Dieci anni fa, la regista norvegese Silje Evensmo Jacobsen scelse di contattare Maria Vatne, un’acclamata fotografa norvegese, dopo aver scoperto il blog in cui la donna raccontava la sua vita fuori dal comune. Maria, insieme al compagno Nik e ai loro quattro figli, Freja, Falk, Ronja e Ulv, aveva deciso di abbandonare la routine frenetica imposta della società moderna per vivere in una fattoria immersa nella natura e costruire così un’esistenza più autentica e consapevole, libera dalle convenzioni.
Tuttavia, la prematura scomparsa di Maria nel 2019, segnò una svolta inaspettata al progetto di Jacobsen. Il documentario, che inizialmente sembrava voler essere una celebrazione della vita rurale e dell’autosufficienza come alternativa alle pressioni sociali, si evolve in un’intensa e toccante riflessione sulle sfide di mantenere quegli ideali in un contesto segnato dalla perdita e dal dolore.
Una narrazione trasformata dal dolore
A New Kind of Wilderness, vincitore del Grand Jury Prize al Sundance film festival , si apre con un ritratto idilliaco della vita in armonia con la natura. La voce fuori campo di Maria guida lo spettatore nella quotidianità della famiglia Payne, ma la narrazione subisce presto un’interruzione che segna una svolta significativa. Con la morta di Maria, infatti, il focus della vicenda si sposta sulle sfide affrontate dal marito Nik e dai figli, costretti a confrontarsi con l’assenza di una figura cardine e con la necessità di ridefinire sé stessi senza tradire gli ideali che li avevano uniti.
Jacobsen adotta un approccio privo di artifici, lasciando spazio ai protagonisti per esprimere liberamente emozioni e pensieri, rinunciando alle interviste tradizionali. Questo rende il racconto autentico, soprattutto nei momenti in cui sono i bambini a emergere con la loro innocenza e saggezza.
La consapevolezza come tema centrale
A New Kind of Wildernss non è semplicemente un manifesto per una vita lontana dalla frenesia urbana, ma una riflessione sulle implicazioni delle scelte personali e familiari. Vivere isolati nella natura non equivale a libertà assoluta; richiede responsabilità e sacrifici che, come sottolinea il documentario, devono essere affrontati con consapevolezza. Ogni decisione comporta delle rinunce, un prezzo da pagare, e Jacobsen invita lo spettatore a valutare attentamente ciò per cui si è disposto a privarsi per seguire i propri ideali.
Il film pone degli interrogativi attuali e fondamentali: è giusto rifiutare del tutto la tecnologia? Le istituzioni come la scuola ostacolano davvero lo sviluppo dell’individualità? Di fronte e scelte di vita come quelle della famiglia Payne, così radicali e distanti dalla società moderna, emerge la necessità di trovare un equilibrio. Jacobsen suggerisce che la consapevolezza e la capacità di compromesso siano fondamentali per conciliare l’autenticità personale con le inevitabili esigenze della collettività
Un dolore che unisce e trasforma
Il ricordo di Maria pervade ogni frame. La vediamo nei gesti di Nik, nei dubbi che lo tormentano; nella delicatezza di Ulv, mentre raccoglie un fiore; nell’intelligenza di Freja, che affronta il mondo con coraggio “Pensavo che saremmo stati tristi per il resto della nostra vita” dice Freja “ma non è così. Mamma sarà sempre nell’aria intorno a noi e dentro di noi”
Jacobsen sceglie di non costruire la narrazione attorno a momenti di forte tensione emotiva. Evita il dramma forzato, preferendo sviluppare il film in modo lento e riflessivo, riflettendo il ritmo reale della vita e il percorso graduale con cui i protagonisti affrontano il dolore e si adattano alla loro nuova realtà, lasciando che le ferite si rimarginino nel tempo. La natura, che Maria tanto amava, diventa metafora del processo di guarigione, simbolo di un ciclo di perdita e rinnovamento.
Oltre la perdita, l’amore
Alla fine del documentario, il messaggio emerge con chiarezza: la consapevolezza e l’amore sono ciò che ci permettono di andare avanti. Anche quando il dolore sembra insormontabile, l’essenza di ciò che siamo, nutrita dal ricordo e dai legami, rimane intatta. A New Kind of Wilderness non è solo una storia di lutto, ma un invito a vivere con integrità, a scegliere con cura ciò che conta davvero e a non avere paura del cambiamento, perché ciò che amiamo e ciò che ci definisce continuerà a vedere dentro di noi.