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‘Hidden – Sepolto nell’ombra’ intervista con Giuseppe Lo Conti

Il regista siciliano è alle prese con un nuovo thriller, stavolta più psicologico, tra sogni, realtà e allucinazioni

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hidden giuseppe lo conti

Dopo il precedente thriller Haunted IdentityGiuseppe Lo Conti torna a dirigere un altro titolo straniero: Hidden – Sepolto nell’ombra. Il film, diretto e prodotto da Giuseppe Lo Conti (che si è occupato anche del montaggio e delle musiche), è un thriller psicologico prodotto da Dark Eagle Film Production Insurgence (anche distributore streaming). Nel cast Daniele FerrariSara PalliniRaffaele TaddeiLeonie Reénie KleinAntonio CorazzaElena FaccioEmanuela TrovatoGiovanni Carta.

Mentre cerca di ricostruire la sua vita dopo una tragedia, Tommaso si ritrova intrappolato in un incubo fatto di persecuzioni, omicidi e segreti sepolti nel passato, dove la verità è più oscura di quanto possa immaginare.

Hidden – Sepolto nell’ombra di Giuseppe Lo Conti avrà la sua anteprima assoluta sul grande schermo al cinema Apollo di Messina giovedì 24 aprile 2025 alle 20.30, in attesa di trovarlo poi sulle piattaforme streaming. In occasione dell’anteprima cinematografica abbiamo fatto alcune domande al regista.

Hidden – Sepolto nell’ombra di Giuseppe Lo Conti: un thriller psicologico

Dopo il tuo precedente Haunted Identity adesso sei in uscita con questo nuovo film. Se dovessi descrivere Hidden – Sepolto nell’ombra cosa diresti?

Premetto che chi mi conosce sa qual è il mio genere prediletto e, di conseguenza, il mio tipo di scrittura e i miei punti di riferimento. Quindi questo Hidden – Buried in the Dark (o Sepolto nell’ombra, secondo la traduzione italiana) è un thriller psicologico. È incentrato sulle vicende di tre persone, un marito, una moglie e un intruso che cerca, in ogni modo, di mettere in subbuglio questa famiglia.

Sono d’accordo quando parli di thriller psicologico. Con l’altro film molti avevano parlato di thriller con tinte horror, mentre qui si tratta di un thriller allo stato puro forse con dei richiami al genere giallo, a causa dell’indagine.

Sì, diciamo che si tratta di un’indagine che, però, non ho sviluppato in maniera approfondita. In generale preferisco il thriller e, quindi, anche in questo caso gli ho dato maggiore spazio e maggiore spessore non portando avanti allo stesso modo i due filoni. Ho preferito lasciare la parte riferita al giallo in una situazione più mentale.

In effetti quando ci siamo sentiti per il tuo precedente film, mi avevi parlato di un interesse per la psiche umana anticipando che avresti analizzato i meandri della mente nei tuoi progetti futuri. Si può dire, quindi, che c’è stata un’evoluzione in questo senso?

Sì, quando te l’ho detto stavo già scrivendo questo film e per questo parlavo di psiche con cognizione di causa perché stavo impostando questo nuovo progetto. Poi per quasi due anni l’ho lasciato da parte, poi, quando l’ho ripreso, ho letto un po’ di testi universitari di psicologia che mi hanno aiutato mentre scrivevo e mi hanno permesso, alla fine, di realizzare il film che avevo in mente. Anche se devo dire che, quando si tratta di produzioni indipendenti come questa, ci sono sempre tante montagne da scalare e bisogna adattarsi a tante situazioni, a tante vicende che cambiano anche durante le riprese. Come già avevo avuto modo di sperimentare con il covid.

Uno stretto legame con l’estero

E nonostante tutte quelle problematiche Haunted Identity ha ricevuto anche diversi riconoscimenti all’estero.

Esatto. E tutto questo mi ha portato ad avviare una collaborazione per Hidden con un produttore di Los Angeles, la Insurgence, che ringrazio per la totale fiducia.

Sempre a proposito di estero, credo che, così come già accaduto con il precedente, anche in questo tuo film sia presente un’idea di universalizzazione. Forse è una riflessione dettata anche dalla scelta del titolo che è nuovamente inglese.

