‘Landscape of Resistance’: suoni e visioni nella mente di chi lotta
Marta Popivoda restituisce nel suo documentario 'Landscape of Resistance' il risultato di un lavoro decennale costruito attorno ai ricordi della partigiana 97enne Sonja. Suoni e immagini di queste memorie si intrecciano e si dissolvono nei paesaggi dell’ex Jugoslavia, creando un dialogo potente e poetico tra passato e presente, con uno sguardo rivolto al futuro.
Il documentario della regista serba Marta Popivoda è un monumento alla resistenza antifascista nei territori dell’ex Jugoslavia, che celebra la storia di Sonja e tante altre donne partigiane, impegnate nei primi movimenti contro le barbarie del nazismo in Europa. Landscape of Resistance, dopo aver partecipato a WEMW nel 2018, è stato presentato in anteprima al festival di Rotterdam nel 2021. Selezionato in più di 30 festival internazionali, fra cui Sarajevo e Salonicco, è vincitore del Prix des bibliothèques al Cinéma du Réel 2021.
Landscape of Resistance: scegliere di resistere
Sonja, 97 anni, è una delle prime donne ad aver aderito al movimento di resistenza partigiana in Jugoslavia. Dietro un corpo apparentemente fragile si cela una storia di straordinaria forza e coraggio: fin dal liceo, Sonja entra nell’organizzazione comunista e antifascista e, nel 1941, diventa partigiana nella Serbia occupata dai tedeschi. Catturata, torturata e deportata ad Auschwitz-Birkenau, prende parte alla resistenza all’interno del campo di concentramento. Oggi, Sonja vive in un piccolo e tranquillo appartamento a Belgrado, assieme al marito e un gatto. Sarà questo il cuore pulsante di un racconto decennale. Il documentario intreccia i ricordi di quelle tragiche esperienze con immagini e suoni che restituiscono la memoria di un’intera generazione: non è solo la storia di Sonja, ma di tutte le donne che, come lei, hanno combattuto in quelle terre. Ai suoi ricordi si affiancano i pensieri della regista Marta Popivoda e della co-sceneggiatrice Ana Vujanović sulla situazione odierna, creando un dialogo tra l’Europa del passato e del presente, lasciando a noi l’ipotesi del futuro. Landscape of Resistance diventa così non solo un omaggio alla memoria, ma un manifesto antifascista che attraversa il tempo e la storia.
Still from Landscape of Resistance, all right deserve
Il linguaggio della memoria
Nella cornice del Trieste Film Festival, un documentario come Landscape of Resistance brilla senza alcun dubbio. Non è semplicemente un tributo alla forza che vive dentro Sonja, partigiana e coraggiosa protagonista di una grande rivoluzione: è molto di più.
Popivoda sceglie di non affidarsi alle classiche immagini d’archivio per onorare la memoria di Sonja, ma ne crea di nuove, capaci di emergere vivide nella nostra immaginazione man mano che il racconto prende vita. Questo distacco dal racconto storico tradizionale aggiunge profondità e intimità al documentario: gli spazi delicati e accoglienti ripresi dalla regista amplificano il valore di questa testimonianza, illuminando la figura di una donna apparentemente fragile che ci svela un passato rivoluzionario, fatto di fango e vento, nascosta nelle foreste per sfuggire ai nazisti.
Sonja narra la sua vita con una semplicità disarmante, come fosse un respiro: una serenità in forte contrapposizione con la durezza del racconto. Parte dalla sua giovinezza a Valjevo, nell’ex-Jugoslavia, dove da studentessa adottò gli ideali marxisti grazie a un compagno di classe. Da lì, il suo ruolo cruciale come prima donna a entrare nel nucleo partigiano nel 1941, dopo l’occupazione nazista. Ma anche la cattura, le torture della Gestapo, la deportazione ad Auschwitz, la resistenza nel campo e la lotta per la liberazione.
Still from Landscape of Resistance, all right deserve
Il progresso come perno centrale dell’opera
Una raccolta di memorie e suoni che Marta Popivoda esplora con Sonja lungo un viaggio durato dieci anni. L’uso di diversi linguaggi visivi mantiene il racconto fresco e mai scontato, creando una commistione fluida tra passato e presente. Alcuni video ritraggono una Sonja più giovane, che si muove nel suo appartamento insieme al marito, alternando l’immagine a dettagli evocativi: la pelle rugosa, le foglie mosse dal vento, le crepe nelle case di un villaggio abbandonato. Poi, come schegge di memoria: i forni crematori, il gatto, e quel tragico codice tatuato sul braccio di Sonja. A queste immagini si sovrappongono piccoli disegni stilizzati, riempiendo gli spazi delle storie non raccontate.
Si inseriscono anche lettere scritte a mano in sovraimpressione: tra tutte, una colpisce in modo particolare, ricordandoci come, nella Jugoslavia socialista, la giornata della donna fosse ancora una festività. Un intreccio di pensieri tra passato e presente, perché Landscape of Resistance non è solo un monumentale tributo alle imprese di Sonja nella resistenza partigiana, né alle donne che con lei credettero in un grande progetto di libertà. È anche uno sguardo critico sul nostro presente, sull’Europa di oggi che, dimenticando, rischia di ripetere le atrocità del passato.
La serenità apparente delle immagini convive con la tensione della memoria, intrecciata con grande intelligenza da Popivoda e Ana Vujanović, rendendo questa testimonianza un manifesto di resistenza senza tempo.
“La resistenza antifascista è il tema centrale del film, raccontato da due prospettive. La principale è quella della storia di Sonja, che inizia durante l’ascesa del fascismo in Europa negli anni Trenta. L’altra è la prospettiva contemporanea di noi due,– una coppia queer e attivista di sinistra di Belgrado, emigrata a Berlino. Abbiamo visitato e intervistato Sonja per oltre dieci anni, confrontando la sua storia con le nostre esperienze del fascismo in Europa oggi.”
Landscape of Resistance
Anno: 2021
Durata: 95 min
Genere: Documentario, drammatico
Nazionalita: Francia, Germania, Serbia
Regia: Marta Popivoda
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