Presentato al pubblico di vari Festival già dall’estate del 2022 e distribuito dal 2023 nelle sale di Francia e del resto del mondo, esce (finalmente) in Italia il prossimo 13 febbraio l’ultimo film di Marc Fitoussi, Amiche alle Cicladi (titolo originale Les Cyclades).
Scritto dallo stesso Fitoussi e interpretato, tra gli altri, da Laure Calamy, Olivia Côte e Kristin Scott Thomas, il film è distribuito in Italia da Movies Inspired.
Amiche alle Cicladi, la storia
Dopo essere state per tutta l’adolescenza amiche per la pelle, Magalie e Blandine si rincontrano dopo oltre trent’anni per volere del figlio di quest’ultima, Benjamin, che vuole salvare la madre dalla solitudine e dal senso di inadeguatezza. Sicuro di esaudire un sogno mai avverato, Benjamin organizza per loro un viaggio ad Amorgos, isola dell’Egeo scenario del film Le Grand Bleu di cui le due donne, da ragazze, erano grandi fan.
Una volta in viaggio, tuttavia, una serie di piccole disavventure rende evidente come il sogno della loro adolescenza assuma un significato inaspettato e diverso per ciascuna di loro, sottolinei le differenze caratteriali che le hanno sempre contraddistinte e metta a nudo la sostanza della loro relazione affettiva, troppo velocemente e forse immeritatamente messa da parte decenni prima.
«Volevo solo darti un po’ di gioia»
Il film è una commedia la cui ambientazione familiare iniziale si trasforma in un road movie (o sarebbe meglio dire un sea movie), dove la meta del viaggio delle protagoniste eroine è solo un mito ormai sbiadito della loro adolescenza. E come nelle epopee degli eroi che solcarono gli stessi mari millenni prima di loro, il viaggio, piuttosto che la meta, diventa anche qui la ragion d’essere del racconto.
Nella loro piccola odissea Magalie e Blandine incontrano personaggi e situazioni che fungono sempre da cartina al tornasole non solo della loro passata relazione, ma anche delle loro modalità individuali di essere qui ed ora. Per recuperare il loro rapporto e ristabilire un vero contatto il compito delle due amiche è di armonizzare queste due nature contrapposte, l’una istintiva, selvatica e voluttuosa, l’altra razionale, cauta e fredda. Devono però anche sciogliere i grumi del passato causati da piccole bugie e tradimenti.
Spensieratezza e perdonabili cliché
Al netto di perdonabili cliché, Amiche alle Cicladi è una commedia simpatica e godibile sull’amicizia e sulla sua capacità di rigenerarsi nel tempo. Ci ricorda che la vita non è tutta qui, non è solo doveri, responsabilità e serietà. E lancia la scommessa che l’entusiasmo per la scoperta di se stessi e del mondo che ci circonda non sia appannaggio esclusivo dell’età giovanile. Lo sa bene Magalie e lo riscopre nel finale Blandine quando acconsente, dopo decenni, ad andare di nuovo sui quei pattini cavallo di battaglia della sua giovinezza e a godere di un’inaspettata e bentornata gioia.
La forbita messa in scena del film si avvale di una scrittura lineare che non interrompe il flusso di racconto tra il preponderante tempo presente e un passato che fa capolino per singoli episodi o, funzionalmente, attraverso la trasfigurazione dei personaggi che dal passato tornano a mostrarsi simbolicamente nel loro aspetto e nella loro natura giovanile. I dialoghi comprendono battute simpatiche e mai sopra le righe, riflettendo la natura sempre delicata del film. La fotografia solare e brillante sconta l’ambientazione del viaggio mentre la musica costruisce un ponte con il tempo trascorso attraverso un revival della Disco di cui Magalie è portatrice diegetica, su tutti il brano principe “Young hearts run free” del 1976, considerata una delle più belle canzoni disco di tutti i tempi.