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‘Puffi’ – Puffetta e Senza Nome sono le due facce del nuovo film

Il nuovo film animato con la voce di Rihanna prova a rinnovare la saga, restando però ancorato a dinamiche oramai superate

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Cosa succede quando una delle icone più longeve dell’animazione torna al cinema cercando di rinnovarsi, ma inciampa ancora nei vecchi tropi? La risposta arriva con I Puffi (2025), il nuovo film animato diretto da Chris Miller, che mescola buona animazione e voci celebri: da Rihanna a John Goodman. Finisce per inciampare nella scrittura e nei messaggi , specialmente sul fronte della rappresentazione femminile.

L’animazione è aggiornata, i colori vividi e la regia piena di ritmo, ma il cuore del racconto resta ancorato a dinamiche narrative oramai superate. L’opera che ha visto la sua anteprima italiana al Giffoni Film Festival sceglie dunque di muoversi tra nostalgia e mancanza di coraggio. 

Il film è al cinema dal 27 Agosto. Distribuzione Eagle Pictures.

Che ruolo ha una Puffetta in un mondo di Puffi maschi?

È la domanda che si riaccende, ancora una volta, nel nuovo film d’animazione I Puffi in uscita nei cinema italiani il 27 agosto. Nonostante un tono scanzonato, il film si porta dietro un’eredità complessa: quella del cosiddetto “Smurfette Principle”, l’archetipo narrativo che assegna alla donna un posto marginale, solitario e stereotipato all’interno di gruppi maschili. Un concetto coniato nel 1991 dalla critica Katha Pollitt per indicare la presenza di una sola donna in ensemble tutti maschili.

Puffetta, doppiata nella versione originale da Rihanna, è stata letteralmente creata da Gargamella, lo stesso mago che vuole distruggere il suo mondo. Non nasce come i Puffi, ma viene plasmata a partire da un’idea maschile, quasi fosse una costola di Adamo. Il film, pur aggiornato visivamente e narrativamente, non riesce a smarcarsi da questo passato: Puffetta prende il comando, ma resta spesso tratteggiata come “la femmina” del gruppo, quella che spezza i momenti di riflessione con battute leggere, come se il suo talento fosse semplicemente essere carina. E sempre accomodante.

Puffetta, il cliché che non evolve

Anche in questo film, nonostante il tentativo di conferirle leadership, il suo potere sembra essere più “essere la femmina” che altro: non ha un tratto distintivo, non una competenza specifica. La questione non è solo narrativa, ma simbolica. Come ha scritto la critica americana Maryann Johanson:

“Il film sembra voler essere femminista, ma abbraccia una forma gentile di misoginia che mette le donne su un piedistallo invece che affiancarle agli uomini”.

La stessa Rihanna, che le presta la voce nella versione originale, lo dice chiaramente in un’intervista:

“Da piccola volevo essere Puffetta perché era l’unica ragazza, ma poi mi sono chiesta: perché c’è solo lei?”

Una domanda che tocca il cuore di un problema narrativo mai davvero risolto. Anche in questo film, Puffetta è spesso ritratta come l’elemento pacificatore, o quello che invita a cambiare argomento quando la discussione si fa seria. Nonostante Rihanna porti energia e una voce iconica al personaggio, la scrittura non le permette mai di uscire davvero dal “principio di Puffetta”: resta l’unica donna in un mondo di uomini, prigioniera di un ruolo che il film sembra temere di scardinare.

Senza Nome: essere speciali o solo “assegnati”?

Nel villaggio dei Puffi, ogni Puffo ha un nome che corrisponde ad un’identità ed un talento. C’è Puffo Effetti speciali, Puffo Tontolone, Puffo Quattrocchi, e così via. Tutti hanno qualcosa. Tutti tranne uno: Senza Nome. Ed è lui il vero protagonista del film. All’inizio non ha un’abilità specifica e per questo è lasciato ai margini. Ricorda un po’ Mirabel in Encanto, l’unica della sua famiglia a non avere un potere magico.

Il film si apre con l’elenco dei talenti disponibili, quasi una lista di opzioni prestabilite a cui bisognerebbe adattarsi. L’idea che non si debba per forza essere eccezionali per essere accettati sembra emergere con forza. Almeno inizialmente. Poi però tutto cambia: Senza Nome scopre di avere poteri magici e cosmici, utili per salvare il villaggio. Una svolta narrativa? Forse. Che lascia un retrogusto amaro senza risolve il nodo alla base. Il messaggio che arriva è ambiguo: vale la pena solo se alla fine ce l’hai anche tu quel talento. Una parabola che parte dalla diversità ma torna alla norma, all’eccezionalismo come unica via per contare qualcosa.

Parodia amara della contemporaneità: tra Zoom e sfruttamento

In un universo dove i puffi ballano in discoteca a Parigi e si teletrasportano da un mondo all’altro, spicca un aspetto imprevisto: la satira sul mondo del lavoro.

Il personaggio di Link Dean, lo stagista del perfido Razamella (fratello di Gargamella), è un bersaglio grottesco ma efficace. È disposto a distruggere un intero villaggio pur di ricevere una buona recensione su una piattaforma di networking. In una scena lo sentiamo dire:

“Mi serve una recensione positiva.”

Anche se i suoi gesti includono uccisioni e atti immorali. Il film accenna al fatto che molti adulti oggi sono come Link Dean: disposti a tutto, anche ad annullarsi, pur di piacere.

Si lavora da remoto, ci si incontra su Zoom, si ordina da mangiare online. La società contemporanea viene trasportata, con ironia e qualche stoccata. Dove l’incontro fra i quattro antagonisti pronti a distruggere il bene nel mondo, avviene su Zoom, in una sequenza surreale ma rivelatrice. È quasi una satira del capitalismo digitale e del culto della performance: un mondo dove l’etica cede davanti a un feedback positivo e la sopravvivenza passa per l’approvazione altrui.

Villain, viaggi e location: tra magia e ironia

Gli antagonisti, Razamella e Gargamella, funzionano. Sono buffi, non troppo spaventosi, ma hanno carisma, anche grazie al doppiaggio brillante. Il castello di Razamella, immerso in una Germania fiabesca, è gotico quanto basta, ma sempre in tono da favola pop. L’ironia visiva è accentuata da creature strambe e nuove razze come gli Snooterpoots (guidati dalla vulcanica Mamma Poot), che contribuiscono a dare varietà e ritmo.

Nel loro viaggio interdimensionale, i Puffi passano per Parigi, dove si ritrovano in una discoteca underground con altri Puffi francesi, per poi finire in altri mondi paralleli, tra cui un deserto. Un’esplorazione visiva che ha il merito di intrattenere, anche se a volte sembra un collage di ambientazioni più che un vero percorso narrativo. La fotografia accompagna questi spostamenti: Parigi è resa con toni glamour e saturi, una cartolina pop, mentre la Germania diventa cupa e gotica, accentuando il lato più oscuro e fiabesco della storia.

I Puffi

  • Anno: 2025
  • Durata: 92'
  • Distribuzione: Eagle Pictures
  • Genere: animazione, musicale, fantastico, commedia
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Chris Miller
  • Data di uscita: 27-August-2025