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‘Una risata ci salverà’: ecco perché è ancora difficile fare satira

Un documentario che, attraverso interviste a vari personaggi della cultura, esamina lo stato attuale della satira. Un'indagine che vuol mostrare come la materia comica c'è, ma viene sovente censurata

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Una risata ci salverà (2024) di Michelangelo Gregori è un documentario che tasta il polso della satira ai giorni nostri. Ci sono molti comici, si ride ancora molto e le maglie della censura si sono allargate, però… A tutt’oggi non è possibile fare determinate battute. Ci sono argomenti tabù, tra cui spicca soprattutto la religione.

E Gregori, attraverso interviste a diverse personalità della comicità e della cultura, indaga sul perché ci sia ancora questa visione medievale, con anatemi e crocefissioni. Una comicità, tra l’altro, che non vuole essere blasfema, ma semplicemente ironizzare o punzecchiare alcuni aspetti di essa. E questa indagine analitica è portata avanti con un montaggio molto ritmato e lo stesso Gregori che si mette in scena ironicamente.

Una risata ci salverà: speriamo

In questi ultimi anni sta prendendo piede la Cancel Culture, una bizzarra quanto irruenta forma di boicottaggio pubblico che vuole cancellare frasi e/o immagini entrate nella cultura, ma oggi ritenute blasfeme, volgari e/o violente. Due anni fa la richiesta di modificare diverse frasi dai libri di Roald Dahl, noto e acclamato autore per ragazzi. Le motivazioni? Frasi potenzialmente offensive: body shaming, disabilità e razza culturale.

Qualche settimana fa una critica simile, su stampa online, fu rivolta verso Una poltrona per due (Trading Places, 1983) di John Landis, cult natalizio per eccellenza. Le motivazioni? Situazioni sessiste, battute volgari e una visione razzistica. Pare veramente una crociata contro un’opera che, al contrario, è tutto fuorché razzista. E bisogna anche tenere in considerazione che la pellicola era specchio – fustigante – di quei primi rampanti anni Ottanta.

Una risata ci salverà è stato realizzato prima di quest’ultima strigliata “moralista”, ma sicuramente se fosse stata fatta prima, sarebbe stata inserita. L’obiettivo di Michelangelo Gregori è proprio di mettere alla berlina questa perdurante bigotta censura che condanna chi osa fare battute o barzellette contro la sacra religione.

In questo caso proficuo è l’intervento dello scrittore e attore Moni Ovadia, di ascendenza ebraica, che mette subito in chiaro come una battuta a sfondo religioso deve essere contestualizzata. Collocandola nel giusto discorso, e detta con i termini giusti, non è sacrilega. E dello stesso tenore l’intervento del razionale matematico – avvezzo all’ironia – Piergiorgio Odifreddi.

E in questa ronde di opinioni, possiamo anche ascoltare l’opinione del vignettista Sergio Staino, uno dei pilastri della comicità espressa tramite disegno. Un autore che anche lui ha subito censure e soprattutto anatemi da personalità religiose e da politici.

Sferzate religiose anche attraverso il cinema, rappresentato dal regista Alessandro Aronadio, autore di Io c’è (2018), una commedia che ironizza sulla prassi erariale che edifici, sebbene commerciali, non pagano le tasse comunali perché classificati come luoghi di culto.

E a queste dichiarazioni si aggiungono quelle dei comici, degli stand up comedian, che hanno nei loro repertori spesso bordate anti-clericali. E qui il discorso si sposta su come in un variegato pubblico ci può essere lo spettatore che si risente della battuta.

Un salutare, ritmato e ironico viaggio documentaristico alla ricerca della verità, e di una soluzione, che possa permettere di mettere da parte questa ormai vetusta condanna falcidiante che non giova a un avanzamento culturale, a una sana libertà espressiva.

Una risata ci salverà

  • Anno: 2024
  • Durata: 60 minuti
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Michelangelo Gregori