Tratta dall’omonimo romanzo di Alice Urciuolo, e diretta da Stefano Mordini, i sei episodi di Adorazione sono disponibili su Netflix. Il cast è quasi per intero composto da emergenti, come Alice Lupparelli, Noemi Magagnini, Tommaso Donadoni, ma anche da volti noti come Barbara Chichiarelli, Ilenia Pastorelli, Claudia Potenza e soprattutto Noemi, la cantante, alla sua prima esperienza (particolarmente azzeccata) come attrice.
L’immagine è stata gentilmente concessa dall’ufficio stampa del festival Alice nella Città
La trama
L’estate è appena iniziata quando la scomparsa della giovane Elena sconvolge la comunità di Sabaudia, cittadina dell’Agro Pontino. Tra tutti, Vanessa, la sua migliore amica, cerca una risposta, anche se questo vuol dire andare contro il fidanzato, gli amici, la famiglia.
Generazioni a confronto
Le serie young adult, è risaputo, sono una trappola moschicida micidiale. Ti attraggono un po’ per l’inglesismo, un po’ per i titoli brevi ma impattanti (Adorazione, tra tutti, è veramente bello): e quando meno te lo aspetti ti ritrovi incollato allo schermo, senza via di fuga.
Per i giovani è abbastanza facile immaginare il motivo: dentro questo genere seriale trovano uno specchio, che riflette i problemi sentimentali e le paure tipiche dell’adolescenza, tante domande e forse pure qualche risposta (che non è mai scontato ottenere).
Comprendere come mai una serie come Adorazione possa attrarre anche gli adulti, invece, è più complesso. Forse più che di uno specchio parliamo di una fotografia sbiadita, nella quale rivedono il loro passato, realizzano di essere stati adolescenti anche loro, di avere fatto gli stessi errori e – forse – di non avere imparato da essi.
Un’educazione affettiva (e sessuale) necessaria
In Adorazione troviamo quindi due generazioni a confronto: quella degli adulti, impossibilitati a comprendere il mondo dei ragazzi, e quella dei ragazzi, che non hanno gli strumenti per comunicare le loro emozioni. E non ce li hanno perché nessuno glieli ha insegnati. Sempre più spesso si sta sentendo parlare di educazione affettiva e sessuale, e dell’importanza di insegnare questa materia nelle scuole.
Per educazione socio-affettiva si intende quella parte del processo educativo che si occupa di atteggiamenti, sentimenti, credenze ed emozioni degli studenti. Implica un’attenzione per lo sviluppo personale e sociale degli allievi, per la promozione della loro autostima.
(P. Lang, 1994)
Tutti i protagonisti di Adorazione soffrono, in qualche modo, della mancanza di questi insegnamenti. Dai giovani agli adulti, dai maschi alle femmine. Li vediamo alle prese con la violenza, il tradimento, lo stupro. Con l’omicidio. Sono fragili, sono arrabbiati, ma non riescono ad aprirsi agli altri né a venire ascoltati.
Vanessa viene accusata dai genitori di ripercorrere troppo le orme di Elena, il fidanzato addirittura le dice di stare attenta, “di non cercarsela” andando in giro la notte da sola. Diana intraprende una relazione con un uomo sposato più grande di lei solo per sentirsi accettata.
Tutti, ma proprio tutti, vorrebbero essere ascoltati, se non capiti. E invece si sentono schiacciati, soffocati, un po’ come la striscia di terra di cui è composta Sabaudia, vera e propria terra di mezzo: da una parte un lago e dall’altra il mare.
La macchina da presa come confessionale
Una particolarità registica molto efficace, a tal proposito, sono le numerose soggettive: primi piani frontali, molto stretti, dove sembra quasi che i ragazzi, durante un discorso, ignorino l’interlocutore e parlino direttamente in camera. Come se, davanti alla macchina da presa, si sentissero liberi di raccontarsi, senza essere giudicati. E, forse, è proprio così.
Una colonna sonora gen(Z)erazionale
La colonna sonora è curata da Fabri Fibra, che ha composto la canzone principale della serie, ed è presente anche un brano inedito di Madame, Ghosttown. Quella che accompagna la serie è una colonna sonora contemporanea, giovanile, proprio il tipo di musica che ascolterebbero i protagonisti, e magari considerata di cattivo gusto dai loro genitori.