Il documentario di Yufei Zhao in concorso al Torino Film Festival racconta la quotidianità di Zhenping un pastore che vive una vita tranquilla e costante sulle colline della Mongolia. La sua vita potrebbe cambiare se intraprendesse una relazione, ma Zhenping sarà in grado di concederselo?
The Shepherd è il documentario di Yufei Zhao in concorso al Torino Film Festival. La quotidianità del pastore Zhenping filmata dal regista che ci trasporta nella sua casa e nella sua relazione profonda e abitudinaria con la madre. La sua vita cambia con l’arrivo del fratello Guoping che porta Zhenping a riflettere sulla sua quotidianità e sulla possibilità di relazionarsi con qualcuno.
Zhenping vive nella stessa casa di sempre insieme alla madre e porta al pascolo le pecore ogni giorno. Un tempo aveva due fratelli e degli amici con cui beveva e si divertiva, ma da anni ormai non gli capita più niente di tutto questo. Dopo aver bevuto alcolici ha difficoltà a respirare e i suoi vecchi amici ormai sono impegnati in famiglia, mentre i suoi 2 fratelli sono deceduti. Zhenping adesso conduce la sua vita nello stesso modo da anni facendo le stesse cose giorno dopo giorno. Con il ritorno al paese del fratello Guoping, la sua quotidianità finalmente comincia a variare. Il fratello e la moglie portano Zhenping e la madre al ristorante, cominciano ad intromettersi nelle sue scelte di vita e nella quotidianità della casa con consigli e cambiamenti che però nessuno dei due vuole effettivamente attuare.
Una domanda che continua a essere fatta a Zhenping è se mai si sposerà con qualcuno così da poter creare una famiglia tutta sua, ma per il pastore non ci sono opzioni. Lui sceglie di vivere in modo comodo e sicuro. Al matrimonio preferisce la sua occupazione di pastore, mentre al trasferimento la sua casa di sempre e la cura della madre.
Il regista segue il pastore filmando quei pochi cambiamenti e quelle poche attività che occupano le sue giornate. Sembra quasi che Yufei Zhao voglia spingere il protagonista ad agire tramite le domande sui sentimenti, ma lui non ne sente il bisogno e vede il suo destino già deciso.
La Mongolia in bianco e nero
Yufei Zhao filma la vita di Zhenping e della madre Jinzhi in un paesino collinare della Mongolia. Pochissimi abitanti e spazi sconfinati in cui Zhenping porta i suoi animali che riconosce uno ad uno. Il documentario è filmato in bianco e nero; una scelta stilistica che in qualche modo ci fa capire che anche per il protagonista non ci sono mezze misure, non ci sono cambiamenti, la sua vita scorre sempre uguale e così sarà fino alla fine.
L’immagine è stata gentilmente concessa dall’Ufficio Stampa del Torino Film Festival
E’ davvero una scelta ?
Il cambiamento della vita di Zhenping con l’arrivo del fratello è in realtà impercettibile. La sua apparizione cambia poco e nulla lo stato delle cose perché ne Zhenping ne la madre la accettano veramente; la sopportano con gentilezza spinti dall’affetto che provano per Guoping. Allo stesso modo, la possibilità della relazione amorosa del pastore di concretizzarsi nella realtà non è considerata. Zhenping non è il protagonista di un film di finzione, non vuole e non deve agire per la trama. La sua vita potrebbe cambiare, ma lui non è più in grado di affrontare un simile cambiamento.
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