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‘Grandmamauntsistercat’: una rivoluzione di immagini

Il cortometraggio 'Grandmamauntsistercat', realizzato grazie al materiale d’archivio audiovisivo dell’Educational Film Studio di Łódź ridà vita alle immagini attraverso un racconto surreale: un luogo fatto da ricordi di un bambina che sembra provenire da un mondo lontano. Il film è stato presentato il 27 maggio durante il concorso internazionale della terza edizione di Unarchive Found Footage Fest.

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Grandmamauntistercat ,presentato in concorso all’Unarchive Found Footage Fest, è un cortometraggio realizzato, appunto, tramite la tecnica che dà il titolo alla rassegna. Le autorità della Polonia comunista del secolo scorso crearono originariamente le immagini che si vedono susseguirsi nel cortometraggio con il fine ultimo di realizzare un documentario didattico.

Zuza Banasińska, la regista di quest’opera, slega i filmati dalla sua originale versione prettamente scientifica e didattica. Attraverso distorsioni dei suoni e delle immagini stesse, crea un montaggio surreale, e riesce a modificare l’evoluzione del racconto in una storia esoterica legata alle società matriarcali preistoriche.

Christian Metz, nel suo saggio Semiologia del cinema, afferma:

Il segreto del cinema è questo: iniettare nell’irrealtà dell’immagine la realtà del movimento, e realizzare così l’immaginario fino a un punto mai ancora raggiunto

La tecnica del Found Footage è uno dei metodi che più si rifanno a queste parole, in quanto riesce a costruire un cinema che dà vita a nuove storie, grazie all’utilizzo di immagini d’archivio che rinascono attraverso una nuova chiave di lettura e di significato.

Zuza Banasińska riesce in questa impresa titanica: Grandmamauntistercat è un’ opera che coniuga la narrazione di ciò che è esoterico, misterioso e atavico, attraverso un repertorio inizialmente pensato come materiale audiovisivo di matrice scientifica.

Grandmamauntistercat: i topos classici della cultura slava prendono nuova forma

In Grandmamauntsistercat la narrazione prende avvio da una figura mitologica centrale della cultura slava: la strega Baba Jaga.

Le favole slave per bambini la rappresentano spesso come un personaggio ambiguo: a volte come una strega incantatrice, altre  le attribuiscono il ruolo di spirito guida.

La regista trasforma Baba Jaga in una dea preistorica, posta al vertice di una comunità che si fonda su un modello matriarcale. Le immagini del film si susseguono mentre una bambina, in voice off, racconta la storia della sua famiglia, composta esclusivamente da figure femminili. Nonostante il tono surreale, il film trasmette un messaggio chiaro: il femminile rappresenta il centro vitale della cura e dell’amore. La nonna, la madre e le zie della bambina si riflettono tutte nella figura di Baba Jaga. Queste donne vivono in solidarietà, sostengono la società e le proprie famiglie, e trasmettono valori fondamentali come l’amore assoluto, la cura e l’empatia.

La regista, attraverso la rielaborazione della figura di Baba Jaga in relazione all’infanzia, invita lo spettatore a riflettere profondamente sui concetti di parentela e identità. Nell’opera di Zuza Banasińska, le immagini d’archivio vengono rovesciate e assumono una nuova funzione: diventano uno strumento potente per interrogarsi sulla libertà delle donne e, più in generale, sul movimento femminista.

Un ibrido tra documentario e Video Arte

Grandmamauntsistercat è un prodotto audiovisivo a metà fra il documentario e la video arte.

La ricostruzione che fa la regista delle immagini d’archivio attraverso il montaggio dà al film un’impronta surrealista. La narrazione è portata avanti dalla bambina che si trova ancora in questo embrione e racconta la vicenda, ma il lavoro fatto sulle immagini non sempre si intrecciano con la vicenda raccontata. Il lavoro della regista Zuza Banasińska ricorda i film del regista spagnolo Luis Buñuel che, con matrice surrealista, evoca nello spettatore un sentimento perturbante. E Zuza Banasińska riesce a fare lo stesso in Grandmamauntsistercat: le immagini di un vecchio documentario didattico si trasformano e restituiscono allo spettatore una visione in grado di squarciare la prosa del mondo. Zuza Banasińska nel suo cortometraggio riesce, attraverso un incredibile lavoro creativo a maneggiare il simbolismo del femminile in una maniera affascinante e fuori dagli schemi.

Grandmamauntsistercat si configura come un esperimento cinematografico potente e originale, capace di sovvertire le convenzioni narrative e visive attraverso un uso audace del montaggio e dell’archivio. Zuza Banasińska, con il suo approccio visionario, non solo omaggia la lezione del cinema surrealista, ma la rinnova in chiave personale, intrecciando memoria, simbolismo e immaginazione. Il suo cortometraggio è un atto poetico, in cui il femminile si fa linguaggio della forza generativa del mondo. Un’opera che invita a guardare oltre l’apparenza e a riscoprire, nello sguardo perturbante dell’infanzia, una nuova possibilità di lettura della realtà.

Grandmamauntsistercat

  • Anno: 2024
  • Durata: 23 minuti
  • Distribuzione: EYE Filmmuseum, Video Power
  • Genere: Video Arte, Documentario
  • Nazionalita: Polonia
  • Regia: Zuza Banasińska