Ryan Coogler non è noto per andare sul sicuro, e con Sinners ci ha ufficialmente dato dentro fino in fondo. La sua epopea sui vampiri, che fonde generi diversi e intrisa di blues, ambientata nel Sud sotto Jim Crow, non è solo ambiziosa nella trama, ma è una vera e propria odissea visiva. Con il direttore della fotografia Autumn Durald Arkapaw dietro la macchina da presa, Sinners è diventato il primo film a fondere l’imponente portata dell’IMAX 65mm e la magia ultra-wide dell’Ultra Panavision 70 in un unico progetto. È un gioco di prestigio, certo, ma con un serio scopo narrativo.
Il risultato? Una straordinaria danza di aspect ratio – 1.43:1 per IMAX e 2.76:1 per Ultra Panavision – che oscilla tra dramma concreto e spettacolo soprannaturale con una fluidità sbalorditiva. Ma non è sempre stato questo il piano. Infatti, Coogler aveva inizialmente immaginato Sinners girato in un 16mm crudo e intimo.
Dal 16mm alla storia del cinema
Quando Coogler e Arkapaw iniziarono la pianificazione visiva, tutto cambiò. Il film vede Michael B. Jordan nei panni dei due gangster Smoke e Stack, in fuga dalla Chicago dell’epoca di Capone per aprire un juke-box a Clarksdale, Mississippi. Il tono surreale e i temi mitologici della storia richiedevano rapidamente qualcosa di più grande, letteralmente.
“Ho letto la sceneggiatura e le immagini mi sono esplose nella mente”,
ha raccontato Arkapaw. Le prime proiezioni di prova delle pellicole in 70mm di 2001: Odissea nello spazio e The Hateful Eight hanno consolidato la loro decisione. L’Ultra Panavision li ha aiutati a catturare l’orizzonte brullo del Mississippi, le lunghe camminate attraverso i campi di cotone e la pesantezza dei cieli del Sud.
Spingere l’IMAX ai suoi limiti
Nonostante le sue dimensioni e il suo audio ingombranti, l’IMAX ha offerto un’intimità inaspettata.
“Non stai solo guardando, sei dentro la scena”,
ha detto Arkapaw. Coogler ha riservato quasi 30 minuti del film all’IMAX, usandoli non solo per le esplosive risse tra vampiri, ma anche per momenti emotivamente crudi e introspettivi, come la scena di introspezione in chiesa che apre il film.
E poi c’è il momento clou: una surreale sequenza musicale in un juke joint in cui l’esordiente Miles Canton (Sammie) esegue “I Lied to You”, accompagnato da un variegato cast di musicisti passati e futuri. Girato in IMAX, ha richiesto una coreografia meticolosa, ma il risultato è un caleidoscopio di colori, movimento e pura energia.
Inquadrare una nuova era
Arkapaw, che da tempo predilige i formati anamorfici e cita Il petroliere come punto di riferimento, ha trovato il suo punto di equilibrio. Con la disciplina del widescreen e l’inquadratura centrale, ha dato a entrambi i formati spazio per respirare, mantenendo un linguaggio visivo coerente.
In Sinners, l’IMAX non è solo uno spettacolo, è una lente che tocca l’anima. E l’Ultra Panavision? È il mito. Insieme, stanno riscrivendo le regole di come storie come questa dovrebbero essere viste.
Fonte: IndieWire