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Sudestival

‘Ogni pensiero vola’ la speranza di un mondo inclusivo

"Fin da subito mi sono sentita interessata all’argomento che riguarda la mia generazione e ho cercato di raccontare la storia di questi ragazzi in modo autentico”

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Ogni pensiero vola

Alice Ambrogi è in concorso al Sudestival con il suo primo lungometraggio documentaristico, Ogni pensiero vola, scritto insieme a Niccolò Crespi e realizzato in collaborazione con l’ASL Roma 1.

Un ritratto reale di uno spaccato della società contemporanea. Un grido d’aiuto, una denuncia sociale che nasce dal basso per arrivare in alto, alle Istituzioni della scuola, della politica e della famiglia. Una ricostruzione oggettiva del malessere delle giovani generazioni, che progressivamente penetra nell’intimo dei suoi protagonisti per svelare fragilità, forza e speranza in un mondo davvero inclusivo.

La trama di Ogni pensiero vola

Alessandra, Melissa, Martina, Ash, Aki e Andrea frequentano il centro diurno dell’Asl di Roma 1, un istituto pubblico che svolge attività destinate a persone tra i 15 e i 25 anni con difficoltà sociali e disturbi psichiatrici. Attraverso interviste coinvolgenti e toccanti, il documentario offre uno sguardo intimo sulla vita di questi ragazzi, esplorando le sfide quotidiane legate alla loro salute mentale. Il centro diurno diventa il punto focale del racconto e il pubblico viene introdotto a esso attraverso l’esperienza degli esperti che accompagnano i ragazzi nel loro percorso: tra cui la responsabile del centro diurno Teresa Tricomi e il direttore della UOC prevenzione interventi precoci, Gianluigi Di Cesare.

Un mondo invisibile

“Il progetto nasce dall’attività dell’ASL di Roma 1. Conoscevano i miei precedenti lavori e mi hanno coinvolta. Fin da subito mi sono sentita interessata all’argomento che riguarda la mia generazione e ho cercato di raccontare la storia di questi ragazzi in modo autentico”.

È Alice Ambrogi che ci racconta come nasce il suo primo lungometraggio, con protagonisti ragazze e ragazzi suoi coetanei. La giovane regista, classe 2000, ci rivela un mondo, purtroppo, invisibile e spesso silenziato nonostante le innumerevoli richieste d’attenzione. A lanciare queste richieste d’aiuto sono i protagonisti di Ogni pensiero vola: Alessandra, Melissa, Martina, Ash, Aki e Andrea, tutti giovanissimi che diventano il simbolo di una generazione che, senza colpe, vive una sofferenza comune.

Disturbi, disagi e soprattutto tanta solitudine vissuta da chi viene emarginato e bullizzato, invece che essere accettato e compreso, con tutte le proprie diversità. Le testimonianze raccolte, in modo schietto e genuino, da Alice Ambrogi ci restituiscono esperienze vissute in prima persona che fanno luce su un malessere giovanile, molto più diffuso di quanto possiamo immaginare.

Lo scontro generazionale

Il primo dato a emergere è, senza ombra di dubbio, la solitudine vissuta da questi ragazzi. Ignorati dalla Scuola e non ascoltati dalle proprie famiglie. Una solitudine che non solo li ha resi sempre più emarginati, ma ha finito di complicare ulteriormente la loro sofferenza, in uno scontro inevitabile con la generazione dei propri genitori, incapaci di percepire un malessere generato da loro stessi, più preoccupati per i pregiudizi esterni, piuttosto che della felicità dei propri figli. Uno scontro generazionale, in un periodo storico di grandi mutamenti sociali che ha determinato una distanza affettiva, difficilmente colmabile tra genitori e figli. I ruoli si sono invertiti e le richieste d’aiuto dei figli non sono accolte dai genitori, i primi a sentirsi insicuri, e spaventati. Così, come spiega Gianluigi Di Cesare, il processo di crescita si ferma, dando spazio a tanti e variegati disagi.

“I giovani sono il futuro ma questo futuro non viene alimentato”.

Alice Ambrogi fa sua questa complessa tematica, trattandola come parte in causa. Il suo sguardo è sempre interno alla vicenda e la vicinanza fisica ed emotiva con i protagonisti del suo film è evidente. Una comunanza anagrafica, ma non solo. La regista filtra le storie che le vengono raccontate, senza, però, alterare il senso della realtà, le organizza all’interno del testo filmico, veicolando un forte desiderio d’amore e d’inclusione.

