In occasione della giornata degli studenti vi proponiamo 5 film che hanno catturato al meglio cosa significa insegnare e cosa significare imparare. Lungometraggi in grado di far ricordare a chi è adulto cosa significava andare a scuola e raccontare cosa, oggi, vuol dire approcciarsi al mondo scolastico.
L’Attimo Fuggente
L’Attimo Fuggente è un film del 1989, diretto da Peter Weir e sceneggiato da Tom Schulman.
Nell’autunno del 1959, un professore di letteratura, John Keating, viene trasferito nel collegio maschile Welton, nel Vermont. L’insegnante, ex allievo della scuola, utilizza con gli studenti un approccio didattico diverso dai principi dell’accademia. John vuole insegnare ai ragazzi i valori della vita, basandosi sull’espressione ‘Carpe Diem’, cioè sul cogliere l’attimo, in quanto il tempo passato non torna più.
Il film è stato inserito nella classifica dei film più commoventi del cinema statunitense dall’American Film Institute. Per quanto riguarda la sceneggiatura, Schulman si è ispirato alla figura del suo insegnante di letteratura inglese presso scuola in cui andava. Robin Williams, però, per la sua interpretazione si basa sul suo professore di storia alla Country Day School di Detroit. Robin Williams è stato uno dei volti più amati all’interno del cinema internazionale, ricordato soprattutto per, appunto, L’Attimo Fuggente, ma anche per Good Morning, Vientam, La Leggenda del Re Pescatore, Will Hunting – Genio Ribelle, Jumanji e molti altri.
All’interno de L’Attimo Fuggente, ogni parola, ogni gesto, ogni riflessione, ha un peso, nulla è detto o fatto in modo casuale, ogni cosa ha la sua causa e la sua conseguenza. Il messaggio Carpe Diem racchiude l’intero film e tutto ciò che i giovani devono ricordarsi. Cogliere l’attimo, inseguire i sogni, creare rapporti e non lasciarsi sfuggire nulla.
The Breakfast Club
The Breakfast Club è un film del 1985, scritto e diretto da John Hughes.
Un gruppo di ragazzi, per punizione, devono passare un intero sabato nella biblioteca della loro scuola, sorvegliati da un professore. Gli viene assegnato, nel mentre, un tema: “Chi sono io?”. L’opera mostra tutte le classiche problematiche adolescenziali: incomprensioni, frustrazioni e problematiche di origine familiare.
Scelto per essere conservato nella National Film Registry della Biblioteca del Congresso negli Stati Uniti, il film ha la sceneggiatura di Hughes, che aveva intenzione di trasformarlo anche in sceneggiatura teatrale, visto il grande successo e le richieste provenienti dalle scuole. Il cast è composto da Emilio Estévez nei panni di Andrew Clark, Judd Nelson nel ruolo di John Bender, Anthony Michael Hall, che interpreta Brian Johnson, Molly Ringwald che veste i panni di Claire Standish ed Ally Sheedy, nel ruolo di Allison Reynolds.
Come far sentire compresi dei sedicenni in piena adolescenza? Mostrandogli altri sedicenni in adolescenza. Breakfast Club è uno dei film che riesce a far sentire capiti, compresi e, soprattutto, non da soli, i giovani che stanno passando l’età della confusione, della ribellione e del non voler andare a scuola. Cinque protagonisti che cercano di sopravvivere all’incubo di ogni alunno: un intero sabato a scuola. Spaziando tra pensieri, paure, amicizie, amori e divertimento, è il film ideale per comprendere il periodo liceale.
Wonder
Wonder è un film di Stephen Chbosky del 2017, ed è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di R. J. Palacio del 2012.
Il film racconta la storia di Auggie Pullman, un bambino nato con una rara sindrome, una malattia congenita dello sviluppo craniofacciale, che lo porta ad indossare sempre un casco da cosmonauta per nascondersi. Auggie non ha mai frequentato una scuola, tuttavia, nonostante la grande protezione nei suoi confronti da parte dei genitori, è tempo per lui di affrontare le medie. Il confronto con gli altri compagni lo porterà a subire sguardi sconcertati o sorpresi.
Non è il primo film di Stephen Chbosky a raggiungere un grande successo, soprattutto tra i giovani. Il regista, infatti, ha diretto anche Noi Siamo Infinito, il film del 2012 con Emma Watson, Logan Lerman ed Ezra Miller. Per quanto riguarda, invece, il suo lavoro da sceneggiatore, fondamentali furono The Divergent Series: Allegiant, il film distopico con Shailene Woodley e Theo James e La Bella e La Bestia, il film del 2017 con protagonista Emma Watson. Il cast di Wonder vede nei panni del protagonista August “Auggie” Pullman, Jacob Tremblay (Quei Cattivi Ragazzi, The Life of Chuck). Nelle vesti dei genitori, invece, appaiono Julia Roberts (Pretty Woman, Notting Hill) e Owen Wilson (Ti Presento i Miei, Io & Marley).
