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‘Five Nights at Freddy’s’ – Il Cinema può ancora farci “vedere” l’orrore?

Emma Tammi dirige un "horror per tutta la famiglia" eliminando l'inquietudine che caratterizzava l'omonimo videogioco da cui è tratto il film

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Five nights at Freddy's

Five Nights at Freddy’s è un film del 2023 diretto da Emma Tammi e prodotto da Jason Blum con la sua Blumhouse Productions, che riprende la celebre serie di videogiochi ideata nel 2014 da Scott Cawthon, qui anche in veste di produttore e sceneggiatore.

Cinque notti al Freddy Fazbear

Mike Schmidt (Josh Hutcherson) si ritrova a svolgere il compito di addetto alla sicurezza nell’abbandonata pizzeria “Freddy Fazbear” a seguito di diversi licenziamenti. Il lavoro sembra semplice, ma ben presto Mike si renderà conto che il luogo nasconde qualcosa di strano.

ATTENZIONE – L’articolo presenta spoiler

Punta, clicca e osserva

Il celebre videogioco ideato da Cawthon era un survival horror di tipo “punta e clicca” che ha avuto la sua distribuzione su diverse piattaforme nel corso degli anni, e che ha riscosso un enorme successo di pubblico e critica.

A causa di ciò, già dal 2015 si era parlato di una trasposizione cinematografica delle disavventure videoludiche di Mike Schmidt. Ma quest’ultima riuscirà a vedere la sua forma definitiva soltanto nel 2023 a causa di una serie di vicissitudini produttive.

Al di là dell’ovvia appetibilità commerciale del prodotto a causa della grossa fanbase di Five Nights at Freddy’s (FNaF), il videogioco possiede in nuce anche linguisticamente dei validi motivi per una sua riduzione cinematografica. FNaF si basa quasi esclusivamente sull’osservazione e sull’atto del guardare. Il giocatore, difatti, è bloccato nell’ufficio dell’addetto alla sicurezza e non può far altro che guardare le telecamere di sicurezza e accendere la luce, per evitare l’arrivo di terrificanti animatroni pronti a ucciderlo. La natura scopica dell’opera di Cawthon sembra prestarsi egregiamente all’immaginario e al linguaggio cinematografico, ma il film di Emma Tammi sembra mettere totalmente in secondo piano quest’aspetto.

L’interesse degli autori pare spostarsi sulla creazione di un protagonista dal passato traumatico con cui poter empatizzare. Sul rapporto che c’è fra sogno/realtà e la sua rappresentazione. E, infine, sulla natura infantile e bambinesca dell’horror. Tutti aspetti che possono sembrare molto interessanti, ma che purtroppo si arenano abbastanza presto nel corso del film e che disinnescano totalmente (e volutamente) la componente paranoica e inquietante che aveva dato lustro al videogioco.

Cinema e videogiochi

Tuttavia, mettendo da parte per un attimo questi particolari, un film come Five Nights at Freddy’s (2023), che sceglie di mettere in secondo piano il già citato “atto del guardare”, ci impone di riflettere sull’attuale centralità riservata al cinema all’interno dell’attuale panorama mediale. E nel mettere in scena i concetti di “visione” e “osservazione”.

Forse, l’industria videoludica, negli ultimi anni, non si è esclusivamente ritagliata uno spazio maggiore nel mercato audiovisivo contemporaneo rispetto al cinema, ma ha saputo riflettere sull’atto del vedere anche con un linguaggio nuovo e complesso. Tuttavia, ciò che sconforta e che traspare dalle scelte artistiche e produttive del film è quasi la manifestazione di una sconfitta a priori della macchina cinema. Che decide di non provare nemmeno a mettere al centro del racconto la riflessione sull’immagine e di lasciarla totalmente al videogioco attraverso l’inserimento di elementi feticistici che collegano il film a FNaF.

E risulta paradossale (o forse no) che, al posto di giovani autori come la stessa Emma Tammi, siano i grandi maestri del passato a mettere al centro dei loro ultimi film temi come la progressiva “gamefication” del cinema, l’analisi sull’immagine digitale con la sua consequenziale modifica dello sguardo. Il corpo e la sua rappresentazione in una realtà sempre più sfuggente e virtuale. Mi riferisco soprattutto a Steven Spielberg e a James Cameron con i loro Ready Player One (2017), Avatar (2009) e il suo sequel Avatar – La via dell’acqua (2022).

L’orrore e l’infanzia

“Beh, ogni decennio o due il pubblico cambia. Negli anni ’70 il pubblico era composto principalmente da adulti, per poi diventare molto più giovane negli anni ’80. Quel pubblico matura e cambia, ma questo è probabilmente il momento più difficile della storia per fare film per adulti. Questo però non significa che sarà così per sempre. Niente è definitivo.”

Queste parole di Guillermo Del Toro di qualche anno fa descrivono al meglio la natura delle scelte che ci sono alla base dei principali difetti di Five Nights at Freddy’s (2023).

Infatti, ancora una volta, gli anni ’80 paiono essere il riferimento principale per quest’opera come per molte altre uscite nell’ultimo periodo. Ma in particolare, a venir fuori dal sempre fin troppo banalizzato immaginario orrorifico di quella decade è la componente infantile della paura che però, non si trasforma in un viaggio nel perturbante, bensì in una narrazione confortante e “per famiglie”. Che addossa tutte le colpe ad un pessimo adulto interpretato da Matthew Lillard e che elimina quasi completamente l’inquietudine, la violenza, l’angoscia e soprattutto la paura. Lo dimostra il fatto che non sono presenti i celebri jumpscare del videogioco e che agli animatroni viene sottratta la potenza orrorifica dettata dalla loro apparente e fasulla immobilità.

L’operazione della Blumhouse con questo film pare essere quella di purificare lo sguardo del bambino anche in un territorio come l’horror, genere da sempre estraneo alle altre logiche cinematografiche. Invece, in Five Nights at Freddy’s la natura di quello sguardo viene depotenziata e privata dei suoi aspetti più turbolenti ed eversivi. Esattamente come faceva una gran fetta dell’industria cinematografica anni ’80 a stelle e a strisce.

Ma se proprio si vuole tornare agli anni ’80, viene in mente uno dei migliori slasher di Tobe Hooper, Il tunnel dell’orrore (The Funhouse,1981), in cui il maestro texano aveva già profetizzato la natura meccanica, robotica, divertente e confortantemente falsa dell’orrore che da lì in poi si sarebbe scelto di raccontare. Un piccolo spavento dietro una brutta maschera, e niente più.

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Five Nights at Freddy's

  • Anno: 2023
  • Durata: 109 min
  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Genere: Thriller, Giallo, Horror
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Emma Tammi
  • Data di uscita: 27-October-2023