Probabilmente in parte sì. Diciamo che tutto è iniziato con il mio primo cortometraggio nel 2012 dopo che mi sono laureato in regia e sceneggiatura cinematografica. Ho iniziato a fare un po’ di corti per qualche anno e ho vinto vari premi, anche importanti, ma sempre all’estero.

Questa, nello specifico, è una produzione anche estera perché sono stato io a presentarlo a questa casa di produzione tramite un cortometraggio nel quale spiegavo le mie idee.

Ed è bello sapere che hanno apprezzato e preso in considerazione le tue idee. Soprattutto considerando che si tratta di un genere non semplice e che trova difficilmente spazio nel panorama italiano.

Sì, anche perché credo che in Italia, per certi versi, si sia rimasti fermi a Dario Argento che è stato un capostipite del genere.

Anche Hidden di Giuseppe Lo Conti ha un cast corale

Tornando al film, ho notato che in generale nei tuoi progetti non c’è mai un solo protagonista assoluto, ma piuttosto c’è sempre un cast corale che dà modo anche di analizzare lo stesso aspetto da più punti di vista. Non a caso, in Hidden la stessa cosa viene vista da più prospettive e questo fatto sembra essere quasi una sorta di tua firma.

In generale non delineo sempre un unico personaggio attorno al quale far ruotare tutta la storia, ma preferisco avere più personaggi per avere modo di affrontare più questioni. Lo faccio anche per una questione di scrittura pratica, per poter ambientare meglio ogni situazione che si va a creare perché, come dicevi, si può vedere da più punti di vista, ed è questa, secondo me, la cosa più intrigante quando si realizza un progetto del genere. A me piace poter giocare con i vari personaggi e fare in modo che la storia magari possa cambiare da un momento all’altro. Non a caso quando ho scritto questo film la fine era completamente diversa e andando avanti con la scrittura ho cambiato alcune cose in corso d’opera perché è bello poter creare miliardi di situazioni finali che possono dare un senso o meno. Questa è la cosa che mi piace di più della scrittura. Poi c’è una cosa che mi caratterizza: il fatto che io quasi sempre inizio dalla scena finale e vado all’indietro a scrivere e sviluppare il resto della storia. Credo che il fatto di avere il finale già ben delineato mi aiuti un po’.

hidden giuseppe lo conti

La locandina

A proposito della scrittura vorrei chiederti della mescolanza tra realtà e finzione che inserisci all’interno del film. Senza fare spoiler in Hidden si alternano momenti di realtà nei quali la storia progredisce e momenti che fanno riferimento a sogni, illusioni, allucinazioni. Come hai avuto queste intuizioni e come hai lavorato in questo senso?

In generale avevo già ben definito il tutto, anche questo aspetto. Seguivo quella linea che mi ero prefissato all’inizio anche se poi, come succede sempre durante la realizzazione, per un motivo o per un altro, non è tutto esattamente come avevi immaginato. In alcune circostanze bisogna anche adattarsi a quello che si ha a disposizione, come la location, senza perdere la linea principale del racconto.

La location

Visto che hai fatto riferimento alla location volevo chiederti come hai scelto i luoghi di Hidden. In Haunted Identity avevi a disposizione una villa molto grande e molto bella che è risultata anche funzionale al racconto. Anche in questo film riesci a sfruttare al meglio i luoghi che hai a disposizione e, anche attraverso delle inquadrature particolari (mi vengono in mente quelle delle scale), non si riesce a comprendere completamente dove si trovano i personaggi e questo alimenta la suspense perché la casa e i luoghi in generale nascondono delle insidie e non permettono di capire (da) dove potrà arrivare qualcosa o qualcuno.

Sì, con l’altro film avevamo una sola location, la villa, di cui avevamo parlato perché comunque era un vero e proprio protagonista della vicenda. In questo diciamo che ci sono più location e non avevo la necessità di dare a questi luoghi quel risalto particolare che aveva avuto la villa nel precedente film perché un luogo poteva valere l’altro. Le scale alle quali fai riferimento hanno colpito subito anche me perché le ho trovate congeniali a quello che avevo in mente, anche se non erano previste nella sceneggiatura iniziale.

