Il mondo a parte, cortometraggio del 2024 di Mauro e Martino Vecchi è una delicata e inesorabile lettura della vita di Dario (Marco Golinucci), un giovane ragazzo con disabilità. Non parla e non cammina, è costretto su una sedia rotelle, ma riesce a comunicare la sua vivacità e la sua freschezza attraverso la Comunicazione Facilitata tramite tastiera di un computer e con l’aiuto di Ada (Valentina Ghelfi), la sua facilitatrice. Vive con il padre (Giampiero Bartolini), affetto da problemi cardiaci e che ha di recente appreso di doversi sottoporre a un intervento al cuore. Preoccupato per il figlio e per il suo futuro si rivolge ad una struttura per l’accoglienza di disabili, nel caso l’intervento dovesse andare male. L’assistente sociale della struttura invita a redigere un “diario di vita” che possa racchiudere bisogni, necessità, desideri di Dario, per poterlo assistere nel miglior modo possibile.
Punti di vista
“Spazia la mia mente costruendo panorami che conservo, segreti, mondi a parte. Nessuno comprenderebbe che si possono avere gambe volanti e leggere così come lo sono i sogni” cit. Dario
Marco Golinucci (Dario), Il mondo a parte
Usando un’inquadratura stretta, il regista offre allo spettatore uno sguardo sulla vita di Dario, su un mondo diverso, sulla vita di un mondo a parte, appunto. Le scene pulite, minimaliste, focalizzano l’attenzione sul protagonista, sul suo viso espressivo e vivo, su un ragazzo dall’immensa voglia di vivere che trascorre le giornate scandite da piccole cose, dalla passione per la scrittura, la lettura, la musica, lo sci, l’amorevole compagnia di suo padre. Un ragazzo come tutti che ama la pizza e odia la solitudine e i silenzi. I suoi giorni vivono nei piccoli gesti, in piccole gioie irrinunciabili che lo rendono vivo. Cose a noi forse banali e scontate, cui quotidianamente non prestiamo attenzione. Un ragazzo che trova il suo modo di esprimersi e comunicare attraverso la scrittura, nella sensibilità delle sue poesie. Sogna un giorno di diventare insegnante.
Un mondo nascosto
“Vorrei urlare quello che penso, non scriverlo” Dario
La scelta dell’ambientazione in autunno rende ancor più efficace il focus sull’essenziale dell’esistenza. Gli alberi spogli non sono rami secchi; ospitano segretamente nuove gemme, la linfa che sempre scorre anche dove, in apparenza, sembra tutto morto. Una visione poetica e forte, metafora di una vita alla fine e speranza di un passaggio, di una transizione, di una rinascita, di un sogno. Il mondo a parte è visione di un mondo nascosto, di cui purtroppo poco si parla. É un forte messaggio al diritto alla vita, a un’assistenza dignitosa, alla voglia di vivere di molti disabili limitata da un sistema sociale e assistenziale carente, spesso inesistente. É una critica forte e silenziosa. É una riflessione profonda che obbliga a fermarsi e a osservare con occhi diversi.