Connect with us

CinemAmbiente

‘Blame’ di Christian Frei: la pandemia della disinformazione in un mondo senza equilibrio

Il COVID-19 mette in ginocchio il mondo e tre scienziati, che l'avevano previsto, devono fare i conti con accuse, complotti e disinformazione dilagante in un sistema globale allo sbaraglio

Pubblicato

il

Blame (Christian Frei, 2025)

Cosa significa cercare la verità in un mondo che l’ha trasformata in merce negoziabile, sensazionalista, una mera leva geopolitica? Blame – Bats, Politics and a Planet out of Balance, l’ultimo documentario di Christian Frei, regista svizzero candidato al premio Oscar e da sempre attratto dalle zone grigie della realtà, parte da una premessa, una domanda quasi retorica, lapidaria: e se la più grande crisi sanitaria del nostro secolo fosse stata anche il più grande cortocircuito comunicativo della storia moderna? Mentre il mondo è travolto dalla pandemia di COVID-19, tre scienziati che da tempo ne avevano previsto l’arrivo devono combattere non solo contro il virus, ma anche contro un’ondata di disinformazione, teorie del complotto e accuse politiche che minacciano di oscurare la verità.

Blame è in concorso Alla 28° edizione del Festival CinemAmbiente, la più importante manifestazione italiana dedicata ai film a tema ambientale, organizzata dal Museo Nazionale del Cinema di Torino dal 5 al 10 giugno 2025. CinemAmbiente, presentato dalla sua direttrice Lia Furxhi come un’importante vetrina del cinema green, ma anche spazio vivo di dialogo e un luogo in cui il cinema può ancora sensibilizzare il pubblico sui temi ambientali, pone i riflettori su un’accurata selezione di film che danno risposta ad una domanda vitale: può, Il cinema, farci cambiare il modo in cui guardiamo il mondo? La missione, certamente complessa, di film come Blame è quella di sensibilizzare, avvertire e cambiare le persone, mostrando fatti, storia e attualità come forme di libertà e potere, un potere sempre più lontano dalle mani delle persone comuni, sotto il giogo delle elite politiche.

Blame (Christian Frei, 2025)

Blame (Christian Frei, 2025)

Quel virus sconosciuto

Blame ha l’ambizione di approfondire una riflessione sul rapporto tra scienza, politica e media, che inizia nel febbraio 2003, quando Hong Kong diventa il punto di partenza della prima grande epidemia del XXI secolo: la SARS. Nell’intraprendere le proprie ricerche sulla natura di questo virus, tre scienziati seguono la tesi secondo cui i pipistrelli potrebbero esserne gli ospiti naturali, anticipando, in tal modo, le ipotesi secondo cui anche la COVID-19 avrebbe potuto trovare origine in una grotta, nella provincia cinese dello Yunnan. Lo scoppio di quest’ultima pandemia pone tre valorosi scienziati, Linfa Wang, Zhengli Shi e Peter Daszak, al centro di un acceso dibattito mediatico senza precedenti.

Accanto a loro, il quarto protagonista: il mammifero più noto nella cultura occidentale come foriero di presagi oscuri, sebbene presente sulla Terra da oltre cinquanta milioni di anni: il pipistrello.

E quell’animale ‘malefico’

Il film prende per mano lo spettatore e lo accompagna nelle pieghe torbide della pandemia da COVID-19, non con l’urgenza dello scoop ma con la pazienza dello scienziato. Non è un caso, infatti, che i tre protagonisti siano proprio tre virologi, tre figure finite sotto attacco mentre il mondo cercava disperatamente un capro espiatorio: Linfa Wang da Singapore, Zhengli Shi proprio da Wuhan e Peter Daszak da New York. Tre ricercatori che come detto, già nel 2003, avevano intuito l’origine animale del virus SARS e ne avevano tracciato la geografia sotterranea nelle grotte popolate dai pipistrelli.

Proprio questi ultimi, i pipistrelli, diventano simbolo e metafora del film: creature notturne, enigmatiche, antiche di oltre cinquanta milioni di anni, sopravvissute a estinzioni e cataclismi. Come i tre scienziati, sono stati osservati, giudicati, demonizzati senza essere compresi. Frei costruisce intorno a loro un’immagine oscura ma poetica, condita da una narrazione curata che ricorda Werner Herzog: la grotta come ventre primordiale, luogo di nascita e di paura, da cui emerge la conoscienza, ma anche la paranoica ignoranza.

