea persino a se stessa. Un gabbiano che vive tra rifiuti che non può socializzare, in uno stormo che non lo accoglie. È questa estraneità che lo spinge a cercare connessione altrove, fino all’incontro con il drone: corpo meccanico dai colori rassicuranti, bianco e arancio come piume false.
La macchina, però, ha una missione, dei limiti e, soprattutto, un proprietario. Quando torna alla base, infatti, il disinganno è violento, e il gabbiano, tradito ancora una volta da ciò che aveva riconosciuto come simile, reagisce con rabbia e dolore.
Una natura che prova a ritrovarsi
Si arriva, quindi, al finale volutamente didascalico di questo Bird Drone. Il gabbiano, infatti, pur appropriandosi del drone, comprende l’impossibilità di instaurare una relazione con il marchingegno – scarico e incapace di dare segnali di ‘vita’ -, e trova rifugio, finalmente, tra le ali di un suo simile.
Un messaggio ambientale forte, ma non predicatorio. Anche perché plastica e rifiuti non fanno da sfondo: sono una presenza opprimente, quasi un personaggio. Un elemento che coesiste con una natura che prova ancora a riconoscersi, nonostante la contaminazione. Una prospettiva interessante, una concezione di sostenibilità non come semplice tutela, ma come relazione, empatia. Tra specie, esseri viventi e mondi alternativi.