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Sex & violence: il cinema estremo di Bruno Mattei e Claudio Fragasso

Dieci dischi per Sex & violence, il prestigioso cofanetto targato Midnight Classics.

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Sex & violence è il prestigioso cofanetto targato Midnight Classics attraverso cui Plaion pictures rende omaggio ai cineasti romani Bruno Mattei e Claudio Fragasso. O meglio a quello che nei primi anni Ottanta fu il loro cinema estremo, quando si firmavano rispettivamente Vincent Dawn e Clyde Anderson. Un cinema che, come il titolo di questa edizione lascia intuire, fece del sesso e della violenza due dei suoi principali ingredienti. Un cinema amato da tutti coloro che, in un sempre più edulcorato terzo millennio tricolore, lo ricordano oggi con non poca nostalgia. Coloro per i quali, dunque, rappresenta indubbiamente un autentico oggetto del desiderio questa uscita Midnight corredata di booklet e ben nove cartoline da collezione. Un’uscita in edizione a tiratura limitata di mille copie dispensatrice di otto lungometraggi distribuiti su dieci dischi. Dieci dischi che andiamo ad analizzare di seguito.

 

Tra morti viventi e ratti

Presente sia in 4K Ultra HD che su blu-ray, è Virus – L’inferno dei morti viventi ad aprire le danze di Sex & violence. Diretto da Mattei e da un non accreditato Fragasso, che è anche tra gli sceneggiatori, in assoluto uno dei più noti zombie movie italiani. Zombie movie nato nel 1980 sulla evidente scia del successo romeriano Zombi, di due anni prima, riciclandone addirittura la colonna sonora dei Goblin. Il tutto per portare in scena alcuni giornalisti e un gruppo di commandos alle prese, appunto, con quelli che sembrerebbero morti viventi. In quanto si scopre poi che è un gas radioattivo venuto fuori da una misteriosa centrale in Nuova Guinea a trasformare le persone in mutanti antropofagi. Un gas creato al fine di risolvere il problema della sovrappopolazione nei paesi del Terzo Mondo facendo sì che i residenti si mangino tra loro. Lasciando dunque emergere un sottotesto di denuncia social-ecologista in mezzo all’abbondanza di sbudellamenti e spargimenti di sangue. Man mano che la narrazione viene rimpolpata con sequenze tratte dal documentario Nuova Guinea: L’isola dei cannibali, realizzato nel 1974 da Akira Ide. Documentario oltretutto incluso nella sezione extra del blu-ray, insieme a trailer, dodici minuti d’intervista a Mattei, undici all’attrice Margit Newton e venti all’attore Franco Garofalo. Più un commento audio dello storico del cinema Eugenio Ercolani e dell’autore e sceneggiatore Troy Howarth che accompagna anche il 4K Ultra HD.

E dallo zombie movie ci spostiamo in territorio eco-vengeance (il filone filmico degli animali assassini) con Rats – Notte di terrore, datato 1984.

Sebbene Mattei, ancora una volta affiancato alla regia da un Fragasso non accreditato, abbia dichiarato di essersi ispirato a La notte dei morti viventi. Al libro derivato da quel grande classico di George A. Romero, però. Classico che portava in scena un assedio, proprio come in questo caso. L’assedio che, in un futuro post-atomico, un manipolo di sopravvissuti subisce qui da parte di ratti sbrana-uomini. Manipolo di sopravvissuti tra i quali possiamo riconoscere i volti dello stuntman Ottaviano Dell’Acqua, della Geretta Geretta di Dèmoni e del caratterista Gianni Franco. Oltre che del Massimo Vanni che fu spalla del maresciallo Giraldi/Tomas Milian, nel mezzo di un’ambientazione chiaramente debitrice nei confronti della saga Mad Max. Con un assurdo, folle finale a sorpresa e almeno una sequenza cult. Quella che vede uno dei disgustosi roditori uscire dalla bocca di una vittima femminile dopo essere penetrato nel suo corpo dalle parti basse. Al servizio di un altro lungometraggio disponibile sia in 4K Ultra HD che su blu-ray, ma provvisto di contenuti speciali solo nel secondo disco. Tra trailer, quattordici minuti di making of, dodici d’intervista a Dell’Acqua, nove al musicista Luigi Ceccarelli e quasi sette a Mattei.

