‘Amiche mai’: l’ottimo road-movie di Maurizio Nichetti
A ventritré anni dall’ultimo suo film, torna al cinema Maurizio Nichetti, con un film presentato nella sezione “Zibaldone” del 42° Torino Film Festival
Ci aveva lasciato in sala nel 2001 con Honolulu Baby, poi qualche serie televisiva nei primi anni Duemila; a seguire il nulla, per lo meno dal punto di vista registico. Ora Maurizio Nichetti è tornato dietro la macchina da presa con Amiche mai, presentato nella sezione “Zibaldone” al 42° Torino Film Festival.
Ed è un ritorno col botto, perché il nuovo film di Nichetti non ha nulla da invidiare alla sua produzione passata, spesso geniale e con una comicità dirompente.
Un “on the road” da Trieste alla Turchia, attraverso mille peripezie per portare la testiera di un letto lasciato in eredità
Amiche mai è un “on the road” che vede come protagoniste due donne, la veterinaria Anna (Angela Finocchiaro) e Aysè, la badante del padre (Serra Yilmaz). Alla morte dell’uomo Anna scopre che esiste un testamento depositato presso un notaio che, oltre a lasciare le proprietà e i risparmi alla figlia e alla nipote, dona ad Aysè il letto, che, testuali parole, li ha visti “vivere tanti momenti più o meno felici, altri felicissimi”.
Ovviamente fra le due donne non corre buon sangue. A malapena si sopportano, ma, nonostante questo, dovranno affrontare un viaggio insieme per portare, con il pick-up di Anna, il letto sino al paese di origine di Aysè in Turchia partendo da Trieste, città dove ha inizio la storia, attraversando Slovenia, Croazia, Serbia e Bulgaria.
Così, fra litigi, incomprensioni, disillusioni e inevitabili incidenti di percorso, si dipana un viaggio che non potrà che sfociare in una reciproca e più intensa conoscenza fra le due protagoniste. Un viaggio che cambierà per sempre la loro vita.
Un’operazione metacinematografica
Amiche mai, che nasce su soggetto di Angela Finocchiaro, Cristiana Mainardi e dello stesso Maurizio Nichetti, da subito ci spiazza, facendoci intuire che non saremo di fronte a qualcosa di convenzionale.
Infatti, le prime immagini che ci vengono proposte sono delle “storie” riprese con un cellulare nelle quali due giovani contest creator ci mostrano le immagini della conferenza stampa di presentazione del film, con le interviste alla Yilmaz e alla Finocchiaro, che si autodefiniscono, la prima semplicemente come “la protagonista”, la seconda come “una moglie innamorata, una figlia affettuosa, una nonna paziente e una madre ansiosa”.
Le stesse contest creator ci accompagneranno per tutto il viaggio, raccontandoci dal set le fasi delle riprese, nonché le peripezie che Anna e Aysè dovranno affrontare a causa di vari incidenti di percorso.
Siamo, di fatto, di fronte a un’operazione metacinematografica, nella quale si invita lo spettatore a spiare i meccanismi attraverso i quali si costruisce il film e a osservare il “dietro le quinte”.
Inoltre, cosa alquanto interessante e inusuale per un film comico, non mancano vari riferimenti a un problema grave e quanto mai attuale, con immagini, ovviamente portate all’eccesso, ma che focalizzano l’attenzione sul dramma planetario della crisi climatica, che Nichetti ci fa vedere attraverso immagini di telegiornali che mostrano le città e i principali monumenti italiani – il Colosseo, il Duomo di Milano, piazza dei Miracoli a Pisa, piazza San Marco a Venezia – completamente sommerse dall’acqua.
Amiche mai si rivela, quindi, essere un film bello e godibile, con alcune trovate che confermano come Nichetti, nonostante la lunga pausa, non abbia perso la verve creativa che lo ha sempre contraddistinto sin dai tempi della sua opera prima Ratataplan.
Una specie di secondo debutto per un regista che ha avuto il coraggio di rimettersi in gioco, affrontando una tecnologia avanzata sicuramente evoluta dai tempi delle sue ultime opere, come ci fa intuire lo stesso Nichetti sottotraccia, in qualche passaggio del film, prendendosi anche un poco in giro.
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