A proposito delle location ci tengo a ringraziare il comune di Trevignano Romano dove ho girato il film e che dal primo giorno si è reso disponibile ad aiutarmi permettendomi di girare anche sul molo.

Musiche e colori

Ci sono poi due elementi che secondo me sono fondamentali in un film come Hidden perché contribuiscono tantissimo a farlo funzionare. Mi riferisco alle musiche e ai colori che, oltre al contributo alla storia, riescono anche a mescolarsi tra loro e viaggiare in parallelo. Se le musiche sono usate in modo funzionale soprattutto nei momenti di massima suspense, i colori sono in generale sempre esageratamente saturi e via via più cupi. L’unica scena più colorata dell’intero film è quella iniziale in farmacia che rappresenta anche un’eccezione con tutto il resto della storia, sotto tutti i punti di vista, quasi a destabilizzare lo spettatore.

Intanto ti ringrazio per la domanda sulla musica perché sono stato io ad averla composta e suonata, cosa che non avevo mai fatto per i miei film. Ci ho lavorato di pari passo al montaggio (perché anche di quello mi sono occupato personalmente) e man mano che montavo scrivevo, pensavo o provavo le musiche da inserire. In generale ho usato sempre un tono cupo sia nelle note che nel resto per rappresentare al meglio l’essenza della storia del film.

Per quanto riguarda il colore sul set ho lavorato con operatori di camera che mi hanno aiutato tantissimo occupandosi anche di più aspetti. Mi hanno aiutato anche a rifare alcune scene e sistemarle per avere quel punto di vista diverso dal mio per provare a vedere le cose da un’altra prospettiva (come quella sulla scala, per esempio). Il colore finale in post produzione è poi un lavoro fatto da un colorista americano, quindi si tratta di un’opera realizzata in parte oltre oceano.

Per quanto riguarda la scena iniziale alla quale hai fatto riferimento devo dire che con quella ho voluto dare quel tocco diverso rispetto al resto del film. A volte nei film horror quando si realizza la musica viene inserita una strofa musicale con una singola nota stonata per dare un senso di disorientamento, di ansia, di paura che, collegata a tutto il resto della musica, dà una sensazione di appannamento. Ecco perché ho voluto creare una scena che fosse stonata rispetto a tutto il resto del film. Se uno la guarda non c’entra niente con il resto del film, ma è proprio questo fatto, in realtà, a collegarla.

Io l’avevo inizialmente associata al fatto di richiamare tutte quelle allucinazioni che si susseguono nel corso della narrazione come se si trattasse di una visione distopica, anche per come è ripresa.

Sì, ci sono tante chiavi di lettura, anche se quella giusta non si può dire perché sarebbe uno spoiler e potrebbe essere collegata a un sequel. Questo perché si tratta di un progetto pensato come una trilogia.

Giuseppe Lo Conti e l’uscita del suo Hidden

Non posso non chiederti dei progetti futuri. Quindi c’è già in cantiere un seguito?

Per il momento posso dire che metterò in pausa questa trilogia per dedicarmi a un altro progetto, ancora non ufficiale, ma dovrei iniziare la pre produzione già dal mese prossimo. Posso anticipare che ho deciso di virare verso l’horror vero e proprio.

Adesso, però, massima concentrazione nella promozione di Hidden che avrà un’anteprima speciale sul grande schermo.

Esatto. Dovrebbe uscire sulle piattaforme a breve, ma l’uscita in streaming sarà preceduta da un’anteprima speciale nella mia città, a Messina. Grazie a Insurgence, produzione con la quale ho collaborato, Hidden avrà un’uscita ampia, non solo in Italia, ma anche in America e in altri paesi. La prima uscita ufficiale sarà, però, il 24 aprile al cinema Apollo di Messina alle 20.30.

Poi sto cercando anche di organizzare una proiezione nel comune di Trevignano dove il film è stato girato. Stiamo cercando di definire una data prima che il film esca in streaming.

Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli

Hidden - Sepolto nell'ombra

  • Anno: 2025
  • Durata: 105'
  • Distribuzione: Insurgence
  • Genere: Thriller
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Giuseppe Lo Conti