 

Le monache del peccato

 È invece sotto pseudonimo Stefan Oblowsky che Mattei firma nel 1980 La vera storia della monaca di Monza. Un tardo sexy conventuale che prende evidentemente spunto dal popolare personaggio de I promessi sposi di Alessandro Manzoni. Un tardo sexy conventuale che attinge sia dai lavori di Walerian Borowczyk che da I diavoli di Ken Russell. Calando la Zora Kerowa di Antropophagus e Cannibal ferox nei panni (pochi) della giovanissima Marianna. Giovanissima che, per volontà del padre e per sconosciuti motivi di famiglia, viene rinchiusa nel convento di Santa Margherita. Convento dove diventa suora con il nome di Virginia Maria senza immaginare, però, che il luogo sia tutt’altro che in odore di santità. D’altra parte, la torbida vicenda si evolve con rapporti intrattenuti dal cappellano insieme a suore compiacenti. Favorendo anche irruzioni notturne del suo ricco compare. Personaggi incarnati dal sopra menzionato Garofalo e da Mario Cutini e ai quali si aggiunge presto anche un frate inquisitore. In un bollente calderone abbondante in nudi femminili e comprendente sesso saffico e delitti.

Fino al drammatico, arcinoto epilogo manzoniano su sceneggiatura di Fragasso. Per un nunsploitation che, con trailer italiano quale extra, Sex & violence propone su blu-ray.

Come pure il contemporaneo L’altro Inferno, che, sempre firmato Oblowsky, pare sia stato in realtà girato quasi tutto dal buon Claudio. Un altro nunsploitation, dunque, ma che pone del tutto in secondo piano l’aspetto erotico per privilegiare quello horror. In quanto è chiaramente in qualità di falso sequel di Inferno di Dario Argento che a suo tempo volle farsi credere. Tanto da tirare in ballo un azzannamento al collo da parte di un cane come avvenne in Suspiria. Ma il tutto, immerso in una cupissima atmosfera, non ha ovviamente nulla a che fare con le Tre Madri di Mr Profondo rosso. Popolato proprio dallo stesso cast de la vera storia della monaca di Monza. Cast spaziante da Garofalo a Franca Stoppi, passando per Paola Montenero e Andrea Aureli. Con l’aggiunta di Carlo De Mejo nel ruolo di un sacerdote chiamato ad indagare sugli strani eventi che si susseguono, appunto, in un convento. Mentre la colonna sonora gobliniana riciclata per lo più da Buio omega di Joe D’Amato accompagna la sequela di nefandezze. In mezzo ad ovaie strappate ad una sorella e perfino fugaci apparizioni zombesche nella fase conclusiva. In modo da concretizzare un elaborato in fotogrammi decisamente malsano. Un elaborato affiancato in questa edizione in alta definizione dal trailer italiano e da tredici minuti di intervista al produttore Roberto Di Girolamo.

 

La perversa e sanguinaria antica Roma

Proseguendo la tradizione dei lungometraggi a tematica analoga girati contemporaneamente, si passa a Caligola e Messalina e Nerone e Poppea, entrambi del 1982. Lungometraggi stavolta ambientati, come è intuibile, nell’antica Roma, ma sempre per abbracciare fortemente gli stilemi del bis nostrano. Il primo incentrato sulla Messalina di Betty Roland che cerca di diventare la favorita del sanguinario e spietato imperatore Caligola alias Vladimir Brajovic. Il motivo? Arrivare ad essere la sua consigliera per prendere il potere; mentre la Agrippina di Françoise Blanchard escogita un piano per destituirlo. Il tutto, con un’impostazione generale che guarda ai peplum degli anni Sessanta, per cavalcare chiaramente l’onda di Io, Caligola. Il cult movie la cui paternità non è mai stato troppo chiaro se attribuirla a Tinto Brass o Bob Guccione. Un aspetto curioso se pensiamo che anche Caligola e Messalina rientra in un discorso simile. Perché, sebbene firmato da Mattei sempre come Vincent Dawn, pare che a co-dirigerlo sia Jean-Jacques Renon, ma il film è attribuito al produttore Anthony Pass. Ovvero Antonio Passalia, in quanto a questo occorreva la nazionalità francese perché aspettava finanziamenti dal governo d’oltralpe.

