Durante la sedicesima edizione del Bari Film Festival (Bif&st), il regista Nanni Moretti si è reso protagonista di uno straordinario intervento durato poco più di mezz’ora. Un racconto autobiografico diviso in 9 capitoli, quasi recitato con tanto di copione sul palco del Petruzzelli.
Difatto il primo di una serie di incontri previsti dal festival, in particolare questo arricchito dalla proiezione di uno dei migliori film del regista “Ecce Bombo”. Scopriamo dunque i vari passaggi del decalogo che ha incantato il pubblico.
Capitolo 1- L’ingresso nell’industria
“Perché sono diventato regista? Nessuno mi ha mai fatto fare l’aiuto regia, per questo sono diventato direttamente regista dei miei film. All’epoca non era così semplice realizzare un film, né girare corti. Ad oggi esistono molti più strumenti a disposizione per girare un film o un corto e farlo vedere. Mi ricordo che tra il 1973 e il 1974 andavo in giro con degli amplificatori per sponsorizzare i miei primi due corti.
Poi nel 1976 arriva “Io sono un autarchico”, girato in Super8, dove ho voluto raccontare del mio ambiente, della società in cui vivevo, della politica e delle relazioni. Sono fortunato perché il successo di questo film mi ha permesso di esordire nell’industria cinematografica che fino ad allora era solo un sogno”. “Ecce Bombo”, è dunque il film che cita Moretti concludendo il primo capitolo.
Capitolo 2- La regia
In questo secondo capitolo Nanni Moretti riprende a parlare da dove aveva finito: “Non credevo che “Ecce Bombo” potesse riscuotere così tanto successo. Tutti mi dicevano che il grande pubblico aveva bisogno di determinati elementi da vedere. Per me invece non era così, non ho mai cambiato il mio modo di fare cinema per piacere al pubblico. Il mio interesse era solo entrare nell’industria, e penso di averlo fatto nel miglior modo possibile. Spesso mi confrontavo con altri registi che hanno indubbiamente influenzato il mio modo di girare. Mi piacevano moltissimo i film dei fratelli Taviani e di Carmelo Bene, ma ho sempre cercato di portare gli argomenti che ritenevo miei”.
Capitolo 3- La sceneggiatura
“All’inizio scrivevo sempre da solo, non ritenevo necessario l’aiuto di altri sceneggiatori. Volevo scrivere da me quello che pensavo. Ad oggi invece mi sembra una cosa quasi impossibile, probabilmente oggi sono più esigente rispetto a prima. I film che mi hanno però cambiato e cambiato il mio modo di scrivere sono “La signora della porta accanto” con Depardieu e in particolare i film di Truffaut. Di fatto questi film, soprattutto i finali mi hanno fatto capire l’importanza dei materiali di sceneggiatura”. Parentesi comica infine per questo terzo capitolo nei confronti di “Conclave” come “film di Natale che si guadagna la pagnotta”, paragonando il suo “Habemus Papa” come film sul terrore di essere eletto.
Capitolo 4- Recitazione
Sempre tornando a parlare di “Ecce Bombo”, Moretti ha dichiarato di non aver fatto provini poiché imbarazzato visto il suo passato in Super8. Importante il ricordo del padre spesso costretto a prendere parte come attore ai suoi film. Ci vedeva del talento ha affermato. “Iniziai a far recitare amici e parenti e la prendevo come sfida personale”. Oggi invece sento più affetto e solidarietà da parte dei ragazzi”. Conclude il regista.
Capitolo 5- Produzione
“All’età di 38 anni ho deciso di fondare una mia società con Angelo Barbagallo. Dopo poco tempo ho scelto di rimanere da solo perché volevo più libertà, potevo scegliere autonomamente chi avrebbe finanziato il film, e mi piaceva l’idea di produrre registi esordienti. Quasi tutti i film Sacher sono stati co-prodotti da RAI, tranne “Il portaborse” e “Il caimano”. Non sapevo quante possibilità poteva darti una casa di produzione, sono riuscito infatti ad aprire un cinema e ad organizzare un festival di corti. Avevo addirittura la possibilità di girare con camera a mano elementi che sarebbero usciti in documentari, come la manifestazione de ‘il manifesto’, finita poi nel film “Aprile”. Quando un regista diventa produttore scopre un’altra versione di sé stesso, come se azionasse una parte diversa della testa. Ci sono tre categorie di produttori: produttori di sottogeneri del proprio, produttori che inconsapevolmente producono brutti film di giovani registi e non appartengo nemmeno alla terza, psicologicamente la più interessante: registi che diventano produttori per sodomizzare i giovani. Io non mi ci rivedo nei primi due, mentre il terzo è come ho detto molto interessante, e abbiamo un bellissimo esempio che è Francis Ford Coppola, diventato produttore di Wim Wenders.
Capitoli 6- Autobiografia
Nulla da dire su questo capitolo, il regista ha deciso di saltarlo.
Capitolo 7- La critica
“Ognuno può dire ciò che vuole del lavoro nel cinema. Io non ho mai da ridire”. Moretti è stato molto breve anche qui.
Capitolo 8- Il pubblico
“Dal momento che io stesso sono protagonista dei miei film, spesso il pubblico tende a confondere il personaggio con la persona”, sottolineando come il pubblico talvolta tenda ad andare in confusione con i suoi lavori.
Capitolo 9- La musica
Moretti ha parlato di come ultimamente trovi difficoltà nello spiegare il rapporto tra i suoi film e la musica “Le canzoni ci sono sempre, che siano già conosciute o scritte di proposito. In passato, però, riuscivo ad esprimere meglio questo rapporto, ora non più. Ma quello che realizzo continua a piacermi”.
Capitolo 10- Il cinema Nuovo Sacher
Il cinema è stato aperto il 1 novembre 1991, con la proiezione d’essai di “Riff Raff” di Ken Loach. “L’idea era quella di realizzare un cinema che avrebbe fatto star bene lo spettatore, proponendo film che mi piacerebbe vedere. Lo stesso avviene con l’arena “Bimbi Belli”, in estate. Tutto quello che faccio al di fuori del mio lavoro di regista, lo faccio perché mi piace e per chiudere il cerchio lavorativo”.
Alla fine del monologo, Nanni Moretti ha ricevuto il Premio Bif&st Arte del Cinema dal direttore artistico del festival Oscar Iarussi.