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Future Film Festival

24FRAME Future Film Fest: “Black Butterflies” di David Baute

Dalla Spagna un lungometraggio d’animazione drammaticamente attuale

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Un autore impegnato

Non poche, al 24FRAME Future Film Fest andato in scena di recente tra Bologna e Modena, le visioni in grado di proporre spunti estremamente critici, nei confronti del mondo di oggi. Tra tali opere si può annoverare anche Black Butterflies (Mariposas negras, 2024) di David Baute. E pare che per l’autore non sia una novità. Già programmista del Festival Internacional de Cine Medioambiental de Canarias, il cineasta spagnolo si era comunque occupato altre volte del cambiamento climatico e di temi non meno scottanti. Difatti, quasi in parallelo con questo lungometraggio d’animazione (arricchito peraltro da una struggente coda documentaristica), David Baute aveva portato avanti un’analoga ricerca in Climate Exodus, documentario vero e proprio girato in precedenza coi riflettori puntati su quelle donne coraggiose, le cui storie sarebbero poi confluite nella versione animata. E sempre a proposito di figure femminili indomite, coraggiose, suo è anche Ella(S), documentario del 2010 dedicato alla memoria di Mercedes Pinto, scrittrice tra le più importanti attivatesi in Spagna per la difesa dei diritti delle donne.

L’animazione per raccontare una triste realtà

Tornando al lavoro d’animazione selezionato dal Future, ne sono protagoniste tre donne, ovvero Tanit, Valeria e Shaila, in rappresentanza delle tre aree continentali maggiormente colpite dagli effetti di un quadro climatico sempre più preoccupante: Africa, America Latina ed Asia. Le loro sono storie di eventi meteorologici avversi, disastri ambientali, famiglie divise, migrazioni forzati. Laddove la figura stessa del “migrante climatico”, come si desume dal segmento narrativo ambientato in Francia, fatica ad avere un riconoscimento sul piano giuridico.
In Black Butterflies l’animazione è molto colorata ma sobria, senza particolari guizzi creativi. In tal senso i momenti più riusciti sono senz’altro quelli onirici, segnati anche dalla presenza delle farfalle del titolo, oppure quelli legati a certi retaggi tradizionali, vedi i culti di matrice animistica nel segmento africano o quello di Ganesh in India. Più prosaicamente, però, Black Butterflies tende a soffermarsi sulle diverse forme di sfruttamento cui vanno incontro le tre protagoniste, con sullo sfondo l’atteggiamento ipocrita di un Occidente (di cui gli Emirati Arabi rappresentano nel film una propaggine non meno squallida, sul piano dell’oppressione capitalista) per niente solidale, che all’occorrenza preferisce sempre voltarsi dall’altra parte. Orchestrata su diversi piani temporali, la narrazione è articolata, complessa, non facile da seguire. Ma alla fine (e procedendo a ritroso, verso l’origine dei singoli drammi) riesce comunque ad arrivare al punto, complice l’asciutta denuncia presente nella coda documentaristica precedentemente menzionata.