Diretto da Melanie Laurent e da lei scritto al fianco di Chris Deslandes, prodotto da Alain Goldman, LIBRE debutta il 1° novembre su Prime Video
Film ispirato alla esaltante vita di Bruno Sulak (Lucas Bravo), gentiluomo prima di essere un ladro. Gentile, carismatico, ipnotico e ogni altro tipo di aggettivo verrebbe in mente a una cassiera vittima di una sua rapina e del suo fascino.
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La Gavetta
Mai dei crimini sono stati tanto tesi e tranquilli allo stesso momento. In fondo è tutta una questione di modi: l’educazione apre tutte le porte si sa, anche quelle blindate.
Questa lunga carriera fuorilegge disseminata da successi ha inizio con luoghi facili, puliti e comodi quali sono i supermercati. Per svolgere al meglio questo lavoro però ci vogliono ottime capacità di team working: complici di Bruno infatti sono il suo gigante compagno d’affari interpretato da Steve Tientcheu, e una driver estremamente affascinante, Annie (Léa Luce Busato). che aspetta in auto impaziente che la fine del colpo arrivi prima di quella della sua sigaretta,
Tutto procede liscio fino a quando un nuovo elemento non scombussola gli equilibri della squadra. La sua mancanza di tatto spezza l’incantesimo facendo partire un colpo di pistola, tradendo una delle regole morali più importanti di Sulak.
Paradossalmente però sono proprio le bravate di questa mina vagante a permettere l’espansione della squadra, alzando la posta in gioco.
Un amore al gusto di poesia, carne e dance music
Annie fa del grintoso rombo dei motori il suo vestito preferito. Magnetica, sexy, decisa e fragile allo stesso tempo: è lei la sola capace a far perdere la testa al ladro più desiderato di Francia. Il loro rapporto brucia di tutte le sfumature possibili. Legati da una complicità indissolubile approfittano di ogni possibile occasione per dar sfogo alla reciproca passione. Un sentimento tanto intenso che non smette mai di pulsare, neanche nel peggiore dei momenti.
È quanto di più prezioso abbia con se Sulak. Farebbe qualsiasi cosa per il suo bene- Guai a chi prova anche solo a torcerle un capello.
Finisce sempre col carcere
L’Erasmus in gattabuia è un’esperienza da mettere sempre in conto quado si segue un percorso del genere e non tarda ad arrivare per il nostro protagonista. A consegnarlo alle grinfie della giustizia ci pensa il suo più grande fan: l’ispettore Georges Moréas (Yvan Attal), poliziotto che ha fatto della cattura di Bruno Sulak la sua ragione di vita professionale.
Le sbarre delle prigioni francesi però non sono abbastanza forti da ingabbiare l’astuzia e la capacità di persuasione del nuovo Arsenio Lupin. Doti che gli permettono d’interrompere presto il soggiorno, ma che non riescono a liberare però il suo caro coinquilino, dimostratosi in quei giorni una persona buona da rispettare e di cui potersi fidare.
La parola data ha un valore enorme per i gentiluomini e va onorata sempre, anche se questa comporta il rientrare in carcere dalla porta d’ingresso con una Calibro 9 tra le mani. Conservando sempre le buone maniere che lo contraddistinguono, Bruno regala una vita libera a un uomo che probabilmente la merita più di molti altri che scorrazzano fuori da quelle mura.
Liberté: le catene di un ossessione
Bruno Sulak è un uomo profondamente innamorato della libertà tanto da trasformarla nella sua stessa gabbia. Non permette a nessuno di imporgli cosa fare: è lui il più scaltro di tutti. Eppure è proprio questa sua continua sete di libertà a far crollare ogni cosa.
La libertà non è indipendente da quella di chi ci sta affianco, e anzi spesso causa loro atroci sofferenze.
Questo film racconta dunque la storia di un uomo che ha capito appieno l’essenza stessa della vita e l’ha rincorsa con ogni briciolo d’energia in corpo. La storia di un Icaro che si è spinto oltre ogni limite per cercare di raggiungerla.