Ma è più che evidente l’impronta dell’autore de L’altro inferno nei circa novantasette minuti di visone orchestrati tra orge e combattimenti di gladiatori.

Come di consueto in una messa in scena caratterizzata da pochezza di mezzi e montando nel mucchio sequenze provenienti da pellicole di altri registi. Senza risparmiare amplessi quasi hard e lasciando emergere un certo retrogusto da parodia nel coinvolgere volti noti della commedia “pecoreccia”. Da Jimmy il Fenomeno a Sal Baccaro. Un’autentica follia in fotogrammi, dunque, il cui blu-ray fornisce quali contenuti speciali il trailer inglese e la versione cut di quasi un’ora e ventitré minuti. Un trattamento simile che viene riservato anche al blu-ray di Nerone e Poppea, con extra trailer inglese e versione cut di quasi un’ora e ventidue minuti. A fronte del montaggio integrale di novantotto minuti che cala stavolta la già citata Blanchard nel ruolo di colei che fu moglie dell’imperatore Nerone. Quest’ultimo dal volto di Piotr Stanislas; man mano che viene fatta rivivere sullo schermo la sua poco edificante e dissoluta vita. Anche qui con Jimmy il Fenomeno tra gli attori, tante sequenze erotiche, ma anche momenti altamente crudi. Citiamo soltanto quello in cui assistiamo ad un sanguinoso cambio di sesso da uomo a donna.

 

Emanuelle nera tra le sbarre

E non poteva certo mancare all’interno della variegata filmografia di Mattei qualche lavoro rientrante nel sottogenere denominato WIP, acronimo di “women in prison”. Letteralmente “donne in prigione”, dunque. Sottogenere in cui rientra il suo Violenza in un carcere femminile, risalente al 1982. Un progetto nato come Emanuelle, reportage da un carcere femminile, non a caso con protagonista la Laura Gemser divenuta sexy icona come Emanuelle nera. È infatti proprio sulla falsariga delle sue precedenti avventure cinematografiche che la troviamo impegnata ad incarnare una giornalista (di nome Emanuelle) che si fa arrestare. Perché il suo scopo è compiere per Amnesty International un’indagine sulla condizione delle prigioni. Man mano che, tra immancabile sesso saffico e momenti di stupro, abbiamo anche una disgustosa sequenza a base di pericolosi ratti. Anticipando in un certo senso parte di ciò che poi sarebbe accaduto due anni dopo con il sopra recensito Rats – Notte di terrore.

Un WIP il cui blu-ray offerto da Sex & violence include trailer italiano e quattordici minuti di intervista al regista, a Fragasso, qui sceneggiatore, e a Rossella Drudi.

La Rossella Drudi co-autrice non accreditata dello script di Blade violent – I violenti, come di consueto operazione contemporanea e analoga alla precedente. Operazione firmata con pseudonimo Gilbert Roussel, ma caratterizzata da un aspetto curioso. Pare infatti essere stata curata soprattutto da Fragasso ed è facile crederlo. Perché, nonostante le consuete nefandezze carcerarie assortite, viene privilegiata non poco l’azione. Campo in cui il futuro regista di Palermo Milano solo andata e Le ultime 56 ore ha sempre dimostrato di muoversi bene. In questo caso con la Gemser rinchiusa a causa di un traffico di droga nella prigione in cui si è asserragliato un gruppo di pericolosi evasi. Gole squarciate a morsi e roulette russe fanno il resto, sfruttando bene o male proprio lo stesso cast di Violenza in un carcere femminile. Da Gabriele Tinti (marito della Gemser nella vita) a Lorraine De Selle, passando per Ursula Flores e la sopra menzionata Stoppi. Completano il disco in alta definizione il finale alternativo, il trailer inglese e quasi ventuno minuti di conversazione con Fragasso.