Presentato al Short International Film Festival Maremetraggio di Trieste, in corso dal 28 giugno al 5 luglio 2025, HOW TO WRITE, an AI guide in four steps è diretto da Nicola Eddy (classe 1993), già editor nella comunicazione comunicativa, ora passato dietro la macchina da presa. L’intento sperimentale del corto è quello di realizzare “un tutorial vintage narrato da un’IA che guidi i creators nel combinare fra loro i frammenti di vecchie narrazioni, rivelando che creare è costruire, non inventare”.
Lezioni di sopravvivenza all’ombra delle tecnologie
HOW TO WRITE, an AI guide in four steps rievoca con filmati passati d’archivio un tempo “in cui le storie arrivavano come sussurri: improvvise, indomite, intere”; un’epoca quindi ormai tramontata oggi, in particolare con l’avvento delle intelligenze artificiali, che vedono prevalere invece una cultura frammentaria, come chiosa la voce over del film. Dopo un prologo obiettivo e didascalico, HOW TO WRITE, an AI guide in four steps avvia un viaggio in forma di guida alla ricerca della creatività non così perduta, il cui primo passo è Localizzare. L’invito di questo iniziale step è quello di immergersi nel deposito di storie, restando ai loro margini: conta un gesto, uno sguardo, un significato, non il senso.
E mentre continuiamo ad assistere sullo schermo ad immagini di un repertorio per lo più amatoriale, soprattutto della prima metà del Novecento (a colori o in bianco e nero), si avvia la seconda fase, Raccogliere (un invito ad attendere che il disegno complessivo delle frasi si riveli da sé), e infine la terza, Trasformare, dove si esplica che
“una scena si fa pensiero, una frase diventa canzone, una canzone diventa silenzio: il cambiamento non è distruzione, ma adattamento”.
HOW TO WRITE, an AI guide in four steps con uno stile sentenzioso e talvolta ermetico che si fa carico di tautologie enuncia di fatto l’epitaffio della creatività più romantica, in un sistema in cui tutto esiste e già è stato inventato, senza che questo equivalga alla crisi delle potenzialità immaginifiche grazie alle combinazioni possibili di un mare artistico sconfinato. Il quarto step, Rilasciare, è quello più chiarificatore del destino della propria inventiva, anch’essa votata a essere frantumata e ricomposta da altri:
“Nell’assemblaggio, un’eco di qualcosa più grande. I frammenti si fanno intero”.
Un corto che adagia la sua forma brulla e antiestetica, coerentemente, al suo messaggio e che pur nei suoi risvolti pessimistici schiude una luce sul futuro dell’originalità creativa.