Blame (Christian Frei, 2025)

Blame (Christian Frei, 2025)

Cos’è successo davvero a Wuhan?

La narrazione è densa, immersiva, mai sensazionalista. Il tono è rivelatore, ma non didascalico: l’infanzia dei tre scienziati, le loro frustrazioni, le minacce ricevute, la solitudine degli anni di ricerca diventano il tessuto umano su cui Frei intesse una riflessione più ampia. Contro la tendenza dei media a ridurre tutto a titoli e complotti, Blame restituisce dignità e complessità a chi è stato trattato come notizia, strumento e non come essere umano.

Ma non si tratta solo di riabilitare delle persone. Il film pone una domanda bruciante: cos’è successo davvero a Wuhan?La seconda parte del documentario si concentra su questo interrogativo, martellante, che rimbalza tra le voci ufficiali e i silenzi assordanti. Le riprese nel mercato umido, le immagini degli animali ammassati in condizioni igieniche precarie, le indagini negate o ostacolate, il fantasma dei minatori morti nel 2012 per una strana polmonite. Ogni traccia sembra aprire un nuovo bivio narrativo, e ogni bivio è presto fagocitato da una narrativa alternativa: dai documenti declassificati dei servizi segreti statunitensi alla costruzione paranoide del “laboratorio segreto”, fino alla propaganda tossica amplificata dai social network. Personaggi pubblici come il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, sono messi sotto accusa, criticati per la strumentalizzazione fatta della pandemia che va a pari passo con la scarsa conoscenza dell’argomento.

I film premiati a CinemAmbiente Junior 2025

“Più inconsistente è la tua idea, più forte la condividi”: questa frase, parafrasata da una sequenza del documentario, è forse la sintesi più efficace del Far West digitale che ha alimentato l’isteria collettiva. Frei non ha bisogno di esagerare: gli basta mostrare come un tweet di Elon Musk o una dichiarazione di Trump, presenti nel film, come inquietanti maschere contemporanee, possano cambiare la percezione globale di una tragedia umanitaria. Il virus non bastava più. Serviva un nemico, un capro espiatorio facile. Serviva la Cina.

Blame (Christian Frei, 2025)

Christian Frei

La forza di Blame sta nel suo sguardo etico, quasi chirurgico, e al tempo stesso profondamente umano. Il regista prende posizione, sì, ma senza piegare la realtà: il suo è un appello alla lucidità, alla responsabilità, alla complessità. Non ci sono risposte facili, e il finale quantomai aperto lo conferma. Quello che ci resta è una memoria, accurata e spietata, di ciò che forse poteva essere evitato e sicuramente non lo è stato, e un invito a tenere gli occhi bene aperti. Perché la prossima crisi, scientifica, ecologica o sociale, potrebbe arrivare mentre ancora discutiamo su chi abbia avuto ragione, dimenticandoci che la verità, quella vera, spesso non urla: sussurra dalle grotte, appollaiata a testa in giù.

Christian Frei: tra le pieghe della realtà

Christian Frei esordisce nella regia negli anni ’90. Nel 2001 il suo War Photographer viene nominato all’Oscar e nel 2009 Space Tourists vince il World Cinema Directing Award al Sundance Film Festival. Genesis 2.0 (2018), co-diretto con Maxim Arbugaev, vince la 21ma edizione di CinemAmbiente. In veste di produttore realizza Raving Iran (2016), Saudi Runaway (2020) e Girl Gang (2022), di Susanne Regina Meures. Già presidente della Commissione per il documentario dell’Ufficio federale della cultura svizzero, dal 2006 al 2023 è docente associato di Reflection Competence presso l’Università di San Gallo. [christianfrey.de]

Taxidrivers a CinemAmbiente 2025

Blame

  • Anno: 2025
  • Durata: 122'
  • Distribuzione: CHRISTIAN FREI FILMPRODUCTIONS
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Svizzera
  • Regia: Christian Frei