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FESTIVAL DI CINEMA

‘Broken Voices’ di Ondřej Provazník al KVIFF 2025: parabola di un canto spezzato

Al Karlovy Vary International Film Festival arriva in anteprima 'Broken Voices', un drammatico coming-of-age che già sta facendo parlare di sé nell'ambiente cinematografico europeo.

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Nella sezione Crystal Globe Competition del Karlovy Vary International Film Festival approda Broken Voices (Sbormistr), il nuovo film di Ondřej Provazník, regista ceco già noto per Old-Timers (2019). Presentato in anteprima al festival, il film è già uscito nelle sale ceche.

Broken Voices: di cosa tratta

Ambientato nella Cecoslovacchia dei primi anni ’90, Broken Voices segue la vita di Karolína (Kateřina Falbrová), una ragazza di tredici anni con un dono straordinario per il canto, inserita in un coro femminile d’élite. Quello che inizialmente appare come un percorso di crescita artistica e personale si trasforma gradualmente in una spirale emotiva complessa, segnata da tensioni familiari e da un rapporto sempre più opprimente con il direttore del coro, Vítězslav Mácha (Juraj Loj), figura carismatica ma ambigua.

Nel raccontare questa storia, ispirata a eventi realmente accaduti all’interno del celebre coro Bambini di Praga, il film affronta il tema del condizionamento psicologico nei confronti dei minori, osservato dal punto di vista della protagonista, stretta tra la voglia di emergere e un contesto che lentamente ne erode l’innocenza. Il risultato è un’indagine sensibile sul potere, sulla manipolazione e sulla fragilità dell’identità in formazione.

Un dramma di formazione fuori dagli schemi

Con Broken Voices, Ondřej Provazník si distacca dalle atmosfere più tecnicali del suo precedente Old-Timers per avventurarsi in un terreno emotivamente più instabile e intimo. La regia opta per un ritmo sottile, teso ma non forzato, che lascia emergere le crepe emotive nei momenti di maggiore silenzio, dando valore ai dettagli, agli sguardi, ai gesti appena accennati.

Il comparto visivo gioca un ruolo cruciale nella costruzione di questo stato di tensione latente: il direttore della fotografia Lukáš Milota riesce a tradurre in immagini l’inquietudine crescente, bilanciando luci calde, quasi rassicuranti, con ombre che suggeriscono un disagio sempre più marcato. Le ambientazioni, a tratti scolastiche, a tratti clericali, diventano un palcoscenico emotivo che alterna senso di protezione e inquietudine.

Quello che colpisce è la capacità del film di far coesistere due mondi in apparenza opposti: l’armonia delle voci bianche, pura e limpida, e la realtà distorta di un potere adulto che si insinua sotto forma di controllo emotivo. È in questa dicotomia che Broken Voices costruisce la sua tensione più profonda.

Quando l’innocenza stona

L’interpretazione di Kateřina Falbrová è il cuore pulsante del film. Con una recitazione spontanea e contenuta, l’attrice restituisce tutta la complessità di una giovane mente che si muove tra l’ammirazione cieca e la crescente disillusione. Il realismo delle esibizioni corali, registrate dal vivo, contribuisce a rafforzare il senso di autenticità e vulnerabilità che attraversa la pellicola.

Nonostante le numerose qualità, il film mostra qualche incertezza sul piano narrativo. L’insistenza su simbolismi forti e contrasti marcati tra voce e silenzio, luce e ombra, guida e coercizione rischia in alcuni momenti di rendere la narrazione troppo trattenuta, sacrificando fluidità in favore di una forma stilistica molto controllata. La coerenza tematica resta forte, ma il racconto sembra a tratti più orientato a evocare che a esplorare.

Una voce difficile da ignorare

Broken Voices non è solo un film di formazione: è una riflessione sulla vulnerabilità e sul bisogno di essere ascoltati, anche quando le parole mancano. Nonostante qualche rigidità narrativa, il film riesce a toccare corde profonde, restituendo con lucidità la discesa emotiva della protagonista. Il finale, lontano da ogni retorica, lascia spazio a una catarsi sofferta ma necessaria: una presa di coscienza, ancora acerba, ma irrimediabilmente trasformativa.

Con questo lavoro, Provazník offre uno sguardo diretto e coraggioso su una realtà scomoda, ancora poco affrontata nel cinema dell’Europa centrale. Broken Voices è un film che lascia il segno non tanto per ciò che mostra, ma per come lo fa: con delicatezza, senza semplificazioni, e con la voce – talvolta spezzata – di chi, troppo a lungo, è rimasto inascoltato.

Broken Voices

  • Anno: 2025
  • Durata: 104
  • Regia: Ondřej Provazník