A distanza di quasi 40 anni dalla scomparsa di Andy Warhol, avvenuta nel 1987, arriva nelle sale solo per due giorni il doc “Andy Warhol. American Dream” diretto da L’Ubomír Ján Slivka e distribuito in Italia come ultimo appuntamento della stagione Grande Arte al Cinema di Nexo Studios.
“Andy Warhol. The American Dream” indaga su i legami familiari dell’artista e cerca attraverso un viaggio, di questa pellicola on the road, le radici che hanno plasmato uno degli artisti più influenti del Novecento. E attraverso le immagini del film scopriamo molti lati diremo inediti o se volete poco celebrati di uno dei personaggi più duttili della cultura mondiale.
Infatti Warhol è stato pittore, grafico, scultore, sceneggiatore produttore per il cinema e la televisione, regista, direttore della fotografia, attore e last but not least scopritore di talenti attraverso la sua Fabbrica. Perciò i suoi lati da (ri) scoprire sono tanti.
Perché “Andy Warhol. The American Dream” più che una biografia, è un tentativo, piuttosto riuscito direi, di proporci un tuffo nell’intimità e nell’animo stratificato, particolarmente mistico, di questo figlio di emigranti dell’Europa orientale, che è riuscito forse per la prima volta di mescolare una tradizione di cultura bizantina, come ne dimostrano le riprese all’interno delle chiese ortodosse della Slovacchia come luoghi della memoria che rivivono (anche) nei colori dei suoi quadri migliori con la dolce “follia”della sua Factory e quindi con il sogno industriale americano. Prima che questo sogno diventi un incubo come oggi. “Vengo dal nulla”, ripeteva Warhol, e American Dream descrive questo “nulla” seguendolo come il sentiero dorato del Mago di Oz. Mai artista più di Andy Warhol è riuscito a “raccontare”, in modo frammentario sì ma anche e sopratutto incisivo, il suo viaggio dalla profondità dell’Europa dell’Est fino al cuore della cultura più archetipica americana: in fondo che cos’è il corpo di un Joe Dallesandro e di una Viva, cosi presenti in molti lavori del nostro, se non quello di Tom Sawyer twainiano e della sua amica Becky Thatcher oppure i volti di una Marilyn e di una Liz Taylor con i loro colori sgargianti che riprendono la severità delle immagini sacre della tradizione bizantina?
“Andy Warhol. The American Dream” attraverso rivelazioni, ricordi, gli archivi inediti in possesso dei familiari, il tentato omicidio del 1968, il ricovero, la morte, il sepolcro scava nell’intimità di questo grande artista per arrivare a quello che lo ha reso famoso e sopratutto personaggio pubblico.
