Il film è una riflessione sulla devastazione emotiva causata dalla guerra, soprattutto sui bambini. Ambientato durante i bombardamenti della NATO sulla Serbia nel 1999, The Erl-King segue il viaggio del giovane Sava, un bambino di otto anni che si confronta con le paure e le trasformazioni che la guerra porta nella sua vita quotidiana.
Trama e Tematiche: Guerra, Infanzia e Trauma
Inizia con un contrasto immediato il film di Radovanovic: da un lato l’inquietudine sul volto di Sava, con la sua biglia d’argento che cade a terra con un tonfo sordo, dall’altro il sorriso di una bambina vestita d’ angelo. Con il suo canto innocente nulla fa presagire di quello che da lì a breve si sarebbe poi abbattuto sulla città e sulle vite delle famiglie di Belgrado. Una vita ‘normale’, scandita dalla routine quotidiana fatta di coccole materne, recite scolastiche, giochi fatti in casa sul pavimento del salotto.
Il cambiamento viene mostrato poi di colpo , con le mura diroccate e il fumo delle bombe che sale in cielo.
Il cuore della narrazione si concentra su come la guerra infrange l’innocenza dell’infanzia. Sava, protagonista del film, vive a Belgrado con sua madre, mentre il padre lavora lontano. La loro esistenza viene improvvisamente sconvolta dai bombardamenti: la scuola chiude, la vita si trasferisce nei rifugi antiaerei e Sava perde anche il contatto con la sua ‘cotta’, Milica, che lascia il paese con la famiglia. Questa condizione caotica e traumatica culmina quando Sava perde misteriosamente l’udito e la parola, simboli della sua incapacità di processare la violenza che lo circonda.
I temi centrali del film ruotano attorno alla perdita dell’innocenza, alla fragilità della mente infantile di fronte alla guerra e al tentativo di trovare un rifugio, fisico ed emotivo, dal caos. La perdita della capacità di comunicare di Sava simboleggia l’isolamento emotivo che molti bambini vittime di conflitti provano, con la guerra che diventa una presenza incombente che silenzia non solo le voci, ma anche le emozioni.
Il film esplora inoltre la complessa relazione tra genitori e figli in situazioni di crisi: la madre di Sava, incapace di offrire protezione adeguata, e il prete, che tenta di riempire il vuoto lasciato dal padre assente, rappresentano figure adulti che, nonostante i loro sforzi, non riescono a mitigare il dolore del bambino.
Riferimenti Letterari e Cinematografici
Il titolo del film richiama il poema di Johann Wolfgang von Goethe, Der Erlkönig,in cui una figura misteriosa e soprannaturale attira un bambino verso la sua fine. Radovanović utilizza questo riferimento come metafora per le minacce invisibili e oscure che incombono su Sava durante la guerra. La perdita dell’udito e della parola del protagonista riecheggia le dinamiche del poema, dove la paura e l’incomprensione causano la discesa in un incubo.
In ambito cinematografico, il film si inserisce nella tradizione delle pellicole anti-belliche che raccontano la guerra dal punto di vista dei bambini . Il regista utilizza il trauma psicologico dell’infanzia come mero strumento per far emergere il devastante impatto della guerra, offrendo una prospettiva lontana dai campi di battaglia, ma altrettanto potente.
Un cast di talenti
Il film vanta un cast di talenti noti nel panorama serbo e internazionale. Il giovane protagonista, Sava, è interpretato da Jakša Prpić che sa rendere il trauma del bambino credibile e toccante. Accanto a lui Sara Klimoska, attrice macedone che interpreta la madre di Sava, combattuta tra il suo ruolo di protettrice e il suo stesso dolore emotivo. Altri attori di spicco sono Miloš Biković, uno dei volti più noti del cinema serbo, e Vojin Ćetković, che interpreta il prete locale, una figura chiave che cerca di aiutare Sava e la sua famiglia durante la loro fuga dalla città.
La pellicola è una coproduzione internazionale che coinvolge Serbia, Bulgaria e Russia, con il supporto di numerose istituzioni culturali e militari, tra cui il Film Center Serbia e il Ministero della Cultura Serbo. La fotografia è curata da Vladislav Opelyants, celebre per la sua collaborazione con Nikita Mikhalkov, e che dà al film una qualità visiva coinvolgente e suggestiva, capace di riflettere il caos interiore dei personaggi.
The Erl-Kingsi annuncia come un’opera intensa e simbolica, capace di offrire una riflessione profonda sull’impatto della guerra sui più vulnerabili. Con la sua esplorazione del trauma infantile e la sua capacità di legare la storia personale a temi universali, il film è una potente aggiunta al filone dei drammi anti-bellici. Goran Radovanović intreccia narrazione, simbolismo e realtà storica, creando un racconto che non si limita a documentare la guerra, ma indaga anche le cicatrici invisibili che essa lascia sulle generazioni future.
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