Un film sensibile, dolce, ma anche schietto e sincero. Wonder porta al suo interno molte dinamiche quotidiane, dal rapporto con i genitori e la famiglia al confronto con i compagni o le persone al di fuori del nostro nido familiare. Molti rapporti non hanno bisogno di essere spiegati: allo spettatore non viene rivelato come la famiglia aiuta il piccolo protagonista, ma vediamo perfettamente quanto tutti i componenti di essa siano uniti tra loro. Un film d’amore, amicizia, accettazione e coraggio.
Disponibile su Netflix, Prime Video e Now TV.
Io Speriamo Che Me La Cavo
Io Speriamo Che Me La Cavo è un film del 1992 di Lina Wertmüller, tratto dall’omonimo libro di Marcello D’Orta ed interpretato da Paolo Villaggio.
Un professore ligure, Marco Tullio Sperelli, viene trasferito in una scuola elementare in provincia di Napoli, dove si troverà davanti ad un ambiente completamente opposto a quello a cui era abituato. Inizialmente convinto di farsi trasferire nuovamente, dovrà affrontare una situazione disastrosa, cercando di svoltare la vita dei suoi alunni.
Nel film troviamo un Paolo Villaggio diverso. Abituati, in molti, a vederlo nelle vesti dell’Ingegner Fantozzi o in collaborazione con Pozzetto ne Le Comiche, qui vediamo un personaggio più serio ed impostato. Oltre a Villaggio, nel cast sono presenti anche Isa Danieli (Nuovo Cinema Paradiso), Luigi Morra (Pinocchio) e Sergio Solli (Smetto Quando Voglio). Insieme anche a Paolo Bonacelli (Johnny Stecchino) e Mario Porfito (Un Medico in Famiglia).
Io Speriamo Che Me La Cavo è una storia sincera, reale e schietta. Tutto porta ad una sola cosa: la scuola può essere un’ancora di salvezza, l’insegnamento e la figura di un insegnante possono cambiare il destino dei piccoli studenti. Gli stessi alunni la considereranno, già a metà film, come l’unico posto in cui poter sognare. Una storia tanto violenta quanto dolce, in grado di dare speranza anche ai casi considerati irrecuperabili.
Il Club Degli Imperatori
Il Club degli Imperatori è un film del 2002, diretto da Michael Hoffman e tratto dal racconto The Palace Thief di Ethan Canin.
Un professore di storia antica di un college americano, William Hundert, non solo è intenzionato ad insegnare la sua materia, ma vuole forgiare il carattere della futura classe dirigente. Tutto si complica quando si confronta con un alunno figlio di un senatore, Sedegewick Bell, il ragazzo popolare che non si dedica allo studio. Fondamentale sarà l’intento del professore di far careggiare Bell al Premio Giulio Cesare, assegnato a chi dimostra migliori conoscenze della storia classica antica, e il ragazzo arriverà in finale. Ma tutto questo si rivelerà un grande sbaglio.
Nel film la regia è affidata a Michael Hoffman, conosciuto anche per Sogno di una Notte di Mezza Estate (1999) e Terra Promessa (1987). Il produttore esecutivo è Sean Bailey, conosciuto per la produzione di Tron: Legacy, Il Genio della Truffa e Premonitions.
Il cast de Il Club degli Imperatori è composto da Kevin Kline (La Pantera Rosa, Tempesta di Ghiaccio), nei panni del protagonista William Hundert, ed Emile Hirsch (Sabrina Vita da Strega, E.R. – Medici in Prima Linea), che interpreta il ribelle Sedgewick Bell. Insieme anche a Embeth Davidtz (The Amazing Spider-Man, Il Diario di Bridget Jones), Rob Morrow (Law & Order – Unità Vittime Speciali, Chicago P.D.), Edward Hermann (Il Grande Gatsby, Una Mamma Per Amica) e Harris Yulin (Colpo Grosso al Drago Rosso, Buffy L’Ammazzavampiri).
Una storia di sfide, riflessioni ed insegnamenti. Altro esempio di come un semplice professore può essere in grado di insegnare, oltre che le materie scolastiche, come affrontare la vita e tutto ciò che ne consegue. Il film ha un retrogusto di malinconico, che riporta soprattutto ai rimpianti e agli sbagli commessi. Fondamentale è l’utilizzo che il regista fa della macchina del cinema, attraverso metafore visive e artifici retorici, mettendo completamente al centro la storia. Kevin Kline si immedesima perfettamente, riesce a convincere e ci permette di provare empatia per un personaggio messo alla prova.
La nostra recensione di Il Club degli Imperatori è disponibile qui.