Un desiderio condiviso da un’intera generazione che non si identifica più in istituzione, come la stessa famiglia convenzionale, probabilmente oggi anacronistica. Alice Ambrogi è in sintonia con i protagonisti del suo film proprio su questo punto e insieme a loro lancia una richiesta d’attenzione per una generazione spesso ed erroneamente colpevolizzata.

Il corpo come strumento politico

Il tutto avviene ponendo il corpo dei protagonisti di Ogni pensiero vola al centro del discorso. Uno strumento politico su cui concentrare la propria vita e l’immenso desiderio di essere presi sul serio.

“Il corpo è il centro di ogni mio racconto. Il corpo è tutto ciò che possediamo ed è uno strumento che possiamo usare per raccontarci, per lottare e per esprimerci. Oggi, purtroppo abbiamo sempre meno diritti sul nostro corpo e sottolineare la sua forza diventa agire politico”.

Con queste parole, Alice Ambrogi ci parla di sé stessa e anche dei suoi lavori precedenti, dove il corpo assume un ruolo centrale. Come in Baby Moon Park, cortometraggio distribuito dalla Premiere Film e con il quale ha partecipato a numerosi festival, in cui tratta di aborto o anche Spogliati, basato sulla performance queer.

Il corpo, dunque, come strumento politico e in Ogni pensiero vola è soprattutto strumento d’espressione che ci aiuta a introdurre un altro principale tema del film: l’identità di genere.

L’identificazione di genere in Ogni pensiero vola

Tra le storie raccontate da Alice Ambrogi ci sono quelle di giovani che appartengono alla comunità LGBTQ+, che non si identificano nella distinzione binaria tra maschile e femminile.

“A volte mi sento donna, altre volte uomo e a volte non mi sento né zuppa né pan bagnato”.

Così si esprime una delle protagoniste di Ogni pensiero vola e lo fa mentre si trucca, guardandosi allo specchio. Ciò avviene con naturalezza, come dovrebbe essere, perché la persona ha preso possesso del proprio corpo. Così come lo mostra la regista, riuscendo a trattare la fluidità di genere, che è un sentire diffuso tra le giovanissime generazioni.

È in questo momento che il film di Alice Ambrogi riesce a rivolgersi a tutta la società odierna. Il malessere esistenziale dei giovani resta centrale, ma le origini di questa sofferenza vanno ricercate altrove e precisamente al concetto di alterità, che spesso spaventa, respingendo chi appare diverso da noi.

“Ciò che non si conosce ci spaventa e quindi reagiamo con un totale rifiuto. Mi auguro, però, che noi giovani riusciremo a farci capire con le nostre diversità che non fanno male a nessuno, come non fa male a nessuno la mia libertà d’espressione: lasciatemi essere ciò che desidero”.

Amore, rispetto e libertà

Con queste parole la regista di Ogni pensiero vola condensa il messaggio del suo film. Il desiderio della sua generazione per un mondo libero, non più monocromatico, ma colorato con l’amore, il rispetto e la libertà. Concetti, probabilmente abusati, ma che sentiamo enormemente bisogno, in una società sempre più chiusa, dove qualcuno vorrebbe cancellare ogni tipo di diversità.

Questo primo lungometraggio di Alice Ambrogi documenta una realtà complessa, raccontata con una particolare sensibilità, che permette di andare oltre all’oggettività dei fatti. Tra le varie interviste, montate da Niccolò Crespi, la regista riesce a penetrare nella profondità dei fatti, catturando gli strati più intimi delle varie vicende intrecciate. Lo fa inserendo dei piccoli estratti visivi, accompagnati da una suggestiva musica, curata da Ethan Torchio, in cui le protagoniste del film appaiono, vestite di bianco, felici e spensierate, in un mondo onirico.

“Volevo dare una dimensione parallela al film, per andare oltre all’apparenza. È questo il messaggio del film, che invita tutti noi di andare in profondità quando conosciamo qualcuno che sembra diverso. Ho posto le ragazze in una dimensione spogliata da ogni pregiudizio, un mondo puro, felice, ma anche un po’ malinconico, ispirandomi a Il giardino delle vergini suicide, perché queste ragazze hanno accettato che il male fa parte della vita come il bene”.

Ogni pensiero vola

  • Anno: 2024
  • Durata: 64 minuti
  • Genere: documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Alice Ambrogi