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Doppi agenti, doppio dramma: i thriller di spionaggio in lizza per l’oro agli Emmy

Il gioco delle spie si arricchisce di prestigio

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Lo spionaggio sta vivendo una rinascita in grande stile. Un tempo dominio di trench e cliché della Guerra Fredda, la corsa agli Emmy di quest’anno dimostra che i drammi di spionaggio sono ora più incisivi, bizzarri e stellari che mai. Con quattro principali contendenti – The Agency, Black Doves, The Day of the Jackal e il campione di ritorno Slow Horses – la categoria Miglior Drama è ricca di tradimenti, doppie vite e una rivisitazione moderna della segretezza.

Ogni serie decostruisce il genere a modo suo, mescolando suspense ad alto rischio con profondità emotiva e mordente politico. Diamo un’occhiata più da vicino allo scontro spia contro spia che domina il dibattito sugli Emmy.

The Agency – Elegante, sensuale e spietatamente contemporanea

Di Joe Weisberg e Joel Fields (The Americans), The Agency scambia la nostalgia sovietica con l’elegante paranoia dell’era della Silicon Valley. Jeff Bridges interpreta un leggendario agente della CIA che, convinto a uscire dalla pensione, si ritrova a confrontarsi con un mondo più giovane e veloce, e con una talpa sepolta al suo interno. La serie trasuda fascino: uffici oscuri, intelligenza artificiale decifratrice di codici, agenti che sanno troppo e agenti che non sanno nulla.

Ma sotto la patina si cela una storia sorprendentemente intima su eredità, invecchiamento e la nebbia morale dell’intelligence moderna. È una versione aggiornata che appare al tempo stesso fresca e dolorosamente attuale. Gli elettori degli Emmy probabilmente la stanno valutando per l’alto valore produttivo e l’interpretazione magnetica di Bridges.

Black Doves – Romanticismo tra le macerie

Black Doves di Netflix rompe gli schemi, fondendo il thriller di spionaggio con il romanticismo noir, il tutto ambientato in una Londra post-Brexit ribollente di criminalità e corruzione. Keira Knightley interpreta la moglie di un diplomatico e agente sotto copertura, la cui storia d’amore con un pericoloso sconosciuto (Ben Whishaw) minaccia di sconvolgere tutto. Creata da Joe Barton (Giri/Haji), la serie è tutta luci di candela e pistole silenziate: splendida, cupa e audacemente incentrata sui personaggi.

Ciò che distingue Black Doves è la sua tenerezza. Tra sorveglianza e assassini, si percepisce un dolore profondo: desiderio, solitudine e le scelte impossibili che definiscono le vite sotto copertura. Gli elettori degli Emmy potrebbero essere attratti dalla sua malinconica eleganza e dalla migliore interpretazione televisiva di Knightley fino ad oggi.

The Day of The Jackal – Un classico rivisitato

Questa coproduzione tra Peacock e Sky rielabora il classico di Frederick Forsyth in un thriller geopolitico ad alto tasso di adrenalina per l’era dello streaming. Eddie Redmayne interpreta l’inafferrabile assassino, ma questa volta lo Sciacallo non è una reliquia del terrore della Guerra Fredda: è una forza in continua evoluzione in un mondo post-verità.

Il Giorno dello Sciacallo reinventa la sua fonte non ignorando la storia, ma trasformandola in un’arma. Burocrazie oscure si scontrano con la sorveglianza digitale e la guerra algoritmica, rendendo questo gioco del gatto e del topo tanto incentrato sul controllo delle informazioni quanto sui proiettili. Con l’interpretazione agghiacciante di Redmayne e la portata internazionale, è il tipo di thriller di prestigio che potrebbe sfuggire al successo agli Emmy a sorpresa.

Slow Horses – Ancora l’attrezzo più affilato del capanno

Slow Horses di Apple TV+ è il ritorno del peso massimo, guidato da un glorioso Gary Oldman nei panni di Jackson Lamb, il più a malincuore geniale pasticcione dell’MI5. Basata sui romanzi di Mick Herron, la serie è diventata silenziosamente un capolavoro di equilibrio tonale: commedia impassibile, tensione da spionaggio e archi emozionali sorprendentemente ricchi.

Giunta alla sua quarta stagione, Slow Horses rimane tagliente come un rasoio. Estrae l’assurdo dalla burocrazia, pur offrendo azione bruciante e trame intricate. È anche diventata terreno fertile per interpretazioni eccezionali: Jack Lowden, Kristin Scott Thomas e l’esordiente Sope Dirisu offrono tutti un lavoro degno di un Emmy.

Spionaggio, evoluto

In questa stagione degli Emmy, lo spionaggio non riguarda solo i segreti, ma anche l’identità, la mortalità, la memoria e l’amore. Che si tratti dell’elegante paranoia dell’Agenzia, della rovina romantica di Black Doves, dell’inquietante reinvenzione di The Jackal o della brillantezza tragicomica di Slow Horses, il dramma di spionaggio si è liberato del suo trench e ha acquisito una sorprendente carica emotiva.

Aspettatevi doppi giochi. Aspettatevi un’esplosione lenta. E soprattutto, aspettatevi di vedere più di uno di questi show sul podio alla serata degli Emmy.

 

 

 

Fonte: IndieWire